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Maiori, sul depuratore ora pesa il giallo della montagna già bucata a Conca dei Marini

Ultimo aggiornamento giovedì, 1 Luglio, 2021   13:42

Chi, come, quando e perché ha deciso di accantonare in Costiera amalfitana il collegamento al depuratore consortile di Conca dei Marini, che avrebbe riguardato anche i comuni di Furore e Praiano insieme a quelli dell’area Dragone, con l’impianto di trattamento per Ravello, Scala e Atrani? Spostando così tutto a Maiori, dopo aver prima scavato la montagna a Punta Trasita con la dinamite, in un’area che peraltro ricade in una zona classificata di “pericolosità da frana elevata” dall’Autorità di Bacino Destra Sele? E chi conosce tutti i pareri che una progettazione esecutiva di questa portata deve necessariamente consultare? E’ il giallo che in questi giorni agita l’ambientalismo locale e non solo, mettendo sul piede di guerra il Comitato “Tuteliamo la Costiera amalfitanasceso in campo lanciando una petizione, che chiede espressamente di abbandonare il progetto del “grande depuratore in località Demanio”.

Domenica un sit in del Comitato di lotta contro il mega-impianto.

Il Comitato contro il mega-depuratore di Maiori, che opererà a servizio pure dei comuni di Atrani, Maiori, Minori, Ravello, Scala e Tramonti, ha chiamato a raccolta i cittadini per manifestare il proprio dissenso, attraverso un sit in rispettoso delle misure anticovid (mascherina e distanziamento) convocato all’imbocco di Corso Reginna, domenica prossima, 11 aprile, alle 10,30. Con lo slogan “Maiori non si vende, Maiori si difende”, il Comitato chiede di lavorare ad “un progetto alternativo, per via mare, con collegamento al grande impianto di depurazione della città di Salerno (tutto per condotta sottomarina) proposto dalla società Ausino Servizi Idrici Integrati S.p.A. Cava dei Tirreni, che è stato di fatto ignorato dagli enti senza alcuna motivazione tecnica seppur risultante più conveniente per costi di realizzazione e gestione” (così come ha fatto invece il comune di Cetara che si collegherà al Grande Depuratore salernitano).

Interrogativi sul dietrofront dei Comuni a un progetto già in corso.

Molte sono le domande che si stanno sollevando sulla procedura amministrativa seguita per il repentino cambio di destinazione delle acque reflue di mezza Costiera. Un percorso che ha visto continui cambiamenti, nel corso degli anni, sulla esecuzione del “nuovo Grande Progetto di risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della Provincia di Salerno”. Un’opera che vale ben 90 milioni di euro, per la depurazione che parte da Praiano e arriva fino a Sapri. La rapidità con cui i sindaci della Costiera amalfitana hanno abbracciato la mega opera da realizzare a Maiori, solleva parecchie questioni non da poco. Cosa è accaduto da “costringerli” ad accantonare qualcosa per cui si è già scavata la galleria a punta Trasita, traforando la montagna per allocare l’impianto di depurazione di Conca dei Marini? Il quale, ha impegnato fondi per più di 4 milioni di euro.

Il progetto definitivo del depuratore consortile a Conca dei Marini (foto tratta dalla relazione generale del progetto)

Nel 2019 Ravello, Scala e Atrani vantavano l’allaccio a Conca dei Marini.

Eppure, quel progetto consortile fra 6 Comuni era stato presentato con grande enfasi meno di due anni fa. Era infatti Il 13 giugno 2019, quando il presidente Michele Strianese, in un comunicato stampa inviato dalla Provincia di Salerno, ripercorreva il sopralluogo fatto a Marmorata di Ravello. Con lui, riporta il documento, erano presenti anche i sindaci di Minori e Ravello. Strianese viene fotografato sui cantieri dove si sta lavorando per “posizionare e saldare le condotte fognarie sottomarine”, che dovevano essere allacciate con il depuratore di Conca dei Marini.

Sopralluogo del presidente Strianese a Punta Trasita all’ingresso della galleria (13 giugno, 2019). Foto tratta dal sito della Provincia di Salerno.

Il tour termina proprio in località Punta Trasita, “dove si sta scavando in roccia con mezzi meccanici ed esplosivi per allocare, all’interno della montagna, l’impianto di depurazione che riceverà i reflui dell’Area Dragone, cioè tutto il comparto 3 che è un’opera davvero straordinaria e riguarda i Comuni di Conca dei Marini, Furore, Praiano, Ravello, Scala e Atrani”. I toni allora trionfalistici della nota diramata dalla Provincia, oggi stonano, considerato che quel progetto è di fatto cambiato in appena 22 mesi: un record per qualunque burocrazia italiana.

Foto tratta dal sito della Provincia di Salerno, sopralluogo del presidente Strianese a Marmorata di Ravello, in data 13 giugno 2019.

Maiori diventa “città della depurazione” senza un dibattito. 

Molti si chiedono perché un mutamento di indirizzo, così delicato per un’infrastruttura importante come quella di Maiori, finanziata per circa 18 milioni di euro, non sia passata attraverso un ampio dibattito consiliare. Necessariamente aperto a tutti i portatori di interesse. E soprattutto per quale motivo il sindaco maiorese, Antonio Capone, si è caricato questo fardello. Con un depuratore che adesso dovrà servire una popolazione molto più estesa, stimata in 40 mila utenti, turisti compresi. Inglobando anche Tramonti, nonché Ravello, Scala e Atrani che dovevano invece confluire a Conca dei Marini. Una scelta che era già prevedibile non fosse molto popolare fra i suoi elettori, considerate le forti perplessità che fin dal primo momento accompagnavano l’impianto di trattamento comunale in località Demanio.

Depuratore Demanio, tutte le poltrone pagate con le bollette. 

Il sindaco Antonio Capone (a destra nella foto) durante la diretta Facebook

Sicuramente le amministrazioni coinvolte dovranno dare una risposta dettagliata e convincente, anche sul piano tecnico, sul perché si è scartata la soluzione più pratica e conveniente per allacciarsi al Grande Depuratore di Salerno. Ci hanno provato con una diretta Facebook solo qualche settimana fa, a spostamento già abbondantemente deciso. Ma non hanno convinto nessuno dei contestatori. Probabilmente gli è andata meglio con qualche “addetto ai lavori”, più attento ai vantaggi politico-amministrativi che alla tutela ambientale di una zona come il Demanio, che molti considerano un’irrinunciabile oasi verde. Perché costruirsi un depuratore tutto suo, ha molti aspetti positivi per l’amministrazione di un Comune. Considerato che, facendo parte dell’ente consortile a capitale pubblico, potrà dire la sua su chi deve presiedere la società di gestione; su chi deve sedere nel consiglio di amministrazione; su chi sarà il direttore tecnico; su quante saranno le figure professionali per le necessarie consulenze. Per non parlare dei posti di lavoro che saranno creati, sempre utili da portare come risultato nei comizi. L’unico aspetto sul quale sorvoleranno dai palchi elettorali, però, è quello che tutto questo carrozzone si dovrà esclusivamente mantenere con il canone riscosso direttamente dai cittadini-utenti. 

Il comunicato stampa della Provincia di Salerno del 13 giugno 2019

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Maria Rosaria Sannino
Giornalista professionista, cronista, reporter di viaggi, appassionata di fotografia e reportage.
http://www.twitter.com/mrsannino

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