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Goletta verde: Granatello promosso ma Augusta ha il mare negato

AUGUSTA – Il bicchiere mezzo pieno è che il bagno al Granatello si può fare, stando alla qualità legale delle acque. Il bicchiere mezzo vuoto è che comunque la balneazione nella popolare spiaggetta resta formalmente vietata, perché sull’intero golfo Xifonio sboccano le fogne non depurate del popoloso abitato. Sono luci e ombre quelle emerse dall’incursione di Goletta verde nel litorale di Augusta, quando il 2 luglio scorso è approdata a ridosso del Circolo nautico. I risultati sui campioni raccolti vicino al comprensorio militare di Punta Izzo, sono stati divulgati da Legambiente il 18 luglio. Con un comunicato dove fa sapere che tutto rientra “rientra nei valori limite previsti dalla normativa vigente in Italia”, la quale però prende in considerazione solo i parametri microbiologici relativi a enterococchi intestinali e escherichia coli. Restano fuori dalle tabelle di legge sulla balneabilità, invece, i metalli pesanti e gli altri inquinanti di origine industriale trovati in passato sedimentati nei fondali della zona. Sostanze che già da sole sconsiglierebbero la frequentazione dei bassi fondali, se non fosse che espliciti cartelli la vietano proprio per l’assenza del depuratore. Perché “a 48 anni dalla legge Merli che per prima affrontò la questione delle acque reflue in Italia, a 30 anni dalla legge Galli che regolamentò la gestione delle risorse idriche e della depurazione, a 9 anni dall’inizio del commissariamento e a ormai 16 mesi dal decreto di esclusione Via, siamo ancora in attesa della validazione del progetto esecutivo“.  Eppure, proprio lo stato avanzato della progettazione sugli “Interventi funzionali al superamento delle criticità del sistema fognario e depurativo del comune di Augusta“, recentemente ha spinto l’amministrazione Giuseppe Di Mare a scartare la proposta di conferire all’Ias di Priolo. Nonostante quella Spa a maggioranza pubblica si presentasse come una soluzione chiavi in mano.

Legambiente: depuratore delle mie brame, a che punto siamo?

sopra, sotto e copertina: la spiaggetta del Granatello.

L’impianto consortile, sequestrato dopo essere stato bocciato sulla depurazione industriale, ha infatti superato tutte le minuziose perizie della Procura sul trattamento dei reflui urbani. Tanto che per tenerlo in esercizio, una volta scollegate le raffinerie, anche Solarino e Floridia hanno preso in considerazione la possibilità di allacciarsi. Andandosi ad aggiungere all’abitato priolese, a quello di Melilli e ai quartieri nord di Siracusa. Un progetto fortemente sostenuto dalla Regione, che nella “manovrina finanziaria” di fine giugno ha stanziato 9 milioni per la manutenzione straordinaria delle vasche di trattamento.  Nonostante le forti polemiche arrivate dal Pd, oltre che dalle associazioni ambientaliste, il sindaco Fdi però ha insistito su un nuovo impianto solo cittadino. La cui realizzazione peraltro è affidata a un commissario catanese, vicino agli ambienti politici targati Fratelli d’italia. Sfilandosi sia dagli altri colleghi della zona, che dallo stesso governo regionale di centrodestra, il risultato finora ottenuto da Di Mare è sintetizzato dalla caustica domanda di Legambiente:“Depuratore delle mie brame, a che punto siamo?”. A un punto morto, sembra l’implicita risposta fornita dal loro comunicato stampa. Perché quel decreto che voleva accelerare i tempi burocratici escludendo la Valutazione di impatto ambientale, imponeva tuttavia “numerose prescrizioni da adempiere ante e post opera”. A distanza di un anno e mezzo, però, il progetto esecutivo deve ancora essere “validato”. Poi dovrà passare alle complesse procedure “dell’appalto e dell’inizio dei lavori che, tutto andando bene, si stima dureranno 1340 giorni”. Cioè, oltre tre anni e mezzo. “E’ preoccupante che né dalla struttura commissariale, né dall’amministrazione comunale, giungano notizie certe e verificabili sullo stato delle cose e sui tempi attendibili di inizio delle opere”. L’associazione ambientalista definisce “insopportabile e irrispettosa tanta indifferenza, nei confronti del diritto di conoscere di tutti i cittadini“. Ai quali non può bastare la consolazione di un Granatello trovato balneabile alle 10 di un mattino di prima estate, quando Goletta verde è andata a raccogliere un paio di provette.

Coste privatizzate, a Brucoli annunci immobiliari con “accesso esclusivo alla spiaggia privata”.

“Anche quest’anno non è cambiata né migliorata la condizione difficile in cui si trova il mare di Augusta“, sottolinea il comunicato di Legambiente. “Continuiamo a constatare che la sua libera fruizione è sempre più messa a rischio dalla continua aggressione al litorale, con la cementificazione e la privatizzazione di ampi tratti della costa balneabile“. A questo si aggiunge il “permanere di gravi fenomeni di erosione costiera“, la presenza dei “vincoli militari e industriali” su ampi tratti del litorale, e le “barriere architettoniche” in quei pochi ancora fruibili liberamente. Perché negli altri, “con cancelli, strade private, muri e recinzioni, si continua a negare il diritto di accesso al mare a tutti i cittadini”. Una prassi così consolidata che persino un’agenzia specializzata di Siracusa pubblicizza, con tanto di esclamativi, a che a Brucoli si può comprare una casa vacanze dotata di “accesso esclusivo alla spiaggia privata!!!”. Il benefit, di improbabile regolarità demaniale, dovrebbe invogliare sui 140 mila euro chiesti per i modesti 50 metri quadri di una “porzione di villa a schiera quadrifamiliare”. Un annuncio fotografato da don Palmiro Prisutto nei pressi della Gisira, che ha poi diffuso sui social senza aggiungere altro, probabilmente perché si commenta da solo. “Troppi sono quegli elementi che impediscono il diritto alla libera e sicura fruizione della risorsa mare”, scrive l’associazione ambientalista. Sottolineando che, “in nome dell’interesse generale, dovrebbero indurre le autorità a interventi di tutela anche ricorrendo a espropri per pubblica utilità“. O “quantomeno alla destinazione all’uso pubblico di qualche strada privata”. Business immobiliare permettendo.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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