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Augusta, qui la vita è breve pure per gli alberi: presidio contro i tagli

Protesta alberi piazza Mattarella

AUGUSTA – “Prendi #iltuosindaco, lascia #ilmioalbero”.  Le associazioni del coordinamento Salvare Augusta si sollevano contro la “riqualificazione” della Borgata a colpi di accetta. Il 12 aprile, di prima mattina, una trentina di ambientalisti ha organizzato un presidio davanti il cantiere di piazza Mattarella. A chiamare alla mobilitazione sono stati Piano terra e Punta izzo possibile, col sostegno di Legambiente, Natura sicula e Stop veleni, per fermare l’abbattimento degli eucalipti iniziato due giorni prima. Quando la ditta vincitrice dell’appalto da 5 milioni di euro, finanziato con fondi del Pnrr, ha sradicato i primi 7 alberi della zona. Facendo insorgere molti residenti e tutti gli amanti del verde, che si vedevano sparire davanti gli occhi la piccola villa sotto il cavalcavia. Un’area degradata dall’incuria per la quale l’amministrazione comunale ha avviato un radicale rifacimento, che prevede un’area per concerti e manifestazioni, 700 metri di pista ciclabile con punti di ricarica per e-bike, “panchine smart” dove collegare i cellulari, e persino un laghetto artificiale. Solo che il futuristico progetto, la scorsa settimana orgogliosamente presentato a Palazzo di città dallo stesso sindaco Giuseppe Di Mare, prevede che la messa a dimora di 63 nuove piante sia totalmente a scapito delle 80 già esistenti. “Molte delle quali ultra cinquantenni”, sottolinea il gruppo consiliare 5 Stelle, in una interrogazione urgente che dà voce allo “stupore e sdegno” su “fatti che feriscono la sensibilità di ogni cittadino”. L’iniziativa dei pentastellati, protocollata il giorno dopo l’inizio dei lavori, segue la denuncia penale che le due associazioni ecologiste hanno presentato già poche ore dopo lo sradicamento a mezzo pala meccanica. Segnalando ai carabinieri della locale stazione una serie di presunte violazioni della direttiva europea, e dello stesso regolamento edilizio comunale. Sul tema, il primo cittadino non ha rilasciato alcun commento.

Piano terra onlus e Punta izzo possibile mobilitano le associazioni davanti il cantiere della Borgata.

Il cantiere era deserto quando gli ambientalisti si sono presentati coi loro striscioni di protesta. “Ma il presidio per salvare gli alberi rimasti riprenderà lunedì”, avverte Andrea Tringali, presidente di Piano terra onlus. Spiegando che “la riqualificazione della zona è un progetto pienamente condivisibile, ma deve essere rivisto con una variante che salvaguardi la vegetazione esistente, e allo stesso aumenti la superficie arborerea con le nuove piante previste dall’appalto”. L’idea è quella di avere “un vero parco urbano con 140 alberi, proprio accanto al sito di conservazione europea Natura 2000 delle saline”, spiega Gianmarco Catalano, portavoce di Punta izzo possibile. La vicinanza alla zona umida tutelata avrebbe inoltre imposto che “l’intervento andava preventivamente assoggettato alla Valutazione di incidenza ambientale, in ragione della funzione ecologica svolta da ficus e chamaerops humilis quali posatoi, nonché luoghi di riparo e nidificazione per l’avifauna selvatica”. E in ogni caso, “i lavori di abbattimento sembrano inoltre stridere con l’articolo 5 della direttiva europea ‘Uccelli’ recepita in Italia dalla legge 152 del 1992, che vieta i tagli e le potature di alberi, arbusti e siepi nel periodo della nidificazione tra marzo e agosto”. Il comunicato delle due associazioni ambientaliste, diffuso il 10 aprile, fa sapere di aver chiesto all’autorità giudiziaria di “valutare l’opportunità di disporre con urgenza il sequestro preventivo a fini cautelari dell’area di intervento, allo scopo di evitare che i lavori possano portare a termine l’irrimediabile distruzione del complesso arboreo”.

Interrogazione consiliare 5 Stelle su chi ha approvato il progetto che ignora il regolamento edilizio.

Il gruppo 5 Stelle chiede intanto al sindaco “di intervenire per interrompere l’abbattimento”, e al presidente Marco Stella di “portare con urgenza l’interrogazione al prossimo consiglio comunale”. I pentastellati Roberta Suppo e Uccio Blanco, insieme all’indipendente Ciccio La Ferla, dall’amministrazione vogliono sapere “in particolare se questo abbattimento di alberi facesse già parte in origine del progetto approvato a suo tempo, e da chi è approvato”. Pretendono inoltre “dettagliate spiegazioni sulle motivazioni tecniche che hanno indotto questi abbattimenti, e se non potevano esserci nella maniera più assoluta altre possibilità conservative”. Infatti, scrivono i tre dell’opposizione“anche  le leggi nazionali riconoscono maggiore attenzione al patrimonio arboreo degli enti locali. Detti  provvedimenti legislativi hanno introdotto una serie di misure volte ad una maggiore attenzione e cura del verde urbano, imponendo ai comuni con una popolazione superiore a 15 mila abitanti di provvedere a censire e classificare gli alberi piantati, rendendo noto a fine o mandato il bilancio arboreo del Comune e dando conto dello stato di manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza”. Un obbligo che segue quello “di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica”, sempre evocato in campagna elettorale ma mai visibilmente concretizzato da alcuna amministrazioneNemmeno da quelle che si proclamano greenTuttavia nessuna, nella sua voglia di fare a prescindere, si era così distinta per “una mentalità sociale, culturale, economica, storica, prima ancora che ambientale”, decisamente in controtendenza ai tempi.

“Qui si abbattono mentre il governo finanzia nuovi alberi in 31 ospedali perché aiutano a curarsi”.

“Mentre la comunità scientifica si interroga sull’importanza che ha per la nostra vita ogni singolo albero, arrivando a considerare le piante nei centri urbani come una vera e propria infrastruttura di salute pubblica finanziabile; mentre l’attuale ministro della Salute, in collaborazione con i carabinieri raggruppamento biodiversità, realizza un progetto finanziato dai fondi del Pnrr con il quale in 31 grandi ospedali italiani vengono piantati alberi perché è dimostrato che l’aria che producono favorisce le cure; ad Augusta, con una scelta politica, priviamo la  Città di un bene preziosissimo”. L’interrogazione dei consiglieri di minoranza fa presente a Di Mare che “la nostra comunità cittadina di sicuro non è composta né da trogloditi, né da ignoranti, né da irresponsabili”. E nemmeno da sprovveduti, si potrebbe aggiungere. Se è vera la riflessione condivisa sui social da una manifestante, Francesca Di Grande:”Qualche anno fa, questa amministrazione si fece promotrice dell’iniziativa ‘Piantiamo un albero per ogni bambino nato ad Augusta’. Nella stessa frase, due concetti che si contrappongono con una realtà ben diversa da quella narrata: ovvero, qui non si nasce più ed  invecchiare è un lusso. Beh, anche agli alberi spetta la stessa sorte perché, piuttosto che prendersene cura e lasciarli al loro posto, si preferisce raderli al suolo come se nulla fosse. Magari, ‘semplicemente’ per un ‘fattore estetico’ o per garantire continuità lavorativa. Non pretendo che i fedelissimi disapprovino tale scempio, ma  quantomeno non tentino di difendere l’indifendibile perché se poi dovremmo riaprire il capitolo degli eucalipti dell’Hangar (tagliati dalla Marina, ndr) la memoria riporterebbe alla luce certi loro post. Compresi quelli di chi oggi amministra”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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