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A Cerignola un museo del grano sognando pane della felicità

Cosa occorre fare per “Costruire una comunità inclusiva” dove le fragilità non siano viste come qualcosa da ingabbiare in una struttura e isolare? A Cerignola, in provincia di Foggia, associazioni che si occupano di autismo e disabilità hanno voluto incontrarsi, fare rete e conoscere un esempio positivo di inclusione come lo è “Il forno di Vincenzo” di Eboli

Il Convegno “Per Costruire una comunità inclusiva” che si è tenuto a Cerignola

Come sempre, per immaginare già un momento simile c’è bisogno di una mente illuminata in ogni città. Ed ecco Maria: guida autorizzata delle regione Puglia, Presidente della Proloco, animatrice della vita culturale della sua città, referente per L’accoglienza dei pellegrini della via francigena, moglie di Luigi, mamma di Sofia. Di queste figure se ne dovrebbe istituire un profilo professionale. Ed è Maria Vasciaveo che ha organizzato il convegno: “Per costruire una comunità inclusiva”. Invitando, come ospite speciale, Vincenzo e la storia del suo forno. Erano stati a Eboli, lo scorso gennaio. Maria accompagnava il marito Luigi, scacchista.  Ad Eboli da poco tempo si organizza un torneo di scacchi. Lucio Rizzo tra gli organizzatori di questo momento che sta diventando sempre più importante e richiama persone da tutta Italia, iniziativa, questa, da sostenere. Mentre il marito giocava a scacchi Maria girava per Eboli ed è lì che s’imbatte ne Il forno di Vincenzo, ragazzo affetto dalla Sindrome X fragile, e così scoppia la scintilla. Maria s’innamora di questo progetto e vuole assolutamente farlo conoscere alla sua città, vuole portare un esempio concreto di come, inseguendo un sogno, può nascere una grande realtà.

Un’immagine del centro storico di Cerignola

Era gennaio ed oggi 24 Maggio eccoci in partenza per Cerignola, la città di Maria. Leggiamo qualcosa mentre ci dirigiamo verso un luogo, così accade con le gite (organizzate da mia sorella) e così in questa occasione, sono in macchina con Elena e copilota Vincenzo. Ci facciamo guidare dalle parole di Franco Arminio. Il suo Terracarne è sempre la nostra guida quando ci dirigiamo verso l’Irpinia d’oriente ed attraverso questi territori. Distese di terra seminate a grano e macchie rosse di sulla. le pale eoliche, fanno da sfondo a questo paesaggio collinare. Cerignola è il secondo comune più esteso d*Italia, si trova nella provincia di Foggia, chiamata Capitanata, un tempo considerata il granaio dell’Italia.

È il paese di Giuseppe Di Vittorio grande sindacalista che proveniva dal mondo dei contadini, protagonista di tante lotte per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori, a lui si deve la nascita della CGIL, in città vi è un bellissimo monumento a lui dedicato. 

Quando noi campani ci rechiamo in Puglia non possiamo non pensare che, grazie ad una grande opera di ingegneristica, qual è l’acquedotto Pugliese, la nostra acqua, quella del fiume Sele, ha dissetato queste terre che erano prive di risorse idriche. C’è infatti in molte di queste città sempre una fontana dalla quale zampilla l’acqua del Sele, ed è proprio grazie a questa preziosa risorsa che oggi l’agricoltura pugliese vanta importanti produzioni di ortofrutta. A Cerignola si produce anche una oliva da tavola: la Bella di Cerignola che si fregia di una DOP.

Su Cerignola, nel libro di Arminio, non c’è molto, ci dice solo di un posto un po’ particolare così descritto: “Una distesa di terra lasciata libera dalle palazzine, ogni tanto una pietra e un numero con una sigla sopra. Ci metto un po’ a capire che non si tratta di un cimitero, ma del luogo dove gli abitanti di Cerignola conservano il grano. Un grande granaio in pieno centro. La sua visione ha qualcosa di religioso. Mi sembra un luogo di preghiera”. Con questa visione entriamo in Cerignola.

A Cerignola il Museo del Piano delle Fosse e del Granaio

Ad attenderci c’è Maria. Ci fa sistemare al B&B e poi ci accompagna, nonostante siano le 8 di sera, per una gita turistica del paese. Vi porto al “mio museo“, ci dice. “Cavolo” – pensiamo “ha un museo tutto suo”. Ed è così che ci ritroviamo proprio sul luogo descritto da Arminio: Piano delle Fosse Granaie. Sì, c’è del sacro e Maria ha le chiavi del museo dedicato proprio a questo luogo.  

Lei ci accompagna, praticamente, nelle viscere di questa terra, infatti, all’interno del museo è stata ricostruita una fossa granaria nella quale ci puoi entrare e restare a bocca aperta, proprio come capita  alle scolaresche di bambini che vengono a visitare il museo. È qui che si capisce l’essenza di questa Terra, quanto ingegno, quanta dedizione, quanto lavoro. Dopo questo benvenuto la serata prosegue piacevolmente e a cena approfondiamo la conoscenza di questa Terra attraverso la sua cucina a base di cereali e verdure, tra pane cotto e pane arso.  Le campane del Duomo ci danno la sveglia. Abbiamo appuntamento con Maria, al Comune. Gli interventi presenti sulla scaletta della locandina del convegno si susseguono rispettando l’ordine. I saluti di Maria e dell’assessore alle politiche sociali, una giovane donna molto attenta alla tematica. Dietro ogni intervento si rivela un mondo.

Vincenzo mentre parla del suo forno speciale

Elena Merola, la mamma di Vincenzo racconta l’esperienza de Il forno di Vincenzo, e “il pane della felicità“. Francesco Quinto, insegnante di sostegno ci racconta del progetto: La porta della Felicità, un musical che, ispirato a Dante, ci accompagna come un novello Virgilio. Riccardo suo ex alunno, nella selva oscura dei nostri tempi, tra bullismo, dipendenze e discriminazioni  verso quella che sarà la porta della felicità che si conquisterà soltanto quando avremo compreso il vero valore della diversità. 

Pasqua Lavia, anche lei professoressa, ma che qui ci dà testimonianza della Felicità del figlio Marco, autistico, nel giorno della discussione della sua tesi, e porta sul tavolo il tema importante del diritto al lavoro dei nostri figli.  Insomma, denominatore comune: Felicità. Perché è questa che si genera quando tutti insieme ci ritroviamo ad operare affinché questo sia il vero valore da generare, non più una società basata sul PIL ma sul Fil:Felicità interna Lorda. Abbiamo detto tante parole ma le parole non bastano per descrivere le emozioni provate in questa nostra trasferta. Cerignola è anche gemellata, calcisticamente, con l’ebolitana. E noi ci ritroveremo sicuramente a creare nuovi gemellaggi, nuove alleanze, nuove sinergie, perché quando in campo entrano valori come solidarietà, umanità, fratellanza la strada non può essere che quella giusta. 

Ed affidiamo le conclusioni  a Riccardo, il Virgilio del musical La porta della Felicità, che conosce le parole, quelle giuste : “Conosco le Parole le rincorro da sempre e loro rincorrono me come in un gioco. Spesso ho dovuto cercarle nei posti più strani in certi angoli del mio cuore perché timide si erano nascoste, ma ormai conosco tutti i loro nascondigli, conosco il loro significato Le parole possono essere acqua o pietre. Sono acqua per dissetare, pietre per ferire. Le parole sono acqua quando servono per Aiutare, Confortare, Incoraggiare, Abbracciare, Accogliere. Le parole possono diventare pietre per Giudicare, Criticare, quando Insultiamo le persone che ci stanno accanto e fanno male, quanto fanno male”.

E allora Riccardo, Francesco, Vincenzo, Silvia, Denis… Noi vi resteremo accanto e avremo cura di voi e insieme varcheremo tutti insieme, mano nella mano la porta della Felicità.

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