Slow Fish, lotta all’inquinamento marino: la posidonia è una risorsa GLOBAL LOCAL PRIMO PIANO di Redazione Scritto lunedì, 5 Giugno, 2023 13:03 Ultimo aggiornamento martedì, 27 Giugno, 2023 16:31 Slow Fish, il movimento internazionale per la tutela del mare e delle risorse ittiche, che si è svolto a Genova, è tornato a concentrarsi sull’inquinamento e sulla problematica della plastica, dando voce a coloro che si occupano della raccolta dei rifiuti marini, dello studio delle plastiche in acqua e lungo le coste, del recupero e del valore ecologico della posidonia all’interno dell’ecosistema delle spiagge e di coloro che cercano alternative alle reti di plastica per l’allevamento dei mitili. Un’enorme quantità di rifiuti galleggiano nel mare L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha portato un’enorme quantità di rifiuti monouso nell’ambiente, come guanti, mascherine e bottiglie, riportando così la plastica in primo piano. Di fronte a queste fonti di inquinamento, diventa ancora più evidente quanto la nostra vita dipenda completamente dall’ambiente, soprattutto dal mare. “Respirare, bere, mangiare: tutte queste attività dipendono dall’acqua“, sottolinea Franco Borgogno, divulgatore scientifico dell‘European Research Institute Onlus. Borgogno, insieme a Marco Capello, oceanografo dell’Università di Genova, presenta il progetto Splash & Co. L’importanza della posidonia per l’ecosistema marino. L’esempio di Pollica Oltre alla problematica delle plastiche, Slow Fish pone l’attenzione su un tema spesso frainteso come forma di inquinamento: la posidonia spiaggiata. La posidonia riveste un’importanza fondamentale per l’ecosistema costiero, non solo preservando l’erosione delle spiagge, ma anche fungendo da incubatore per la biodiversità marina. A Pollica, comune del Cilento, la posidonia spiaggiata sarà recuperata e smaltita in un impianto di piccole dimensioni, situato lungo un sentiero naturalistico. Qui, la posidonia e i rifiuti organici, secondo il progetto, saranno trasformati in energia, sufficiente a coprire il fabbisogno di 500 famiglie. “Abbiamo trasformato un potenziale problema, come la presenza di posidonia spiaggiata che può non piacere ai bagnanti, in un’opportunità per l’educazione dei cittadini e per le politiche sociali“, afferma il sindaco Stefano Pisani. Posidonia a rischio Il Piano RIfiuti e Scarti in Mare di pesca In merito a questo tema, Slow Fish ha ospitato anche Paolo D’Ambrosio, direttore dell‘Area Marina Protetta di Porto Cesareo, che ha discutto del progetto Prisma.Med. Questa iniziativa mira a innovare la governance e la gestione integrata dei rifiuti derivanti dalla pesca, dall’acquacoltura e dal diporto nei porti commerciali. Le città costiere, essendo densamente popolate e soggette a diverse pressioni antropiche, come gli interessi turistici, industriali, artigianali e commerciali, sono particolarmente fragili. Inoltre, si verificano problematiche idrogeomorfologiche poiché i fiumi trasportano le criticità provenienti dall’entroterra fino alla foce, incidendo sulle coste. Tuttavia, proprio a causa di questa fragilità e delle loro caratteristiche peculiari, le città costiere possono diventare laboratori straordinari di innovazione, luoghi in cui sperimentare soluzioni e attuare la transizione verso smart cities. Marco Dadamo, biologo e membro dell’Advisory Board di Slow Fish, ha sottolineato la necessità di consapevolezza e della volontà di mettersi in discussione per affrontare queste grandi sfide. Costiera amalfitana, così si distrugge la Posidonia: barche ancorate a pochi metri dalla costa Vietri sul Mare ai sindaci della Costiera amalfitana: non perdiamo il treno delle energie sostenibili