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Amalfi tre volte in sicurezza ma crolla lo stesso: il costone ora è un caso

Ultimo aggiornamento domenica, 25 Aprile, 2021   00:57

Dissesto idrogeologico, al via servizio rocciatori per Statale Amalfitana”. Era il 18 febbraio del 2014 quando la Regione Campania annunciava urbi et orbi il “nuovo servizio rocciatori per il presidio continuo dei costoni della Costiera amalfitana che incombono sulla Statale 163 e sui centri abitati”. Ma di questo “sistema di prevenzione e pronto intervento a supporto” dei Comuni, dopo questo annuncio poco si è saputo. Si sa invece dell’ennesima tragedia sfiorata ad Amalfi la mattina del 2 febbraio. A crollare questa volta in Costiera amalfitana è un costone roccioso del rione Vagliendola, che poggia sulla Statale, interessato già da lavori a giugno 2017 di “pulizia e consolidamento del muraglione a tutela della pubblica incolumità” e poi a febbraio e a luglio del 2020 (“L’intervento di manutenzione e messa in sicurezza è stato commissionato dall’amministrazione comunale di Amalfi per un importo complessivo di 76mila euro, a valere sui fondi di bilancio comunale, ed affidato dopo procedura di gara alla ditta Sa.Co.SEM srl.

https://www.amalfi.gov.it/comunicati/statale-amalfitana-da-lunedi-24-febbraio-interruzioni-temporanee-della-circolazione/
Sul sito del Comune di Amalfi l’annuncio dei lavori

La parete rocciosa di Vagliendola (via Annunziatella) è stata quindi più volte interessata da lavori di messa in sicurezza. Il comune di Amalfi ha speso negli ultimi anni ben oltre 100.000 euro. Negli anni si è più volte visto intervenire lungo quel tratto dove si è verificato poi il crollo. Cosa è accaduto che ha causato poi questa instabilità? Certo le piogge incessanti di questo periodo hanno sicuramente reso più fragile il territorio, ma ha colpito pesantemente proprio questo luogo che sarebbe dovuto essere “sicuro”. Perché ora, qui, non si può certo parlare in questo caso di “abbandono del territorio”. Quell’area che guarda il mare di Amalfi e che fa da cartolina è stata “risanata” varie volte. E guardando ora il rovinoso crollo, si direbbe senza successo. 

Amalfi, la frana del 2 febbraio 2021

Una tragedia sfiorata

E si può davvero parlare di “tragedia sfiorata”, considerata anche l’ora in cui è avvenuto il crollo (dopo le 9,30) e il luogo. La frana ha invaso la strada e le macerie hanno raggiunto anche il lungomare dei Cavalieri, nei pressi della Marinella. Alcuni testimoni, tra cui alcuni abitanti di Vettica che erano andati al centro di Amalfi per commissioni, e un autista della Sita che era passato pochi minuti prima, hanno parlato di un forte boato, come di un terremoto. Poteva davvero essere una strage. Intanto sono stati fatti evacuare alcuni abitanti del rione, tra cui tre persone bloccate in casa dai detriti, messi in salvo con l’elicottero dei Vigili del Fuoco. Sul posto sono arrivati anche degli esperti speleo, mezzi per il movimento terra e droni del reparto dei Vigili del Fuoco di Pontecagnano. La strada ora è tagliata a metà. Solo le vie del mare (in versione “straordinaria”) potranno assicurare il collegamento con il lato di ponente della Costiera. 

Amalfi, un particolare della frana del 2 febbraio 2021

Le accuse

Ci va duro Andrea Cretella, già assessore al Comune di Amalfi, da anni pungolo per le amministrazioni comunali: “Avevo già inoltrato una denuncia all’autorità giudiziaria – scrive Cretella sul suo profilo Facebook – sullo stato di pericolosità del costone roccioso di Via Annunziatella, oggi molti dei responsabili fanno bella mostra e passerella sul luogo del disastro…”.  Un’altra pesante critica è arrivata anche dall’ex sindaco, Antonio De Luca, pubblicata sul sito Fanpage, in cui ha parlato dei lavori fatti solo due anni fa, auspicando anche un intervento della Procura.

Il post del sindaco di Amalfi in cui annunciava i lavori che interessavano il costone roccioso di Vagliendola (giugno 2017)

Il sindaco, Daniele Milano, ha cercato invece di buttare acqua sul fuoco: “Credo che non sia questo il momento per queste cose. Ci sarà tempo per fare verifiche, indagini ed altro, in questo momento dobbiamo gestire l’emergenza e non credo sia il momento opportuno per mettere in correlazione cose che forse non sono neanche collegate tra loro”. Intanto i dubbi restano.

Altri lavori a febbraio 2020 sul costone roccioso di Vagliendola in un post del febbraio 2020

Stamattina una gigantesca frana è crollata nel centro storico di Amalfi. Gli assennati chiedono manutenzione, cura e rispetto per la Costa d’Amalfi. Gli sconsiderati sprecano denaro per realizzare nuove gallerie”. L’architetto Christian De Iuliis nel suo tweet non fa giri di parole, va dritto al punto. I progetti di gallerie e di bypass fortemente voluti da alcuni sindaci, continuano imperterriti, nonostante questi crolli che dimostrano che invece ci dovrebbe essere tutt’altra idea di “sostenibilità ambientale” della Costiera amalfitana. 

Legambiente: la Campania Regione che ha ricevuto più finanziamenti

La Campania è tra le regioni che ha ricevuto i maggiori finanziamenti per combattere il dissesto idrogeologico. A dare questo dato è Legambiente. “Ben 486 milioni di euro per 381 interventi ma nonostante ciò si conferma una regione dai piedi di argilla. È evidente – ha dichiarato la presidente della sezione campana, Mariateresa Imparatoche qualsiasi pianificazione territoriale dovrebbe tenere in forte considerazione la componente climatica, che amplifica eventi naturali quali frane e alluvioni e si somma a una serie di fattori come consumo di suolo, impermeabilizzazione, espansione urbanistica, erosione costiera, conservazione delle aree naturali: tutti elementi che devono necessariamente rientrare in una logica di programmazione efficace. Da fare bene e subito. Il monitoraggio 2020 dice che il 60,2% del territorio regionale campano è a rischio frana, contro una media nazionale del 19,9%. Un problema, dunque, che interessa 302.783 residenti, 116.115 famiglie, il 5,6% del totale. La Costiera Amalfitana è uno dei pochi siti turistici di alto profilo dove si è avviata una programmazione a tutela dell’ecosistema, grazie al territorio. Ora però necessita convocare un tavolo tecnico per una programmazione che guardi al futuro proprio nell’ottica della sostenibilità, ponendo anche il tema della manutenzione e della tutela”.

La frana di Amalfi vista dall’interno della galleria

La Costiera interessata più volte da frane

Da una tabella cronologica che descrive gli eventi franosi principali della penisola sorrentino – amalfitana, emerge che la Costiera è stata interessata più volte da frane. Ad esempio da ricordare sarebbero quelle avvenute nel 1899 e nel 1924. Purtroppo la Campania è tra le regioni più a rischio idrogeologico”. A dichiararlo è Gaetano Sammartino, presidente della sezione Campania della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea). “L’ultimo monitoraggio di quest’anno ha dati importanti – sostiene il geologo – il 60,2% del territorio regionale campano è a rischio frana, contro una media nazionale del 19,9%. Un problema, dunque, che interessa 302.783 residenti, 116.115 famiglie, il 5,6% del totale”.

6 milioni per i costoni della Costiera

Sono stati investiti 6milioni di Euro per risanare i costoni della Costiera ed evitare questo disastro. In qualità di commissario, De Luca aveva i poteri e la responsabilità di fare presto. Gli interventi erano previsti sin dal lontano 2009 dagli accordi di programma nazionali e i fondi disponibili dal 2012. Poi un rimpallo continuo fra commissari ed enti attuatori che ha portato alla pubblicazione del bando dei lavori solo nel novembre 2020 da parte dell’ANAS”. A denunciarlo è questa volta la senatrice del M5S, Felicia Gaudiano. “La Costiera Amalfitana è patrimonio Unesco e necessita di una visione di insieme che si allarghi al bacino idrografico – continua la senatrice – Tutela dell’ambiente, difesa del suolo e delle acque, pianificazione urbanistica sono interconnessi: ne abbiamo avuto conferma nei recenti episodi alluvionali. I piani urbanistici, i tunnel che deturpano il paesaggio e traforano le montagne che crollano a mare (come il recente foro approvato a tempo record dalla giunta regionale, dell’importo di 18milioni di euro a cui i nostri Consiglieri regionali si opposti), senza le necessarie indagini geologiche ed idrogeologiche, non sono più ammissibili”. Ora sicuramente ci sarà il tempo delle accuse, delle promesse, delle richieste di nuovi finanziamenti e di nuovi “tavoli tecnici” della Conferenza dei sindaci da convocare.

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