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Augusta: pochi vantaggi e molti rischi, il mini deposito Gnl va in consiglio

AUGUSTA – Dopo due anni di battaglie ambientaliste, il “caso Gnl” arriva in consiglio comunale. E’ stata fissata per il 15 febbraio una seduta monotematica sul deposito di stoccaggio per il Gas naturale liquefatto, programmato dall’Autorità di sistema portuale all’interno della rada megarese e osteggiato dalle associazioni ecologiste. Il presidente Marco Stella ha fatto partire le convocazioni il 4 febbraio, “facendo mia la nota dei consiglieri del gruppo Movimento 5 Stelle di Augusta“. Una richiesta datata 15 dicembre e firmata da Roberta Suppo, Marco Patti e Chiara Tringali, nella quale i consiglieri grillini sollecitavano un ampio confronto con “tutti i portatori di interesse”. In modo che “su questa delicata questione” dove sono “coinvolti interessi ambientali e di salute pubblica, ma anche di sviluppo economico del territorio, si può dire di aver preso una decisione che davvero contemperi tutte le esigenze della comunità”. Col cambio di amministrazione è perciò mutato l’approccio dei pentastellati alla tematica, dopo il profilo sfuggente tenuto quando l’Adsp ha materializzato il progetto dei nuovi serbatoi a ridosso delle raffinerie.

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Stella: tema importante, servono tutti i punti di vista.

Marco Stella (repertorio).
copertina: navi da crociera nel porto Xifonio.

“In effetti questa scelta della Port autohority il Comune in un certo senso la subisce”, riconosce Stella. Ammettendo che “la questione merita un approfondimento completo di tutti i punti di vista, senza preconcetti o barricate ideologiche”. Alla seduta in presenza, fissata per le 17 a palazzo San Biagio, sono stati invitati in videoconferenza praticamente tutti quelli che hanno qualcosa da dire. In testa c’è naturalmente l’Adsp, insieme alla Restart consulting srl che ha redatto il nuovo progetto dei serbatoi. Che a differenza dalla prima stesura non verrebbero più ubicati nella terraferma, all’interno dei piazzali dello scalo commerciale. Bensì collocati in mare, però sotto costa e agganciati a una banchina. Una soluzione che tuttavia non ha convinto Decontaminazione Sicilia, ritenendola comunque ancora troppo vicina alle fiaccole degli stabilimenti petrolchimici. L’associazione del professore Luigi Solarino è stata invitata a spiegare scientificamente questa contrarietà, insieme a Legambiente, Italia nostra, Lipu, Rifiuti zero Siracusa, Ente fauna siciliana, Natura sicula, Wwf e Stop veleni. Una pec di convocazione è indirizzata anche all’arciprete Palmiro Prisutto, che fra le tante battaglie che ha condotto c’è da sempre quella sul coinvolgimento delle popolazioni in merito alle scelte su insediamenti potenzialmente pericolosi.

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Il nodo dei vantaggi a tenere i serbatoi dentro il porto.

depositi di Gnl in costruzione
(foto tratta da Oil e gas news)..

Il Gnl sostituirà integralmente gli attuali combustibili usati dai mercantili. Il porto dovrà perciò essere dotato necessariamente di una stazione di rifornimento, se vuole sopravvivere nel mercato dei trasporti marittimi. Ne sono consapevoli gli stessi ambientalisti, per i quali il “no” al progetto Adsp si incentra esclusivamente sulla allocazione scelta. Ritenendo più sicura una installazione in mare aperto, fuori dalla rada e lontano dalle industrie. Ma proprio su questo punto non si trovano d’accordo le organizzazioni imprenditoriali, ritenendo che quella sia una distanza di sicurezza solo “psicologica”. Mentre invece sarebbero reali le inferiori ricadute economiche di una collocazione “fuori mano”, soprattutto per le molte attività di servizi portuali: insomma, un’occasione sprecata per la sopravvivenza di un settore che sta boccheggiando. A difendere queste ragioni in consiglio sono stati chiamati Confindustria, Confcommercio, Confitarma, Federagenti, Rimorchiatori, Piloti e Cna. Oltre alle due organizzazioni più rappresentative della portualità locale, Union ports e Assoporto. La presidente di quest’ultima, Marina Noè, si è già fatta sentire sul tema. Criticando apertamente la scelta della Port authority di ridimensionare i depositi, togliendoli dalla terraferma.

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Assoporto: il nuovo mini-progetto è utile allo scalo?

rendering di un deposito Gnl portuale.

“Da tempo chiediamo il Gnl, oggi però suoniamo un campanello d’allarme: è proprio questo il progetto utile e adatto al porto megarese?”, polemizza Noè. Spiegando che “basta guardare a quelle realtà già organizzate, per rendersi conto che probabilmente il progetto è sottodimensionato rispetto le necessità esistenti”. L’ex assessora regionale all’Industria cita Marghera, dove “si sta progettando un impianto di 32.000 metri cubi; mentre ad Augusta si pensa a un deposito di appena 4.800 anche se lo scalo, per la sua posizione al centro del Mediterraneo, sarà un passaggio obbligato per le tante imbarcazioni a Gnl: dai giganti del mare, al settore croceristico, alle navi containers”. La presidente dei portuali sottolinea inoltre che “il progetto prevede l’investimento privato di circa 50 milioni per l’utilizzo di una porzione di pontile più adiacente alla terraferma: Assoporto si chiede cosa succederà alla rimanente parte, come potrà essere utilizzata in presenza di una stazione di Gnl, e come si concilia con la zona cantieristica adiacente identificata nel piano strategico”.

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Noè apre a un deposito di gas più grande in alto mare.

Marina Noè nel precedente consiglio comunale (repertorio).

Insomma, i serbatoi di gas refrigerato e sotto pressione vicino ai cantieri navali non ce li vedono proprio. “Forse occorre ripensare ad un deposito a terra di maggiori dimensioni, nella zona industriale dismessa (ex fertilizzanti) o totalmente offshore considerato che l’impianto che si sta valutando adesso, oltre ad essere sottodimensionato per le reali necessità, è anche di fatto un impianto a terra”, aggiunge Noè. La quale avanza pure dubbi sulla Srl che si è fatta avanti. “Quale esperienza ha nel settore il gruppo che sta presentando il progetto, considerato che è solo una società di consulenza aziendale? Mentre nulla si sa dei 6 progetti che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse bandita dall’Autorità di sistema“. In sintesi, se per gli ambientalisti i programmati depositi di gas sono un rischiose la vicinanza alle fiaccole industriali, per gli imprenditori sono per giunta insufficienti a ottenere almeno i benefici economici. Brutalmente parlando, in un colpo solo l’Adsp starebbe perdendo sia le capre che i cavoli. E’ una riflessione che si trovano ad affrontare anche le organizzazioni sindacali, invitate pure loro al consiglio monotematico.

Crisci: non sottovalutare impatto su paure popolazione.

Lorena Crisci (repertorio).

“C’è una discussione ancora aperta in seno al sindacato“, risponde Lorena Crisci, interpellata per un’anticipazione sugli orientamenti della Cgil. Come segretaria della Camera del lavoro concorda sul fatto che “il Gnl è una scommessa che non ci possiamo permettere di perdere”. Ma sa anche che “non è nemmeno da sottovalutare l’impatto sulla popolazione di un impianto del genere, sul fatto che può essere percepito come un potenziale pericolo“. Anche i sindacalisti quindi vogliono “capire fino in fondo e avere altri elementi”, prima di prendere una posizione che già in partenza scontenterà qualcuno. Dal consiglio monotematico tutti sperano di chiarirsi le idee riguardo i costi ambientali e i benefici economici del deposito di stoccaggio, ma poi toccherà alla politica dare il giusto peso al sentire di una popolazione provata da inquinamento e crisi occupazionale. Non sarà una sintesi facile. Specialmente se non arriverà risposta convincente alla vera domanda sulla questione: per quale motivo non si può fare in mare aperto, con la stessa tecnologia di una piattaforma petrolifera?

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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