Tu sei qui
Home > CIBO > La portulaca e l’ortoterapia per ragazzi in carcere che coltivano l’anima

La portulaca e l’ortoterapia per ragazzi in carcere che coltivano l’anima

Questo mese è nata la portulaca, l’erba spontanea conosciuta in tutta Italia con nomignoli diversi. In Campania è nota come “purchiacchella”, in altre aree geografiche: porcellana comune, porcacchia, sportellecchia, erba grassa, erba dei porci. E proprio questa “erbaccia” ci porterà in un Istituto a custodia attenuata per le tossicodipendenze che si trova ad Eboli all’interno del Castello Colonna.

Ho un vaso, davanti casa, in cui dovrei scegliere cosa piantare e non mi decido mai anche perché, nonostante il mio cognome, non è che ho un pollice tanto verde!

E così, dal giardinaggio attivo passo a quello contemplativo e applico la filosofia di: “Lascio fare alla natura”. E così, in maniera spontanea c’è sempre qualcosa che nasce. Praticamente è un bel laboratorio a cielo aperto.

Portulaca oleacea L.

La pianta di portulaca

E’ una pianta erbacea succulenta della famiglia delle Portulacaceae. In Italia la portulaca cresce un po’ ovunque ed è considerata alla stregua di un’erbaccia infestante.

La si può trovare facilmente negli orti, lungo le sponde di fossati, nei campi, accanto ai marciapiedi e tra i campi incolti. Fra tutte le malerbe cittadine, la portulaca è probabilmente una tra le erbe mangerecce più conosciute. Tutta la parte aerea della portulaca è commestibile: foglie, fiori, semi e fusto. In particolare in cucina vengono utilizzate le foglie, crude, o cotte, ma senza dubbio è mangiandole crude che il nostro organismo ne trarrà vantaggio, in quanto manterremo inalterati le vitamine e i sali minerali che con la cottura andrebbero inevitabilmente distrutti

Un carico di vitamine

La portulaca è una delle maggiori fonti vegetali di acidi grassi Omega-3: 100 g di foglie di portulaca contengono all’incirca 350 mg di acido ?-linolenico (acidi grassi facenti parte del gruppo di Omega-3)

Oltre agli Omega-3 la portulaca contiene buone quantità di vitamina A (su 100g 66 RAE), vitamina C (21g su 100g di foglie) e alcune vitamine del gruppo B, come la Riboflavina (B2) e la Niacina (B3).

L’ortoterapia insieme ai ragazzi dell’Icatt di Eboli

Qualche anno fa ho animato un percorso di Ortoterapia con i ragazzi dell’ICATT: Istituto a custodia attenuata per le tossico dipendenze che si trova ad Eboli all’interno del Castello Colonna.

L’Icatt all’interno del Castello Colonna di Eboli

Nella cinta muraria è nato un orto estivo. Non era un progetto finanziato (non lo abbiamo neanche presentato). E’ stato un percorso dedicato alla voglia di toccare la terra e con una zappa dissodarla, nutrirla e farla ritornare fertile e produttiva. Abbiamo portato un po’ di vermicompost che l’ing. Cattaneo della C&F Energy è sempre pronto a donare per questi progetti sociali.

E via alla zappata liberatoria.

Giuseppe si è guadagnato la nomina di capo zappa sul campo. E’ venuta fuori tutta la sua esperienza maturata a Terzigno dove, con la mamma gestiva l’azienda di famiglia alle falde del Vesuvio, prima di perdersi nelle storie di droga…Come un capitano ha guidato il gruppo alle pratiche agricole. Pochi gli attrezzi, qualche zappa e rastrello ma quanta energia, quanta voglia di riscatto, in ogni gesto, in ogni momento.

In effetti più che ortaggi ho sempre avuto la precisa sensazione che questi ragazzi coltivassero la loro anima. Se l’ortoterapia è una pratica conosciuta e utilizzata nel caso di chi, come questi ragazzi, si trova in regime di reclusione la valenza mi sembra indubbia…Con quale delicatezza prendere la fragile piantina e sistemarla con cura nel terreno, il parallelismo con le proprie fragilità e immediato.

Zappettare, concimare, innaffiare.

Le coltivazioni all’interno dell’Icatt

In ogni azione una richiesta delle stesse attenzioni per se stessi e quando i primi frutti spuntano, la soddisfazione si legge negli occhi lucidi di commozione. Ad un certo punto fa la sua comparsa un’erbaccia: era la portulaca e senza pensarci su due volte, uno dei ragazzi in maniera istintiva la strappa.

Ecco – dissi – hai fatto quello che la società fa con te: ti ritiene un’erbaccia e senza troppi complimenti ti “strappa” .

Ma, fermiamoci un attimo: osserviamo ciò che abbiamo sotto gli occhi. Con la curiosità e lo studio scopriremmo cose di cui ignoravamo l’esistenza. Una metafora con quello che è la nostra stessa vita di una potenza educatrice che non ha uguali. E se applicassimo questo metodo a tutto ciò che ci circonda? Io penso che da quel giorno Giuseppe nella sua insalata aggiunge sempre qualche fogliolina  di “purchiacchella” e non si sente più un’ “erbaccia”.

Ci vuole un cambio di “visione” solo così ci potremmo definire società civile.

Ricette con la portulaca

Portulaca sottaceto

2-3 tazze di foglie e steli di portulaca, 250 ml acqua, 250 ml aceto bianco, 2 spicchi d’aglio, 1 cucchiaino sale, 1 cucchiaino semi di senape nera, 1 cucchiaino semi di nigella (cumino nero). 

Preparazione: Mettere in un pentolino l’acqua con l’aceto, il sale e gli spicchi d’aglio e portare a ebollizione. Stipare la portulaca in due barattoli capienti. Versarvi la miscela di aceto e i semi di senape nera e nigella, quindi chiudere i barattoli. Conservare in frigo per una settimana prima di consumare.

Pesto di porcellana

75gr di porcellana/portulaca, 2 cucchiai di parmigiano, 160 ml di olio evo, sale 

Preparazione: Pulite la porcellana tagliando le radici ed i gambi. Prendete le foglioline in cima e le più piccole che trovate lungo i gambi. Lavatele, poi immergendole in acqua fredda con un pò di bicarbonato. Dopo circa 10 minuti schiacquatele ed asciugatele. Mettete poi le foglie in un recipiente alto dove potrete frullarle con il mixer insieme al resto degli ingredienti.

Antonella Dell’Orto (* Biologa/contadina/ortoterapista)

Lascia un commento:

Top