Cinquant’anni di Archeoclub d’Italia, un viaggio nell’Italia archeologica CULTURA PRIMO PIANO di E'costiera Scritto giovedì, 14 Gennaio, 2021 20:31 Ultimo aggiornamento lunedì, 1 Marzo, 2021 13:11 Si festeggia mezzo secolo di attività con una serie di incontri online e con Noto, la città barocca siciliana e la “riapertura” del Museo civico archeologico. Archeoclub d’Italia ha compiuto 50 anni. Era infatti il 1971 quando nacque il “Centro di Documentazione Archeologica al fine di sostenere con un impegno concreto gli studiosi e gli esperti dell’archeologia nella divulgazione della conoscenza del Passato”. Per l’occasione 22 WeBinar racconteranno di questo viaggio nell’Italia archeologica con esperti attivi nel campo del turismo culturale. Si inizia (venerdì 15 gennaio, ore 18, in diretta sulla pagina FB dell’associazione) con un viaggio particolare a Noto, la città siciliana barocca che fu colpita, come tutta la Valle di Noto, da un forte terremoto del 1693. Così forte che raggiunse 7,7 della scala Richter. Il più potente che sia mai avvenuto in Italia. Distrusse la città di Noto ed altri 44 centri abitati. Persero la vita 60.000 persone. Si tratta dell’evento più catastrofico con il terremoto del 1908 di Messina e quello del 1169. L’annuncio è di quelli importanti per gli appassionati: a Noto riaprirà il Museo Civico Archeologico, alla luce di importanti reperti archeologici. Corrado Bonfanti: ancora molta strada da fare Noto antica, al centro della foto il sindaco Corrado Bonfanti “Siamo molto contenti di poter raccontare la nostra Noto Antica in occasione dell’evento nazionale per la ricorrenza del mezzo secolo di vita dell’Archeoclub Italia. La città distrutta dal terremoto dell’11 gennaio 1693 custodisce le origini della nostra comunità e il percorso intrapreso in questi anni è stato quello di andare alla ricerca di esse attraverso una ricostruzione storica con molte iniziative di valorizzazione del sito. In questo percorso – ha dichiarato Corrado Bonfanti, sindaco di Noto – è stata importante la collaborazione con le associazioni locali, tra le quali possiamo annoverare la sezione di Noto dell’Archeoclub, presieduta dall’archeologa Laura Falesi, curatrice dell’allestimento del nostro Museo Civico archeologico di prossima apertura. Abbiamo ancora molta strada da percorrere, ma siamo felici di poterla percorrere in ottima compagnia”. Il primo cittadino, in un comunicato stampa inviato dall’Archeoclub d’Italia, racconta anche delle collaborazioni con l’Isvna (Istituto per lo Studio e la Valorizzazione di Noto Antica), con l’Archeoclub di Noto che, propone ormai da 8 anni anche l’appuntamento “Nella Ferita la Cura – 11 gennaio 1693”, con la cooperativa Tempora e con il Club 4×4 Val di Noto, quest’ultimo organizzatore dell’evento “La Festa dell’Alveria” che ogni anno, a maggio, fa rivivere un momento storico legato a Noto Antica. Tra i progetti rientrano anche la trasformazione del caseggiato Mazzara in un punto informazioni con il progetto presentato dal Club 4×4 Val di Noto e la realizzazione di un docufilm con la regia di Sebastiano Deva sul terremoto del 1693. La riapertura del Museo Civico (in corso Vittorio Emanuele, nella Noto nuova) farà da “porta” su Noto Antica, conservando ed esponendo reperti provenienti dal Monte Alveria. Un progetto di valorizzazione che punta così finalmente a recuperare parte della sua storia. Già all’inizio della sua creazione il “Museo Civico di Noto” (come si legge sul sito del Ministero dei Beni Culturali) venne inaugurato nel 1988 e fu fondato per “conservare e preservare un’importante collezione di reperti medievali e post medievali, la cui datazione è antecedente al distruttivo terremoto dell’11 gennaio 1693”. Un’immagine di Noto antica Archeoclub d’Italia: 50 anni di storia “Era il 1971 quando per la prima volta in Italia, nasceva Archeoclub d’Italia fondata da esperti importanti come Massimo Pallottino, allievo di Giulio Quirino Giglioli e primo docente di Etruscologia alla Sapienza di Roma, Gianfranco Paci cattedratico di Epigrafia romana e Storia romana, il professor Romolo Augusto Staccioli, il filosofo Francesco Berni, ideatore e promotore instancabile – ricorda il presidente nazionale, Rosario Santanastasio – Nello stesso anno nacquero le sedi locali. ArcheoClub nacque come Centro di Documentazione Archeologica al fine di sostenere in modo concreto gli studiosi e gli esperti dell’archeologia nella divulgazione della conoscenza del passato. Oggi ArcheoClub conta ben 140 sedi in tutta Italia e 5000 soci e siamo una grande realtà. L’immenso patrimonio archeologico, storico – artistico, architettonico e ambientale presente sul territorio italiano costituisce da sempre una grande attrattiva per il mondo intero; custodirlo e valorizzarlo, richiamando i cittadini alla responsabilità e al dovere di collaborare con le istituzioni, in primis le Amministrazioni locali, le Università, le Soprintendenze, i Poli Museali, è stata la premessa sulla quale i fondatori hanno posto le prime basi e ArcheoClub c’è stipulando protocolli con queste importanti istituzioni e gestisce in Italia importanti siti archeologici, beni culturali, musei di cui i nostri volontari si prendono cura con costanza”. Archeoclub d’Italia Roma Caput Mundi, ancora di più nell’anno del GiubileoSe l’approccio alle nuove esperienze è quello giusto, allora persino sfidare la Roma del Giubileo può trasformarsi in un’impresa possibile. 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