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Banksy: in mostra a Noto opere dell’artista senza volto

Ultimo aggiornamento mercoledì, 6 Novembre, 2019   10:23

Anche la mostra (non ufficiale) di BanksyThe Show Must go on”, presso il Museo Civico S.Chiara a Noto, la città barocca siciliana (fino al 31 ottobre 2019) sta facendo discutere. E anche questa volta proprio per la sua “non ufficialità”, perché nessuna autorizzazione è stata rilasciata dall’artista (così come tante altre in giro per il mondo). Sul sito ufficiale appare così questa scritta “Members of the public should be aware there has been a recent spate of Banksy exhibitions none of which are consensual. They‘ve been organised entirely without the artist’s knowledge or involvement. Please treat them accordingly“. Ma al di là di questo aspetto che ricorre quasi sempre, è una mostra che racchiude un po’ i suoi lavori più conosciuti, e per gli amanti di questo genere, vale la pena visitarla.

Come intriga, oggi più che mai, chiedersi: ma chi è questa misteriosa icona mondiale ? Banksy è tutti e nessuno, è arte e politica. Appare e scompare come è stato l’ultimo suo blitz a Venezia. Da circa venti anni il mondo conosce solo il nome: Banksy, il misterioso artista della Street Art di Bristol. Ma nessuno in realtà sa chi sia davvero. Forse anche questo mistero ha fatto sì che diventasse un artista ricercatissimo, che disegna voragini illusorie, bambini e micetti sul muro della Cisgiordania. Colora poliziotti che si baciano; manifestanti che si lanciano fiori lungo le strade di Londra, New York; dipinge il volto di Steve Jobs su una discarica di Calais così da ricordare a tutti che anche lui era figlio di un rifugiato siriano. E poi altra immagine forte: la Madonna che appare nel centro di Napoli e al posto dell’areola appare una pistola. 

Banksy: Girl with Balloon

L’arte di Banksy trova spazio proprio dove gli altri vedono magari solo una brutta periferia, o un angolo abbandonato. Le sue opere lanciano sempre un messaggio: l’assurdità della guerra, l’inquinamento, l’omologazione, lo sfruttamento minorile. Con Banksy è stato stravolto anche il concetto di graffito: da atto di vandalismo a opera d’arte ricercata. 

“I graffiti – ha spiegato l’artista misterioso che annuncia e mostra alcuni suoi lavori sul profilo Instagram – sono uno dei pochi strumenti in mano a chi non ha quasi niente. E anche se non si inventa un’immagine in grado di cancellare la miseria umana, può sempre riuscire a strappare un sorriso”.

Nella mostra che si tiene a Noto, dove vale la pena andarci anche per il luogo dove si trova (si ammira il barocco della città e poi ci si immerge in queste opere metaforiche) è possibile ammirare da vicino alcune stampe che hanno fatto storia come “Rude Copper – 2002 (il “poliziotto britannico volgare” che punta il dito medio verso lo spettatore);  Golf Sale 2003 (un uomo che blocca tre carri armati, ricordando Piazza Tiananmen nel 1989); Happy Choppers – 2003 (gli “elicotteri felici” apparsi per la prima volta su un muro a Londra in forma di stencil, altra opera che lancia messaggi contro le guerre); Toxic Mary – 2003 (l’opera mostra la Vergine Maria che nutre suo figlio neonato con un biberon che contiene veleno). 

E poi i graffiti tra più amati e ricercati riprodotti come poster, cover, magliette: Girl with Balloon (l’immagine di una ragazzina con un palloncino rosso formato cuore che si allontana da lei); e Love is in the air (noto anche come Flower Thrower), apparso come un grande graffito a Gerusalemme poco dopo la costruzione del West Bank Wall. Grazie a questa opera, il muro è diventato una gigantesca tela d’arte per protestare contro la sua costruzione, con messaggi a favore della pace.

Banksy combatte in questo modo il “potere”, l’establishment, e ricorda a tutti che l’arte deve essere democratica e non solo riservata a una cerchia ristretta. Dimostra con la sua arte di strada come sia possibile trasformare le città in musei all’aperto, e dargli un volto nuovo. 

Alcune delle più importanti opere di Banksy

Redazione
Articoli redatti dalla redazione di e'Costiera
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