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Beach Litter 2020: sempre più rifiuti abbandonati sulle spiagge

Ultimo aggiornamento martedì, 4 Agosto, 2020   20:56

I mozziconi di sigarette, insieme a bottiglie di plastica, bicchieri e contenitori di bevande, continuano a farla da padrona lungo le spiagge italiane, nonostante le continue campagne ambientaliste. L’indagine “Beach Litter2020 di Legambiente non fa altro che confermare ogni anno ciò rende la risorsa mare, con la sua “valanga” di rifiuti che inevitabilmente finisce per andare a mare, tra i beni comuni più a rischio. Quest’anno ad aggiungersi alla lista ci sono le new entry: mascherine e guanti nell’era dell'”emergenza” pandemia.

Beach Litter 

L’indagine Beach Litter è iniziata nel 2014 sulle spiagge del Mediterraneo, e rappresenta una delle più grandi esperienze di citizen science a livello internazionale. Il protocollo utilizzato è sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, cui diverse associazioni comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più ampi database sui rifiuti spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo.

Legambiente: le spiagge monitorate in tutta Italia

Le spiagge monitorate 

Nel 2020 sono state monitorate una spiaggia in Basilicata; due spiagge in Calabria; dieci in Campania; due in Emilia-Romagna; due in Friuli Venezia Giulia; tre nel Lazio; una in Liguria; una nelle Marche; cinque in Puglia; otto in Sardegna; quattro in Sicilia; tre in Veneto; una in Umbria (sul lago Trasimeno).

I dati

43 le spiagge monitorate in tutta Italia. 28.137 i rifiuti censiti. 654 rifiuti ogni 100 metri lineari. 80% la plastica. 10% vetro e ceramica. 3% metallo. 2% carta e cartone. 2% gomma. 1% legno lavorato. Da dove provengono: il 10% dal consumo di cibo, il 15% dagli imballaggi, il 15% dal fumo, il 60% tra varie e indefinito. In 1 spiaggia su 3 monitorate, sono stati rinvenuti guanti usa e getta, mascherine o altri oggetti riconducibili all’emergenza pandemia. 

In Campania nuovi arrivati: le mascherine

E nell’era del Covid-19, le mascherine e i guanti vengono ormai rinvenuti ovunque e (ovviamente) anche lungo le spiagge campane. Così come è sempre la plastica ad invadere i litorali.  812 i rifiuti rinvenuti, in media, ogni cento metri percorsi lungo le 10 spiagge campane monitorate dai Circoli di Legambiente, campagna realizzata grazie al contributo di E.on e Novamont e raccontata da Goletta Verde, la campagna estiva dell’associazione ambientalista in difesa del mare e delle coste italiane.

Rifiuti sulla spiaggia foce fiume Garigliano

E così L’indagine Beach Litter di Legambiente presenta anche quest’anno una situazione critica per molti arenili campani: su 10 spiagge monitorate, per un totale di circa 63.000 mq, sono stati trovati una media di 812 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia per un totale complessivo di 8122 rifiuti.

In Campania sono state monitorate 10 spiagge: nella provincia di Caserta la foce del fiume Garigliano a Sessa Aurunca; nella provincia di Napoli, 2 spiagge a Napoli (Mappatella Beach e il litorale San Giovanni a Teduccio), l’Arenile Stabiese a Castellammare di Stabia, il lido delle Monachelle a Pozzuoli, la spiaggia libera Licola a Giugliano ; nella provincia di Salerno la spiaggia presso la foce del fiume Tusciano a Battipaglia, l’area protetta Legambiente Eboli, la spiaggia Magazzeno a Pontecagnano Faiano e la spiaggia del Caterpillar a Salerno.

La plastica è il materiale più trovato pari all’ 88% del totale dei rifiuti rinvenuti, seguita da metallo (3,3%), legno trattato (2,4%) e vetro/ ceramica (2,3%.) In una spiaggia su tre sono stati rinvenuti guanti, mascherine e altri oggetti riconducibili all’emergenza sanitaria. A farla da padrone per i polimeri artificiali sono per lo più frammenti di plastica e polistirolo con dimensioni comprese tra 2,5 e 50 cm ai 50 cm, mozziconi di sigaretta, tappi e coperchi per bevande. Vetro e ceramica si ritrovano soprattutto in forma di frammenti e di materiale da costruzione come tegole, mattonelle, calcinacci. 

Il 50, 3% di tutti i rifiuti monitorati da Legambiente sulle spiagge campane riguarda i prodotti usa e getta al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso e sono costituiti principalmente da mozziconi di sigarette (46,5%), bottiglie e contenitori in plastica, inclusi tappi ed anelli (24,6%), buste di plastica (9,7%)

La top ten dei rifiuti in spiaggia

Tra le prime dieci tipologie di oggetti rinvenuti nel monitoraggio di Legambiente troviamo, in ordine di classifica, pezzi di plastica (14%); mozziconi di sigaretta (14%); pezzi di polistirolo (12%); tappi e coperchi (7%); materiale da costruzione (5%), tra cui calcinacci e mattonelle, tubi di silicone e materiale isolante; pezzi di vetro o ceramica non identificabili (4%); bottiglie e contenitori di bevande (3%); stoviglie usa e getta, tra cui bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica (3%); cotton fioc in plastica (3%); buste, sacchetti e manici (2%).

L’emergenza Covid-19, in particolare, sta alimentando il falso mito che dall’utilizzo di dispositivi usa e getta derivi una migliore prevenzione del contagio, nonostante non vi siano motivazioni scientifiche o epidemiologiche a supporto. Legambiente invita a scegliere, ad esempio, mascherine lavabili e riutilizzabili per preservare risorse e ambiente in modo decisivo.

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