
Ultimo aggiornamento Friday, 6 November, 2020 14:54
Dieci anni dall’alluvione di Atrani. Dieci anni dalla morte della giovane Francesca Mansi, vittima della pioggia torrenziale che si abbatté il 9 settembre del 2010 sulla Costiera amalfitana. Presso la Biblioteca comunale di Amalfi, il Centro di Cultura e Storia amalfitana, nel giorno del decennale, ha riunito i rappresentanti di Italia Nostra Salerno, del Club per l’Unesco di Amalfi, del Comitato “Tuteliamo la Costiera”, insieme a geologi, per fare un’analisi su cosa si è fatto per prevenire situazioni simili.
Ancora mancanza di monitoraggi

La mancanza però ancora di un monitoraggio capillare e periodico sul territorio, è stata sottolineata dalla presidente del Centro di Cultura, Linda Di Lieto con la persistente criticità di un dissesto idrogeologico sempre più allarmante. E’ il primo dato che balza sotto gli occhi di tutti. Secondo Squizzato, già sindaco di Cetara e componente del consiglio direttivo del Club per l’Unesco di Amalfi, ha rimarcato come “questo incontro ha lo scopo di mantenere alta l’attenzione su un tema come quello della fragilità del territorio della Costa d’Amalfi troppo spesso martoriata da alluvioni e frane e dove purtroppo il rischio di abbassare la guardia sulla problematica del dissesto idrogeologico è sempre presente”. Inevitabile non pensare anche ad altri eventi del secolo scorso, come la disastrosa alluvione dell’ottobre 1910 (che interessò Cetara) o quella del 1954 che raccontano di continui livelli elevati di esposizione al rischio.

Aldo Cinque, già ordinario di geomorfologia alla Federico II di Napoli, nel suo intervento ha ricordato come un torrente come quello del Dragone :“abbatte e seppellisce e si riprende i suoi spazi”. Come dire: è inutile che poi parliamo di eventi inaspettati. Dieci anni è un periodo sufficiente per fare un’analisi di ciò che è stato fatto da quel giorno dove la forza dell’acqua (in seguito ad una “bomba d’acqua“) è stata così dirompente, che ha trasportato ogni cosa che incontrava lungo la sua strada (decine le autovetture parcheggiate lungo via dei Dogi e arrivate fino alla spiaggia), ostruendo e allagando la piazzetta simbolo di Atrani. Qui, in un bar dove lavorava, trovò la morte Francesca Mansi, ritrovata a mare (nei pressi delle isole Eolie) venti giorni dopo. A lei è dedicato il Premio Francesca Mansi per l’Ambiente “Quest’anno siamo alla settima edizione – spiega Michela Manzoni, per anni preside ad Amalfi e che ha conosciuto generazioni di giovani del territorio – valorizzando la sensibilità dei ragazzi, dobbiamo lavorare sulla conoscenza e arrivare attraverso loro ai genitori per una più diffusa attenzione su questi temi”.
Pericoli ancora presenti

“I pericoli allo stato ancora incombenti ad Atrani – evidenzia il geologo Vittorio De Benedetto, che ad Atrani vive e conosce il territorio, ponendosi un po’ fuori dal coro da altre analisi fatte fino ad ora da altri colleghi – traggono origine non dalle frane ma da esondazioni provocate da insufficienze idrauliche derivanti da condizioni naturali e artificiali esistenti”.
Ancora oggi mancano progetti adeguati. “Si lavora sempre su interventi postumi – ha sottolineato Gioacchino Di Martino, vice presidente del Centro di Cultura e storia amalfitana, nonché storico ambientalista della Costiera – ed è dinanzi agli occhi di tutti come la mitigazione dei rischi sia poco efficace. E’ in atto negli ultimi anni ciò che definisco un processo di ingabbiamento della Costiera con “lenzuoli metallici” che creano danni anche alla flora mediterranea, e insieme ai continui incendi e a disboscamenti selvaggi, con l’abbandono delle aree coltivate e il disordino idrico dovuto proprio all’abbandono, creano un’evidente fragilità mettendo in pericolo intere aree”.
Da anni si chiede una rete di telecamere
Si continua così, inascoltati, a chiedere agli enti territoriali, una rete di telecamere in grado di favorire un monitoraggio costante. “E’ evidente che c’è una grossa assenza da parte delle istituzioni pubbliche – sintetizza Rosario Di Pino, rappresentante del comitato Tuteliamo la Costiera che ha preso posizione contro i progetti di gallerie che trasformerebbero il volto della Costiera – e non c’è ancora nessuna cultura della prevenzione, come abbiamo registrato più volte durante questi anni, già prima con il comitato SOS Dragone”.

Come sia diventato un fattore culturale anche questo aspetto, l’ha ricordato Raffaella Di Leo, presidente di Italia Nostra Salerno: “Il lavoro dell’uomo che durante i secoli ha creato i terrazzamenti, con il sistema di canalizzazione delle acque, è lo strumento che gli abitanti della zona hanno applicato con intelligenza e che ha difeso la Costiera dal dissesto idrogeologico e ora questo sistema non viene sufficientemente curato”. Raffaele Mansi, papà di Francesca, ha voluto lanciare un altro ennesimo messaggio di speranza: “Facciamo in modo che il nostro ambiente fragile possa essere preservato nel migliore dei modi possibili, il Premio dedicato a Francesca è un esempio di come i ragazzi possano dare una maggiore sensibilità verso questo tema”. Intanto la ricerca e il monitoraggio, così come la progettazione della prevenzione e le misure di mitigazione del rischio, sono ancora argomenti che dopo dieci anni attendono di essere una realtà.
LEGGI ANCHE:
Atrani: pluviometri nei punti giusti per un allarme alluvione immediato
Atrani, dopo sei anni dall’alluvione quali sono ancora le criticità?
Il Premio Francesca Mansi ai giovani che guardano al futuro della Costiera amalfitana
Costiera amalfitana, il dopo incendi mette paura. Associazioni a raccolta ad Amalfi
Campania, con la pioggia e l’assenza di prevenzione, ritorna la paura anche a Positano
- No petcoke nelle cementerie, comitati di mezza Italia si appellano a CostaAUGUSTA – Associazioni ecologiste di 14 regioni si coalizzano per l’abrogazione del “Decreto Clini“, che permette alle cementerie italiane di bruciare i rifiuti: feeling finito con Sergio Costa? A prima vista sembra questa la lettura politica della lettera aperta,…
- Procida capitale della cultura 2022: la rivincita delle piccole isoleÈ la piccola isola di Procida la capitale italiana della cultura per il 2022. Ed ora inizierà anche la vera sfida: innovarsi ma rimanendo con la sua anima. Il riconoscimento è arrivato in diretta zoom. Ad annunciarlo è…
- Cinquant’anni di Archeoclub d’Italia, un viaggio nell’Italia archeologicaSi festeggia mezzo secolo di attività con una serie di incontri online e con Noto, la città barocca siciliana e la “riapertura” del Museo civico archeologico. Archeoclub d’Italia ha compiuto 50 anni. Era infatti il 1971 quando nacque…
- Dante a sette secoli dalla morte, Gargano commenta la CommediaNella ricorrenza del VII centenario della morte di Dante Alighieri (1321-2021) pubblichiamo alcuni articoli che fanno parte della raccolta De Comedia Dantis cogitationes (pensieri sulla Commedia di Dante) scritta da Giuseppe Gargano, storico medievalista e astronomo. Praefatio Il concetto di…
- Qualità della vita 2020, penalizzate città turistiche come Salerno e SiracusaUltimo aggiornamento Monday, 18 January, 2021 23:11 L’indagine sulla qualità della vita delle città italiane che pubblica ogni anno il quotidiano Sole 24 Ore, vede città che salgono e che scendono dal podio a causa proprio degli…
- Le Catacombe di San Gennaro per i turisti è tra le Best Onsite ExperienceLe Catacombe di San Gennaro a Napoli ma anche l’Acquario di Genova, la Collezione Peggy Guggunheim, il Palazzo Ducale, sono stati premiati alla 4^ edizione dei Global REMARKABLE VENUE AWARDS. Il premio che ogni anno viene organizzato e…