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Liste Augusta, fuga dai 5S: 10 consiglieri non si ricandidano. Lega isolata

AUGUSTA – Molte conferme, qualche sorpresa, e parecchie velleità. La presentazione delle liste per le Comunali di Augusta ha finalmente messo un punto fermo. Da mezzogiorno del 9 settembre tutti devono fare sul serio per conquistare l’elettorato, e arrivare al ballottaggio. O almeno, cercare di salvare il salvabile. Perché col deposito di candidature e simboli all’ufficio elettorale, già qualche primo verdetto è arrivato. Il più duro e sorprendente riguarda i 5 Stelle, partito che esprime l’amministrazione monocolore uscente. Nonostante il via libera arrivato dai vertici ad alleanza strategiche con forze civiche, la grillina Cettina Di Pietro arriva al giudizio delle urne senza il supporto di una lista del sindaco. Come 5 anni fa, dovrà fare conto solo sulla forza del marchio pentastellato. Che a differenza del 2015, però, appare alquanto usurato. Lo dimostra un elenco di aspiranti consiglieri dove figurano soltanto 7, dei 17 “portavoce” a palazzo San Biagio.

Di Pietro conferma 3 assessori insieme la novità Tudisco.

Cettina Di Pietro con Pino Pisani, il senatore 5S non è bastato a incoraggiare le candidature..

Sin dalla nascita, il “moVimento” ha dimostrato di saper rompere gli schemi tradizionali della politica. E ciò che altrove sarebbe elettoralmente mortale, come una rinuncia in massa dei consiglieri uscenti, magari per l’elettorato pentastellato può significare poco. Però questa diserzione balza agli occhi, considerato che per 5 anni hanno spinto la carretta col bilancio dissestato. Ora che i conti sono tecnicamente risanati e c’è la possibilità teorica di far diventare realtà un programma rimasto tutto sulla carta, il gruppo consiliare della prima ora batte sostanzialmente in ritirata. Altrettanto indicativo è che fra il poker di assessori designati dalla 47enne Di Pietro per il suo mandato bis, ci sia il solo volto nuovo di Paola Tudisco. Gli altri (Giusy Sirena, Omar Pennisi, Andrea Sansone) più che conferme di merito, sembrano un ripiego. Possibile che un partito al governo dell’Italia e alla guida del Comune, patrocinato dall’unico senatore che la città abbia mai avuto, non sia riuscito ad attirare volti nuovi con curricula prestigiosi?

Fdi molla Casertano, alla Lega resta la bicicletta con Db.

Massimo Casertano con l’assessora designata Gilda Emanuele.

Le urne spesso e volentieri hanno riservato sorprese, in maniera addirittura sorprendente quando si è trattato dei grillini. Perciò quello che oggi appare come un viale del tramonto tutto in discesa, potrebbe rivelarsi un’autostrada verso un’altra alba. D’altronde, a differenza delle coalizioni civiche, i 5S possono contare sulla forza del marchio. Ed è ciò su cui fa affidamento pure la Lega, dopo che gli alleati naturali del centrodestra l’hanno scaricata. Dal loro candidato Massimo Casertano si erano subito sfilati Forza italia e Udc. All’ultimo momento lo ha mollato pure Fratelli d’italia, cancellando persino la partecipazione alla competizione elettorale. I leghisti hanno cercato di tenere in piedi almeno una parvenza di coalizione, ostentando il logo di Diventerà bellissima accanto quello con Alberto da Giussano. Ma l’accoppiata col partito del governatore Nello Musumeci ha creato un pasticcio all’ufficio elettorale, per una questione di deleghe non conformi a quanto richiesto per un simbolo-bicicletta. Alla fine, comunque, i sovranisti sopravvissuti alla diaspora dovrebbero esserci, con la loro lista una e bina e gli assessori Gilda Emanuele, Francesco Sorge, Danila Passalacqua e Gianfranco Mignosa.

Gulino candidato alla Camera con Bossi nel 2006.

Pippo Gulino.

Anche se ridimensionata a una candidatura-Calimero, al 55enne Casertano la grinta però non manca. E mentre la coalizione di Pippo Gulino presentava le sue 3 liste, il salviniano faceva già girare l’altoparlante per sfidarlo pubblicamente il 10 settembre. Il confronto era chiesto sulla sua amministrazione anni Novanta, ma lo sfidato ha ovviamente declinato la “piazzata”. Peccato. Sarebbe stato interessante questo faccia a faccia fra un leghista di ultima generazione, e chi con la Lega Nord si è pure candidato alla Camera. Correva l’anno 2006, Umberto Bossi voleva ancora la Padania indipendente, e Raffaele Lombardo voleva imitarlo in Sicilia col Mpa. Quel marasma di indipendentismo regionale diede vita a una lista comune nella circoscrizione Sicilia 2, dove al numero 11 c’era il nome dell’ex sindaco di Augusta, dimessosi 3 anni prima. Una candidatura chiaramente di servizio, nella quota proporzionale senza preferenze. Che forse non ha lasciato tracce nemmeno nella memoria dei suoi assessori designati.

Triberio e Tribulato indicati nella giunta di Carrubba.

Massimo Carrubba

In queste Comunali 2020, infatti, il primato di anzianità politica e anagrafica appartiene al 68enne Gulino e alla sua compagine assessoriale. Dove, accanto alle più fresche Rosy Centamore e Alessandra Aloisi, figurano due pensionati con una vecchia carriera alle spalle: l’ex segretario territoriale Uil, Stefano Munafò, e l’ex comandante del porto, Angelo Cianci. Ha fatto invece una scelta decisamente più giovanile il concorrente diretto alla poltrona, il 57enne Massimo Carrubba. Anche questo penultimo sindaco di Augusta, come il predecessore di fine secolo, corre con 3 civiche. Ma per la giunta ha puntato sulle nuove leve emerse durante i tempi duri del grillismo imperante, Giancarlo Triberio e Biagio Tribulato. Due “tecnici” come Seby Pustizzi e Maria Coppola completano la sua quaterna di assessori. L’unico degli aspiranti primo cittadino a fare tombola con l’assegnazione delle poltrone nella stanza dei bottoni è invece il più giovane dei concorrenti, il 43enne Peppe Di Mare.

Di Mare da guinness dei primati: 4 liste, 6 assessori.

Peppe Di Mare, il capogruppo consiliare tenta il grande salto.

L’aspirante sindaco Di Mare, per primeggiare nelle urne prova la strada del guinnes dei primati. E’ stato il primo a depositare le liste civiche, l’8 pomeriggio. E sarà il primo a presentarle ufficialmente in grande stile, il 10 settembre sera, al Michelangelo di Brucoli. E’ l’unico ad averne messo in campo 4, sobbarcandosi il peso di raccogliere un migliaio di firme. Ed è l’unico ad aver indicato tutti e 6 gli assessori: il presidente della Storia patria Pino Carrabino, Cosimo Cappiello, Rosario Costa, l’avvocato Beniamino D’Augusta, Rosario Sicari, Ombretta Tringali. Una prova di forza, ma soprattutto un modo per tacitare le voci su accordi trasversali pre-elettorali, in caso di ballottaggio. Il 13 settembre, questo quintetto di candidati alla poltrona sindacale si troverà per la prima volta nella condizione di potersele dire in faccia. 

Stop veleni: i 5 candidati sindaco domenica a confronto.

Sia i due ex che vogliono tornare a Palazzo, sia la sindaca che ci vuole restare, sia la coppia che ambisce a migliorare il curriculum politico, hanno accolto la proposta di discutere collettivamente sulla “questione ambientale del nostro territorio legata all’inquinamento di origine industriale e della tutela della salute dei cittadini”. Le misure anti-Covid impediscono manifestazioni che possono trasformarsi in assembramenti incontrollabili. Perciò, “per conoscere nel dettaglio le loro posizioni in merito e i presupposti che intenderanno attuare nel caso in cui venissero eletti”, gli elettori dovranno affidarsi alle dirette social di un confronto a porte chiuse e presenze contingentate. A organizzarlo è Stop veleni. Che si chiama così da anni, ma in questo frangente suona anche come un invito a 360 gradi.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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