Capaccio, tra un campo di mais un impianto di Biogas all’avanguardia GLOBAL LOCAL PRIMO PIANO di Antonella Dell'Orto Scritto lunedì, 14 Settembre, 2020 17:29 A sostegno degli agricoltori e degli allevatori della Piana del Sele è stato realizzato un impianto di biogas che lavora con il “Green cyrcle sistem” con il ciclo del carbonio e dell’azoto, recentemente brevettato. Il nuovo impianto di biogas della C&F Energy a impatto ambientale pari ad emissioni 0, sorge a Capaccio Paestum in località Fuscillo. Una collocazione logisticamente perfetta, circondato da coltivazioni di mais, che quasi lo mimetizzano. Che fine fanno i reflui delle bufale? L’economia dell’area della Piana del Sele si fonda su prodotti agroalimentari di eccellenza con la produzione della mozzarella, il suo “oro bianco”. La popolazione bufalina in Campania è cresciuta (dal 1990 al 2018) del 324%, passando da 61.628 a 294.467 bufale, e tutte vengono allevate nelle “zone vulnerabili ai nitrati”, compreso il comune di Capaccio Paestum. Di conseguenza così la produzione di reflui in grande quantità è diventato un enorme problema. Ed ecco che la realizzazione di un impianto di biogas di ultima generazione, fa ben sperare per l’ambiente di un territorio che sta investendo tutto anche sul turismo. Impianto di nuova tecnologia L’ing. Giancarlo Cattaneo della C&F Energy Giancarlo Cattaneo, ingegnere e titolare della C&F Energy che ha realizzato già diversi impianti nella provincia di Salerno, dalla grande esperienza sui temi che riguardano la sostenibilità ambientale, spiega durante l’inaugurazione dell’impianto (avvenuta l’11 settembre) come si sia “ lavorato per realizzare, testare e brevettare una nuova tecnologia che consente di risolvere il problema dell’eccesso di nitrati negli allevamenti e al contempo offrire una soluzione concreta per contrastare la desertificazione imposta dalle colture intensive ed in particolare dalle serre”. Infatti gli scarti vegetali vengono utilizzati per compattare il compost che poi viene rivenduto come fertilizzante, quindi non si ha combustione. I gas poi vengono convogliati per la produzione di energia e non ci sono emissioni. “Ogni tecnologia va utilizzata pianificando a seconda della zona su cui viene realizzato l’impianto”, spiega l’attento ingegnere che ha una vera mission nella vita: rendere produttivo ciò che gli altri buttano via, arrivando ad ottenere prodotti utili alla stessa agricoltura. La moderna cupola L’immagine della cupola del nuovo impianto di biogas che sorge a Capaccio Paestum La cupola del nuovo impianto di biogas, che potrà essere un modello a cui ispirarsi, sembra voler ribadire i concetti fondamentali che sono alla base del progetto di economia circolare di cui questo tipo di impianti è espressione: una bambina, con il cannocchiale scruta l’orizzonte di un pianeta verde dove trova un’armonia tra tutti gli esseri viventi. La rosa di Paestum, a rappresentare il mondo vegetale. Il capitello dorico dei Templi di Paestum e la nostra storia millenaria, le bufale e le pecore, il regno animale, la saetta che rappresenta l’energia e il formaggio il buon cibo. “Tutto è in relazione, tutto è collegato, tutto è connesso”: l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, diventata un manifesto per il mondo dell’ambientalismo, ha fatto da “slogan” alla due giorni, tra inaugurazione e webinar (seminario in rete) che ha visto la presenza di imprenditori, mondo accademico, associazionismo e politici. Sono stati presenti all’evento, Luigi Frunzo e Maria Rao dell’Università Federico II di Napoli, Guido Bezzi del CIB, consorzio italiano di Biogas, che hanno evidenziato i diversi aspetti scientifici a sostegno di questa tecnologia e di questo modello. Bioeconomia ed educazione ambientale Un momento della benedizione dell’impianto di biogas “Questa è una tematica molto sentita nella piana del Sele – ha evidenziato Luigi Frunzo dell’Università Federico II di Napoli – con la sua popolazione di bufale ha estrema necessità di avviare processi di smaltimento reflui eco compatibili con il territorio”. Ed è proprio con l’esperienza sul campo e con dati reali come quelli portati da Pietro Caggiano, presidente della Covimer ed esperto vivaista ortofrutticolo della Piana del Sele, a sottolineare i risultati ottenuti dall’utilizzo in serra dei biofertilizzanti provenienti dagli impianti. La bioeconomia è un elemento fondamentale per un’intera area. A porre l’accento sull’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi finali è il presidente dell’Ente Foce Sele Tanagro, Antonio Briscione, evidenziando come le buone prassi possano essere importanti per tutto ciò che ne deriva. E poi c’è di mezzo anche e soprattutto l’educazione ambientale. E’ Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, a toccare l’argomento: “Alla base di tutto ci deve essere un nuovo modello di educazione ambientale – ha sostenuto Imparato – e un cambio di cultura e di approccio al nostro modo di stare in questo mondo che è l’unico mondo possibile, visto che non esiste un pianeta B. Occorre un’alfabetizzazione in direzione ambientalistica, necessaria per fare in modo che questi nuovi impianti vengano accettati dalle popolazioni, così come la politica dovrà favorirne la presenza sui propri territori”. Un particolare dell’impianto di biogas che sorge a Capaccio Paestum “Sono impianti di pace” a definirli così è Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, spiegando anche il perché di questo termine: “Non solo contribuiscono a smaltire i reflui ma producendo energia pulita – afferma Ciafani – riducono così l’importazione di gas fossile dall’estero con cui a volte si alimentano i conflitti. Sono impianti da disseminare in tutta Italia perché il nostro paese ha bisogno di incrementare la produzione di energia pulita e con le nostre produzioni agroalimentari, con il quale siamo famosi in tutto il mondo, ci possa essere un Made in Italy pulito anche dal punto di vista ambientale”. La presenza del sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, ha rimarcato poi il sostegno della politica verso questi progetti. E con la benedizione di Don Pietro Mari, è arrivata anche la speranza di un cambiamento necessario per onorare davvero la nostra Madre Terra. 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