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Augusta, don Prisutto al confronto candidati sindaco: rispettate mio ruolo

AUGUSTA – Scintille fra l’uscente Cettina Di Pietro e il suo predecessore Massimo Carrubba, nel primo – e probabilmente unico – incontro pubblico fra i 5 candidati a sindaco di Augusta. L’appuntamento organizzato il 13 settembre da Stop veleni nel parterre di “Bar Onda”, sulla provinciale per Brucoli, doveva metterli a confronto sulle tematiche dell’inquinamento insieme a Peppe Di Mare, Pippo Gulino e Massimo Casertano. E così è stato sostanzialmente. Almeno fino a quando i programmi elettorali enunciati dalla grillina si sono scontrati con la realtà del suo operato amministrativo. E’ stato a quel punto che il leader della coalizione centrosinistra ha affondato sulla distonia fra le marce antinquinamento della pentastellata, con tanto di fascia tricolore, e i suoi atti nella vicenda del rinnovo dell’Aia alla Esso. In sede di conferenza dei servizi, insieme a Melilli aveva contestato alla raffineria (subito dopo diventata Sonatrach) di non essere in regola col decreto 2011 riguardante i prelievi dalla falda. Solo quel Comune aveva poi fatto ricorso contro l’Autorizzazione ambientale, concessa ugualmente nel febbraio 2018. Mentre l’amministrazione 5S è rimasta inerte.

Carrubba a Di Pietro: incoerente pure sulla Maxcom.

Di Pietro ha contestato la “scorrettezza” dell’avversario, che trasformava un soporifero confronto sui programmi in uno scontro elettorale. E lo stesso ha fatto quando Carrubba si è soffermato sulla delocalizzazione del deposito costiero di carburante dal popoloso quartiere Borgata, sbandierata nei comizi grillini nonostante la loro amministrazione abbia dato parere favorevole alla Maxcom per l’allungamento del pontile. Abituata ai monologhi in consiglio, dove presidenze faziose le hanno consentito di tutto contro oppositori meno esperti, la sindaca è apparsa in evidente difficoltà appena si è trovata in un dibattito moderato super partes. Al punto che a un certo momento ha persino tirato fuori la solita “diffamazione”, con la quale intimorisce gli avversari a Palazzo San Biagio quando non sa come uscirsene. 

Toni più morbidi da Casertano, Di Mare e Gulino.

Al tavolo, però, la grillina sedeva con due ex sindaci che hanno visto ben altro di una minaccia di querela. E accanto ad altri due candidati che si sono fatti le ossa fra i banchi consiliari d’opposizione, con amministrazioni decisamente più coriacee dei 5S. Inoltre il Comitato aveva scelto come moderatore l’avvocata Giusi Nanè, perché “venendo da Siracusa non può essere influenzata”. Perciò, anche se Di Mare e Casertano hanno controllato la facile polemica contro Palazzo di città, alla fine Di Pietro ne è uscita malconcia. Nonostante avesse beneficiato del fair play del predecessore Gulino nel “puntualizzare” su alcuni strafalcioni, astutamente infilati per scaricare le colpe sulle amministrazioni precedenti. La sindaca probabilmente immaginava di “giocare in casa” dei vecchi compagni di strada, nelle marce per la qualità dell’aria. I quali, tanto entusiasti dei risultati ottenuti dal Comune 5 Stelle non devono essere. Il confronto Stop veleni l’aveva organizzato per impegnare i candidati sul tema inquinamento industriale, e a quello si è attenuto senza dare giudizi a nessuno. Però se don Palmiro Prisutto interpreta ancora il sentire comune, la loro delusione è grande quanto le attese che avevano riposte nel #cambiamento.

L’arciprete: se città è debole ho dovere di difenderla.

sopra: al microfono Giusi Nanè di Stop veleni, a destra don Palmiro Prisutto.
copertina, da sinistra: Cinzia Di Modica con Carrubba, Di Mare, Di Pietro, Gulino, Casertano .

Augusta ha imboccato la strada di un declino irreversibile”, dice l’arciprete ambientalista, invitato a intervenire. Rammenta di aver incontrato il ministro 5S dell’Ambiente, Sergio Costa. Rivela di riunioni e interlocuzioni ad alto livello, “di cui non ho dato notizia alla stampa“. Ricorda i tantissimi incontri per discutere sull’elevata mortalità per cancro, che poi non sono approdati a nulla di concreto. “A livello istituzionale non c’è attenzione: perché nessuno interviene?”. Don Prisutto parla di Gnl pericoloso, di turismo scientemente negato, di autismo stranamente elevato nella zona. Lo fa con l’accetta, come suo solito, usando espressioni e concetti che lo rimetteranno nell’occhio del ciclone. Ne è consapevole, ma “voglio che il mio ruolo venga capito e rispettato. Se la mia città è debole, io ho il diritto e il dovere di difenderla”.

“Temi ambientali non sono esclusivi di una parte”.

Tutti gli aspiranti sindaci assicurano di considerare l’arciprete da combattimento come una risorsa, che la loro amministrazione valorizzerà. Lo fa intendere pure chi – come il cattolico Di Mare – qualcosina avrebbe da contestargli, in merito a qualche sgradevole post sul logo di una sua lista. Però nulla gli rimprovera in diretta streaming elettorale. Meno remore ha Casertano, che con diplomazia dissente dalla continua ricerca del clamore mediatico: soluzioni non ne ha portate, in compenso ha attirato tanta cattiva pubblicità. “Le pressioni vanno fatte nelle sedi opportune, bisogna venire fuori dalla logica della autocommiserazione”, dice il leghistaPure Carrubba è garbato nei toni con don Prisutto. I concetti però sono più tranchant. Se la partecipazione alle sue iniziative “si sta affievolendo”, la giustificazione del ricatto occupazionale vale fino a un certo punto. Secondo l’ex sindaco, pesa invece il fatto che “i temi ambientali non possono essere esclusivi di una parte”. Dice perciò di “aprire una riflessione da parte vostra, su come si sta conducendo questa importante battaglia”. E’ un larvato riferimento alla percezione comune – tuttavia sempre smentita categoricamente – che ci sia un filo diretto con la politica dei 5 Stelle

Stop veleni, “lezione” ai politici di chi lotta col cancro.

Nelle due ore e passa di confronto sotto una tettoia martellata a tratti dalla pioggia, tolte le punzecchiature e i misteriosi incontri al vertice dell’arciprete, di notizie vere e proprie non ne sono venute fuori. Nè potevano uscirne, per la complessità della tematica e l’assenza di competenza del Comune, in merito alle normative ambientali sulle multinazionali del petrolio. Le buone intenzioni dei candidati erano scontate in partenza. Meno scontata era l’assenza delle asperità dialettiche che Di Mare ha mostrato in questi 5 anni di opposizione consiliare. E soprattutto è apparsa sorprendente la melliflua vaghezza nelle risposte del centrista Gulino, ex sindaco di lungo corso cui non mancano esperienza e argomenti per scaldare l’uditorio. Difficile che i 5 aspiranti sindaci si incontreranno di nuovo tutti insieme, da qui al 4 ottobre. Più facile che se le manderanno a dire, nei comizi o sui social. Però una cosa resta impressa, dall’iniziativa di Stop veleni: sono le toccanti testimonianze di chi sta lottando col cancro. Di belle parole ne hanno sentite tante, durante la serata e negli ultimi anni. Ora qualcosa l’hanno voluta dire pure loro. E non l’hanno fatto sui programmi elettorali, ma sulla vita che conducono. Chiunque metterà la fascia sindacale farà bene a ricordarseli, quando sale scale di Palazzi dove contano solo l’ambizione e il “realismo politico”. 

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

2 thoughts on “Augusta, don Prisutto al confronto candidati sindaco: rispettate mio ruolo

  1. Ti inviterei a scrivere articoli riportando solo i fatti e non i tuoi commenti o sentimenti personali che dirottando il lettore in un senso o nel tuo senso… specie quando si discute di SALUTE E MORTE. Si mette paglia sopra il fuoco e non ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di positività di speranza di idee e il ruolo del giornalista può e deve scrivere messaggi che chiudono in bene, CHE LANCIANO IL CORAGGIO. Il sarcasmo, la negatività, le punzecchiate che si leggono tra le righe non fanno bene!!! Sono pronta al confronto. Con affetto e stima Elisabetta pasqua

    1. Sintetizzare due ore e mezza di un faccia a faccia fra politici in poche righe comporta necessariamente scelte opinabili su cosa è importante riportare e cosa invece omettere. Inoltre in quel dibattito fra candidati a sindaco non si parlava di “salute e morte”, ma di programmi elettorali sul tema inquinamento industriale. Infine, il “ruolo del giornalista” nel riferire su un confronto di idee non è quello della maestrina da libro Cuore per “scrivere messaggi che chiudono bene”. Semmai è alimentare il dibattito collettivo sul tema trattato, arricchendolo con il punto di vista di chi – per professione – è un po’ più smaliziato del lettore comune nel distinguere fra facile propaganda e proposta concreta. A volte “sarcasmo, negatività e punzecchiate che si leggono fra le righe” possono essere più efficaci a “lanciare il coraggio”, rispetto ad articoli di mera trascrizione stenografica delle dichiarazioni. Se col cielo nuvoloso Tizio dice che sta per piovere e Caio invece che uscirà il sole, sarebbe un articolo inutile quello di un giornalista che non andasse alla finestra a vedere, e scrivere cosa ne pensa.

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