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Augusta, ancora pesci soffocati alle saline: ignorati avvisi di pulire i canali

AUGUSTA – E alle saline di Augusta tutti i pesci vennero a galla, puntualmente a inizio autunno come ogni anno. Il 14 settembre le vasche di fronte l’ospedale si sono nuovamente costellate di fauna ittica senza vita. A decine sono affiorate le carcasse, nelle zone dove maggiore è l’infiorescenza di alghe. Qualche esemplare di cefalo che galleggiava, era già stato notato nei giorni scorsi. Però è stato lunedì mattina che il fenomeno della moria si è reso visibile in tutta la sua avvilente evidenza. I responsabili della sanità pubblica hanno già allertato i veterinari, per analizzare i campioni raccolti e accertare le cause che hanno sterminato gli esemplari di maggiori dimensioni. Ma ancora una volta tutto sembra riportare all’eutrofizzazione negli invasi, causata dai canali di collegamento col mare otturati. Secondo gli esperti, l’assenza di costante ricambio nelle acque stagnanti determina la mancata ossigenazione delle stesse. Un fenomeno che si aggrava con il surriscaldamento atmosferico degli invasi, e con i temporali che dilavano le sostanze depositate dal traffico veicolare nelle strade adiacenti. 

Legambiente: ogni settembre si ripresenta il problema.

Su questa concatenazione di cause come responsabili delle ricorrenti morie, ne è pienamente convinta Legambiente“E’ sempre il solito discorso”, commenta il portavoce Enzo Parisi. Parlando senza mezzi termini di “scarsa o nulla manutenzione delle saline Regina”. Da anni gli ambientalisti lanciano appelli a ripristinare la funzionalità degli antichi canali per collegare le vasche con le acque aperte del Golfo Xifonio, occlusi e sostituiti da nuovi collettori quando si è realizzato il lungomare Granatello“Apriamo i condotti, e se ancora non basta vediamo se è il caso di modificarli”, dice l’esponente ecologista. Che non è il solo a spingere per una soluzione tutto sommato relativamente semplice ed economicamente abbordabile, persino per un Comune dissestato come è stato quello di Augusta. Lo aveva già chiesto Italia nostra, quando per un’analoga moria di pesci aveva denunciato il sistematico insabbiamento dei nuovi sbocchi a mare. I quali, fra l’altro, avevano alterato l’antico equilibrio nel ricambio.

Chiesta da Asp opera preventiva ma per Utc non serviva.

Ancora una volta l’amministrazione degli assessori ambientalisti col tagliaerba in diretta social, si è fatta trovare impreparata di fronte a un fenomeno previsto e prevedibile. Pare infatti che l’Asp, come già accaduto per il pozzo alla Villa poi collassato, avesse avvisato per tempo i Lavori pubblici. Sollecitandoli alla pulizia dei condotti, per evitare il ripresentarsi del fenomeno eutrofizzazione. Ma la risposta dell’Ufficio tecnico sarebbe stata che i canali erano “aperti”. Fino a che punto lo fossero, tuttavia, nessuno è andato a controllarlo. In ogni caso, da quello scambio di corrispondenza è accaduto qualcosa che li ha fatti ostruire al punto da provocare una crescita anomala di alghe palustri. “È necessario che tutti s’impegnino e agiscano per migliorare la situazione attuale. Le saline potrebbero essere un ottimo punto di partenza per lo sviluppo sostenibile. Dobbiamo difendere ciò che la natura ci ha donato e che rappresenta il nostro passato, il nostro presente e soprattutto il nostro futuro. Il territorio è nostro, a noi il compito di proteggerlo e di preservarlo nel tempo”. Così scriveva Italia nostra dopo l’ennesima strage di fauna ittica alle Regina. Ed era il lontano 2016.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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