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Un viaggio nella Puglia della Valle d’Itria con le sue diversità 

Il nostro itinerario ci porta questa volta in Puglia, nella Valle d’Itria, tra oliveti dove ogni  esemplare di olivo è un vero e proprio monumento della natura. I paesini bianchi incastonati nelle colline e il paesaggio puntellato dalla particolare forma a cono dei trulli. Le luminarie e i mercatini natalizi hanno fatto da richiamo. Così raccogliamo i pensieri e le emozioni per raccontare questa scorribanda nella terra delle Puglie.

Scorribanda” non lo usiamo casualmente ma, quando ci spostiamo più che a un gruppo di quelli che siamo abituati a vedere in giro, con la guida con tanto di bastoncino e bandierina, noi siamo sempre un po’ anarchiche, ci piace così, con più senso di libertà. Sulla “diversità” della Puglia, rispetto alle altre regioni del mezzogiorno – così ci racconta la guida del Touring Club che è stato il nostro breviario in questi tre giorni – molto si è scritto. Una diversità ambientale e paesaggistica che va dal Tavoliere, immensa distesa pianeggiante, alle ondulazioni collinare delle Murge, fino alle coste tra Adratiche e Ioniche così frastagliate e diversificate.

Antonella Dell’Orto nel tour pugliese

Di sicuro questi territori non hanno bisogno di artificio per essere considerati meta di turismo, ma questa modalità ha destagionalizzato il turismo rendendo queste terre attrattiva anche in inverno, e non è cosa da poco visto l’indotto economico che crea, dovremmo prendere esempio da questo anche per le nostre zone interne della Campania che stanno subendo un abbandono e uno spopolamento preoccupante. Dalle nostre parti fiumi di convegni e parole ma poi il tutto non cambia, il grido di allarme viene costantemente lanciato sui social da chi di turismo se ne intende, e mi riferisco a due persone, entrambe si chiamano Peter Hoogstaden e Peter Amann

L’uno con la sua agenzia di viaggi Genius Loci ha portato migliaia di turisti sulla Costiera amalfitana, e sta provando a farlo anche nel Parco dei Picentini e Parco del Cilento; l’altro con le sue guide dedicate al Cilento ci fa entrare nel cuore dei territori. Ebbene, entrambi denunciano un ritardo da parte degli amministratori nel dare sostegno e forza alle tante iniziative che privati e associazioni avviano, dimostrando poi che, se queste non vengono amplificate, sostenute dagli enti il tutto risulta vanificato.

Prima tappa Monopoli, ci ritorno volentieri e, come la prima volta, non delude le aspettative. Come dice la mia amica Maria Rosaria Sannino, nei luoghi bisogna ritornarci più volte, in più stagioni, con persone diverse ed ogni volta quel luogo ti sembrerà diverso. La guida, iscritta all’albo regionale delle guide turistiche della regione Puglia, ci accompagna per strade del centro antico con le sue chiese, dalle facciate barocche, i sui palazzi nobiliari, le affacciate dirette sul porto vecchio con i caratteristici gozzi ormeggiati. È il giorno dell’Immacolata e, dopo un buon piatto di pesce crudo, specialità indiscussa del posto, non manca la tradizione con le pettole e le cartellate.

Il viaggio in gruppo con le sorelle Dell’Orto

Nel pomeriggio ci spostiamo ad Ostuni, la città bianca, ed è qui che dormiremo. Anche questa volta la scelta è l’ospitalità diffusa ed è qui che la nostra identità di “banda” più che gruppo viene fuori. All’arrivo troviamo gli host che ci accompagnano nelle casette ognuna diversa come diverse siamo noi. Non è facile, più comoda sarebbe la scelta di un albergo convenzionale, ma la sensazione di trovarsi, almeno per due giorni a vivere nei centri storici dei luoghi, continua ad essere il punto distintivo di questi viaggi.  Il valore aggiunto al tutto è sempre quello di aver la possibilità di dormire nel cuore del centro storico. Solo così si può realmente abbracciare la storia, la cultura di un territorio. Ci siamo sentite tutte un po’ gnomi in quelle piccole casette bianche. Il soffitto a volta ci ha accolto come un grembo materno . Piccoli rifugi che costudiscono l’identità della Puglia. E grazie a questa esperienza “Ostuni mi è entrata nel cuore cuore” questo uno dei messaggi in arrivo sulla chat al nostro rientro. 

La sera Ostuni ci accoglie con una fiumana di gente raccolta sotto la colonna di Sant’Oronzo in attesa dell’accensione dell’albero di Natale, un gioco di luci e musica accompagna il tutto.  L’indomani mattina tutte fino alla cattedrale il cui rosone è il più grande d’Europa, secondo solo a quello della cattedrale di Notre Dame. Colazione con cappuccino e pasticciotto e poi via verso Cisternino e Locorotondo. 

La passeggiata a Cisternino con l’affaccio sul paesaggio della Val d’Itria, perdersi tra le stradine del borgo e poi bombette e salsiccia. Qui le macellerie si sono specializzate e cucinano direttamente la carne scelta ai banconi. 

Locorotondo ci accoglie con i suoi vicoli tutti addobbati con decori natalizi, un’atmosfera veramente magica e, nonostante il fiume di gente, anche qui una guida ci porta a visitare chiese e palazzi, si può abbinare sempre l’aspetto più frivolo alla cultura. Non ci facciamo mancare le “pettole e il vin brulé“. Rientriamo ad Ostuni e decidiamo di mangiare tutte insieme allo stesso ristorante. ”Quando si mangia insieme si resta uniti” ed è a tavola che poi si creano quelle relazioni che trasformano la banda in gruppo. 

Tra i trulli di Alberobello

L’ultimo giorno è dedicato ad Alberobello, cittadina dichiarata patrimonio Unesco. Il tempo però non ci è favorevole e ci rovina un po’ la giornata, anche se le più attrezzate del gruppo sfoderano dalle valigie mantelli antipioggia e ombrelli, e chi le ferma queste donne. Si, perché, piccolo particolare è che questi gruppi sono quasi sempre al femminile, questa volta di maschi c’era solo l’autista e mio fratello! E così ancora una volta più che viaggi mi sembrano “fughe”. Almeno per qualche giorno si fugge vie dalle innumerevoli incombenze che gravano su noi donne: madri, mogli, figlie, e ci dedichiamo un po’ di tempo solo a noi stesse! 

Alla prossima, allora. Allacciate le cinture che “viaggiare” non finisce qui! 

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