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Venustas: la mostra sulla bellezza delle donne nell’antica Pompei

Ultimo aggiornamento venerdì, 18 Settembre, 2020   09:07

Quali creme, trucchi, profumi, abiti, gioielli, impreziosivano le donne ai tempi dell’antica Pompei dall’VIII al VII secolo a.C. fino al I sec. d.C.? La mostra “VENUSTAS. Grazia e bellezza a Pompei”” che si tiene negli scavi di Pompei presso la Palestra grande – fino al 31 gennaio 2021  (orario apertura 9.15 – 16.40) racconta di tutti quegli oggetti di vezzo e di moda che le donne indossavano. Un’ideale di perfezione e bellezza. Oggi come nell’antichità.

Venustas è il termine latino che riassume questi ideali ricercati e ambiti, in particolare dal mondo femminile in ogni epoca, e dà nome alla ricca esposizione.

Alcuni dei reperti in mostra a Pompei

Circa 300 i reperti rinvenuti nei vari siti del Parco Archeologico di Pompei: il villaggio protostorico di Poggiomarino, le necropoli protostoriche di Striano e quella di Età Arcaica di Stabia, i santuari di Pompei e di Stabia, le ville di Oplontis e Terzigno, ed infine l’abitato dell’antica Pompei ed il suo circondario. Uno sguardo a un aspetto della vita quotidiana delle epoche passate, quello della bellezza e della gioia di vivere, interrotta con violenza dalla furia del Vesuvio.

Con questa mostra – ha dichiarato Massimo Osanna direttore del Parco archeologico di Pompei e neo direttore generale dei musei del Mibact, – raccontiamo storie di vita quotidiana in cui le donne hanno sempre svolto un ruolo legato alla loro presentabilità in pubblico e dunque storie degli oggetti utilizzati per pettinarsi o di ornamento o, ancora per il trucco”.

La mostra ha un suo percorso cronologico e si sviluppa su 19 vetrine che raccontano la storia del territorio e di tutto quanto attiene alla sfera della bellezza femminile. E così è possibile ammirare spilloni, ambra e bronzo, ampolline profumiere contenenti gli aromi che venivano bruciati per ingraziarsi gli dei. Così come sono presenti numerosi ex voto donati sia per grazia ricevuta sia per invocare protezione. E, ancora, statuette di divinità ornate di gioielli; oggetti per l’igiene come le pinzette per la depilazione o i bastoncini in bronzo e osso per la pulizia delle orecchie. Spesso si trattava di veri e propri set da bagno composti da strigile che servivano per detergere il sudore, da boccette con olio profumato, oltre agli oggetti da toeletta delle donne quali pissidi in osso e bronzo, con spatole e cucchiaini per amalgamare e spalmare le sostanze cosmetiche. E poi specchi in argento e bronzo, spesso dalle forme del tutto particolari, fabbricati per soddisfare il gusto della matrona richiedente.

La mostra Venustas

Molti gli ori ritrovati nel corso degli scavi effettuati a Pompei o nel suo circondario. Tra essi sono esposti alcuni preziosi pezzi ritrovati ancora sul corpo delle vittime dell’eruzione: l’armilla serpentiforme (bracciale a forma di serpente) ritrovata nello scavo di Murecine, con la dedica all’interno “Dominus ancillae suae” (il padrone alla sua schiava (che fa pensare ad un rapporto speciale tra i due) e l’altra rinvenuta nella “Casa del bracciale d’oro”. E poi varie sculture: le statue delle muse Polimnia e Erato, protettrici,  della poesia sacra e della poesia amorosa, il piccolo marmo della dea Venere e un affresco raffigurante un matrona ingioiellata.

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