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Adsp, aiuto da sindacati dopo dietrofront centrodestra su monopolio

Giuseppe Di Mare e Manlio Messina.
copertina, il porto commerciale di Punta Cugno.

AUGUSTA – Arriva il “soccorso rosso” della triplice sindacale alla governance portuale che piace ai sindaci Fratelli d’italia, vicini al capocorrente siciliano Manlio Messina. “I chiarimenti ci hanno convinti”, scrivono in un comunicato congiunto del 14 dicembre le federazioni di settore aderenti a Cgil, Cisl e Uil. Ringraziando “per l’attenzione dimostrata alle richieste dei lavoratori” sia il presidente dell’Autorità di sistema, Francesco Di Sarcina, che “i sindaci di Catania, Enrico Trantino, e di Augusta, Giuseppe Di Mare. In realtà le segreterie catanese e siracusana Trasporti corrono in aiuto sul monopolio venticinquennale dei servizi a terra e della stazione marittima, proposto da un mini consorzio con capofila la palermitana Osp. A mettere seriamente in crisi la scelta manageriale della Adsp Sicilia orientale, proprio in vista della scadenza a fine mese della gara, è stato il brusco altolà arrivato il 12 dicembre dal consiglio comunale etneo. Che con un voto schiacciante di 19 consiglieri contro 9 ha approvato bipartisan una mozione, dove si sconfessa tanto il project financing messo a bando dalla Adsp, quanto il sostanziale nullaosta politico dato dall’amministrazione Trantino sponsorizzata dal ministro Francesco Lollobrigida. Uno sgambetto confezionato tutto all’interno del centrodestra, termometro di una frattura nella coalizione che probabilmente va oltre le falde dell’Etna.

Mpa guida la rivolta contro il monopolio targato Fdi: con Lega e Fi firma pure qualche meloniano.

Francesco Di Sarcina in consiglio a Catania, in basso a destra Enrico Trantino.

L’entrata a gamba tesa contro il primo cittadino Fdi porta la firma dell’alleato Mpa, che sotto il vulcano ha fatto meglio dei suoi consiglieri augustani, più appiattiti sulle posizioni del sindaco meloniano all’ombra della Porta Spagnola. Il gruppo catanese dell’ex governatore Raffaele Lombardo, a fine novembre, aveva presentato un’articolata interrogazione consiliare a Trantino. Che rimasta senza risposta si è trasformata in un’ostica mozione alla quale hanno contribuito le firme di Forza italia, Lega, Nuova Dc, e persino di qualche consigliere Fdi. Oltre quelle appartenenti alla minoranza di Pd e 5 Stelle. Un fronte compatto che ha spiazzato Di Sarcina, proprio quando pensava di aver condotto indenne in porto un’operazione monopolio da 174 milioni e 400 mila euro, con la compiacenza dei piani alti di tutti i partiti, centrosinistra incluso. “E’ un tema per niente fresco”, lamenta il presidente Adsp nel suo intervento a Palazzo degli Elefanti, ricordando che “è stato un tema caldo anche per il Comune di Augusta“. Ma a tirarlo in aula a Palazzo San Biagio allora era stata l’opposizione, e pure lì le insofferenze nella maggioranza erano apparse evidenti, anche se rientrate al momento di arrivare al dunque.

Di Sarcina spiazzato dalla “sfiducia” dei partiti al governo a due settimana dalla chiusura gara.

Il presidente Adsp ospite nel consiglio di Augusta.

Lo streaming della seduta consiliare catanese ora restituisce un presidente dell’Autorità di sistema con meno sicumera di quella mostrata due mesi fa nell’aula augustana, dove presenziava silente anche la vicesindaca Tania Patania, imprenditrice portuale le cui due aziende di famiglia fanno parte del quintetto di imprese aspiranti al monopolio nei porti orientali dell’Isola. Di Sarcina si era anche lasciato andare a espressioni sopra le righe, rilassato dall’aria di casa respirata a San Biagio grazie al sindaco-sponsor Di Mare, e incoraggiato dalla claque di Marina Noè, presidente di Assoporto ed ex assessora regionale del neo-democristiano Totò Cuffaro. Ai consiglieri etnei ha ripetuto le tesi esposte allora. E cioè che “il project financing è previsto dalla legge“. Che “come tutti gli strumenti può attagliarsi al gradimento di taluni, e non al gradimento di altri”. Che “sono stati previsti 44 servizi, di cui 38 mai fatti”. Che si vuole risolvere la “attuale incapacità di erogare servizi di qualità adeguata, un po’ come accade per il porto di Augusta“. Che “buona parte del lavoro sarà messo in subappalto“. E che grazie a un monopolista “il livello occupazionale avrà una stabilità”. Alla mozione che gli contesta l’impossibilità di un’offerta concorrente in soli 60 giorni di bando, peraltro soggetta al diritto di prelazione del proponente il progetto di finanza, il manager di Stato replica facendo osservare che “il codice degli appalti consente opere bandite in 30 giorni”.

Cgil, Cisl e Uil Trasporti di Siracusa e Catania difendono project financing contestato da operatori.

Raffaele Lombardo a Città della notte.

Risposte che hanno convinto Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti al limite dell’entusiasmo. Definendo il project financing come “una iniziativa per la prima volta di grande portata, a cui questi territori non sono abituati”. Ed evidentemente non vogliono ancora abituarsi, almeno a Catania. Considerato che il consiglio comunale di quella città, la cui economia non riceve dal porto quanto invece ricava Augusta sia in termini netti che percentuali, ha bocciato l’iniziativa Adsp con una “mozione dal consenso trasversale quasi unanime”. Durante il dibattito, l’autonomista Serena Spoto aveva inoltre detto di “non comprendere perché l’Autorità di sistema ha messo insieme terminal crociere e servizi più disparati, che si potevano spacchettare per far partecipare le aziende più piccole”. Chiedendo anche perché il progetto di una nuova stazione marittima da 14 milioni di euro, peraltro finanziata dalla Port authority per quasi la metà, “non è mai stato pubblicizzato con una manifestazione d’interesse“. Alla fine il “senato” catanese ha impegnato sindaco e giunta “all’adozione di ogni azione, atto o provvedimento amministrativo volto a sospendere sine die o ad annullare la procedura per l’affidamento in concessione mediante finanza di progetto“. Un atto più simbolico che sostanziale, ma che diventa una mazzata sulla governance Adsp se è indice di una politica che le volta le spalle, e non solo nei Palazzi del governo.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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