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Costiera amalfitana, il dubbio sui tamponi che non dicono tutto sui contagi

Ultimo aggiornamento venerdì, 11 Dicembre, 2020   21:19

A distanza di 10 giorni dal lockdown soft imposto dal Governo, in Costiera amalfitana i numeri dei nuovi contagi cominciano apparentemente a scendere. Apparentemente perché a tutt’oggi, tranne che per il Comune di Maiori, non è per nulla semplice capire il rapporto tra il numero dei nuovi contagi rispetto al numero dei tamponi processati (come invece accade ogni sera per il bollettino nazionale).  

In altri termini, è evidente che meno tamponi si fanno e meno nuovi positivi si individuano. Se, ad esempio il sabato e la domenica si fanno addirittura zero tamponi, come si potranno avere nuovi positivi? Comunque, dall’ottimismo che si legge in giro, c’è da pensare che chi possiede queste informazioni, ha motivi sufficienti per esserlo. Ecco perché si preferisce enfatizzare il numero giornaliero dei guariti (il totale è di 215) rispetto ai nuovi positivi (il totale dei positivi ad oggi, 24 novembre, è di 418). 

TABELLA GUARITI DAL COVID-19 in data 24 novembre 2020

A noi rimane invece qualche dubbio. Il primo riguarda il numero dei morti. È vero che, come si sottolinea, erano ultrasettantenni ed il sindaco di Minori rimarca ulteriormente dicendo che sono morti “con COVID” e non “di COVID”, ma parliamo pur sempre di 6 vite umane spezzate. 

TABELLA POSITIVI AL COVID-19 in data 24 novembre 2020

E poi, se non avessero contratto il virus, queste persone sarebbero morte? Inoltre c’è da chiedersi: perché l’onda della crescita dei contagi sembra aver avuto una battuta di arresto? 

Ripartenza dopo Natale?

La prima risposta ovvia è che appunto c’è una correlazione diretta con il lockdown che stiamo subendo di nuovo – anche se in maniera più allentata – dopo quello di oltre 2 mesi tra metà marzo e metà maggio. Ma c’e’ qualcuno a cui fa piacere rimanere chiuso in casa senza avere neanche la possibilità di prendere la macchina per andare a gustare un caffè con un amico in un paese vicino? Non ne parliamo poi dei danni enormi a tanta parte del tessuto economico. Ed il grande problema che oggi abbiamo di fronte è: fino a quando?  Domenica sera (22 novembre, ndr) il sindaco di Maiori, che a fine ottobre già mostrava ottimismo e parlava di venirne fuori in 15 giorni – nel frattempo con il lockdown è accaduto esattamente l’opposto -, nel suo videomessaggio ha parlato addirittura di ripartenza dopo Natale. 

L’USCA dell’Esercito Italiano (con la presenza di tre medici) allestito presso il Porto di Maiori

I numeri a disposizione ci dicono cose diverse. 

Premesso che, come abbiamo già scritto, la Costiera amalfitana è paragonabile alla nave “Diamond Princess”, è evidente che a Cetara la percentuale di positivi rispetto alla popolazione sfiora complessivamente il 5% mentre a Maiori – ed ancor di più nel resto degli altri 11 Comuni – non raggiunge neanche il 2%. Ma pure il motivo sembra sufficientemente chiaro: il numero di tamponi fatti a Cetara, sempre ovviamente in percentuale, supera di gran lunga quello di tutti gli altri singoli Comuni.  Insomma, più tamponi si fanno più positivi si trovano ed una volta isolati si diminuiscono le probabilità di ulteriore diffusione del contagio.  E questo, in 12 Comuni su 13, non è accaduto. Perciò è fondamentale individuare bene le priorità per tentare almeno di non rimanere impantanati per tantissimo tempo in questa situazione. 

Innanzitutto, si può solo proseguire con questi pochi tamponi – nell’ultima settimana non si è arrivati neanche a 400 – che continuano ad essere fatti a passo di lumaca? Così come pure l’isolamento in maniera sicura dei positivi rimane un’altra cosa fondamentale. 

Intanto, tranne Cetara, a Maiori siamo ancora fermi ad una “manifestazione di interesse” per trovare i locali idonei allo scopo. E, per i restanti Comuni, nessuno ne ha neppure parlato. Forse non si è ancora capito che la pandemia è adesso! Certo, la guerra si può combattere anche in difesa organizzando bene l’assistenza. Ma dopo aver visto quanto accaduto qualche settimana fa a quel nostro sfortunato concittadino di 70 anni di Ravello, rimasto in autoambulanza per 4 ore davanti all’Ospedale di Salerno e poi, nonostante il tardivo ricovero, e’ deceduto, è sempre meglio non trasferire questa guerra negli ospedali, sopratutto in quelli campani.  La via maestra rimane l’attacco. Più positivi asintomatici si individuano e prima si riesce a tornare ad un briciolo di normalità.

Perché i sindaci della Costiera amalfitana non prendono sul serio quanto è stato fatto in Alto Adige? In 72 ore, nell’ultimo fine settimana, sono stati fatti oltre 300.000 tamponi rapidi. Tra l’altro, i nostri sarebbero meno di un decimo. E, come già si sapeva, se ce ne fosse stato ancora bisogno, è stato trovato ben un 1% di asintomatici sommersi. Per combattere ed arginare questo virus bisogna innanzitutto capire come si propaga. Altro che, come invece continua a ripetere Andrea Reale, la situazione è “sotto controllo” e “caro De Luca la Costiera ti vuole bene”. In fondo l’Alto Adige sempre Italia è. Non stiamo parlando della Corea del Sud.

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