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Consiglio Augusta, piccoli gruppi crescono: pronto il cambio dello Statuto

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   18:18

AUGUSTA – Sciolto il nodo presidente e vicepresidente, il nuovo consiglio comunale affronta quello dei gruppi consiliari. La riduzione del numero dei consiglieri da 30 a 24, non ha intaccato il limite minimo di 3 componenti fissato dalla Statuto comunale. Un problema non da poco, vista la composizione molto eterogenea dell’assemblea. Dove solo i 5 Stelle e Nuovo patto per Augusta hanno superato la soglia necessaria per fare squadra a sé. Ma se per le 3 liste a supporto della sindacatura Peppe Di Mare mettersi insieme non è una difficoltà, lo diventa per le altre 5 riuscite ad entrare a Palazzo San Biagio. Specialmente per quelle come Civica per Augusta, Augusta 2020 e Democratici progressisti, che alla prima seduta si sono già frantumate su fronti opposti. Una ciambella di salvataggio potrebbe arrivare però proprio dalla maggioranza che sostiene l’amministrazione. Marco Stella, subito dopo la sorprendente elezione alla guida dell’assemblea, ha convocato per 48 ore dopo tutti gli eletti nel suo ufficio di presidenza. In agenda l’abbassamento a 2 componenti del quorum per i gruppi, in modo che ognuno possa avere un proprio rappresentante in conferenza dei capigruppo. “Più è partecipata e meglio è – ha spiegato –, perché è come aver già svolto mezza seduta prima ancora di andare in aula”.

Triberio: fuori dall’aula per rafforzare il centrosinistra.

Giancarlo Triberio.
copertina, Marco Stella parla e Pippo Gulino (sullo sfondo) ascolta.

La soluzione di cambiare lo Statuto al ribasso, oltre a garantire maggiore “democrazia” sull’ordine del giorno, ha inoltre il non trascurabile vantaggio di risolvere parecchi problemi ai nuovi arrivi nella maggioranza. Per raggiungere la fatidica asticella di 14 seggi, Di Mare e Stella ne hanno dovuto rastrellare 9 fra gli avversari della campagna elettorale. Con effetti dirompenti tanto nell’alleanza messa in piedi da Massimo Carrubba, quanto nella coalizione di Pippo Gulino. Nei carrubbiani è imploso il progetto per la ricostruzione di un centrosinistra di governo, imperniato intorno la lista dei Democratici progressisti. Il consigliere di Ar1, Giancarlo Triberio, è rimasto infatti ancorato ai guliniani. “Con lealtà ho condiviso la scelta di effettuare l’apparentamento deciso da tutta la coalizione a cui appartenevo, convinto di rafforzare in consiglio la voce e la forza del centrosinistra, ha scritto in un post. Spiegando la scelta di abbandonare l’aula insieme ai fedeli superstiti del candidato sindaco sconfitto, fra cui quello di Forza italia, “per non partecipare a nessun mercato delle vacche”. Preferendo quindi restare “all’opposizione di un’amministrazione di destra“. Opinione che tuttavia non ha condiviso il suo compagno di lista Roberto Conti, di area Pd, entrato invece senza problemi “ideologici” nella maggioranza trasversale.

Mangano: ho votato per agire subito su crisi economica.

da sinistra, Manuel Mangano con Biagio Tribulato e Giuseppe Tedesco.

A supporto della sindacatura Di Mare è accorso anche Manuel Mangano, presidente nazionale di Bella storia e enfant prodige dei renziani in Sicilia. Il più giovane eletto a San Biagio, vi è arrivato con l’unica lista carrubbiana che non si era apparentata a Gulino. Però ha sentito la necessità di spiegare via social la sua posizione, presumibilmente poco digerita da alcune frange di sostenitori. “Ci siamo presi le nostre responsabilità, abbiamo votato il presidente e vicepresidente del consiglio, rimanendo in aula dall’inizio alla fine della seduta”. Il ventiduenne consigliere sottolinea la necessità “di agire nel più breve tempo possibile per la risoluzione della crisi idrica, oltre alla volontà di lavorare per limitare la crisi economica che colpisce aziende e attività commerciali del nostro territorio”. Un concetto che si ritrova anche nella dichiarazione di Stella, diffusa a mezzo Facebook il giorno dopo la sua elezione-choc. “Come ho detto in aula, ora è il momento della rappacificazione fra gli avversari elettorali; il momento di dare all’amministrazione comunale la serenità necessaria per affrontare le difficili sfide che la pandemia e la collegata crisi economica ci mettono davanti”. Il neo-presidente del consiglio lancia anche un messaggio nella bottiglia. “In questi lunghissimi anni di impegno politico la mia porta è stata sempre aperta per chiunque avesse una buona idea o una bella proposta: oggi, a maggior ragione, continua a esserlo ancora di più. Per tutti”.

Bongiovanni: opportunità per fare un centrodestra forte.

seduto, secondo da destra, Nello Bongiovanni (repertorio).

Stella in sostanza si spoglia delle etichette di centrodestra, dove una Sinistra da ricostruire cerca di piazzarlo per darsi un’identità, continuando nella linea del “civismo” che ha portato Di Mare ad espugnare Palazzo di città. D’altronde per collocarsi c’è sempre tempo. Magari a ridosso delle elezioni regionali, dove l’amministrazione appena eletta non può certo lasciare facilmente campo libero ai forestieri. “Ribadiamo la necessità di ricostruire tutta quell’area di centro destra che Augusta aspetta da anni; è fondamentale avere e ricostruire un centro-destra forte, autorevole che sia un punto fondamentale di riferimento per tutti”, scrive Nello Bongiovanni, sindacalista e coordinatore provinciale di Riva destra. “Basta egoismi, basta personalismi, coinvolgimento, confronto e lealtà. Su queste basi noi ci siamo e ci saremo ma è chiaro che la parte principale deve essere fatta da chi ha avuto il consenso elettorale“, aggiunge esplicitamente. Definendo inoltre “un grave errore politico, l’abbandono dell’aula da parte di Gulino e affini. L’ex sindaco, oltre Triberio e il forzista Corrado Amato, si è tirato dietro i 4 consiglieri della sua lista personale. I 2 eletti sponsorizzati dal circolo Noi per Augusta li aveva già persi per strada, ma a bruciargli particolarmente è stato il cambio di campo di Augusta 2020.

Gulino, Augusta 2020, e il “muoia Sansone coi Filistei”.

Marco Niciforo.

Marco Niciforo e Salvatore Errante, all’ultimo momento, hanno voltato le spalle al dominus della loro coalizione. Troppi passi indietro si sono dovuti inghiottire in questi mesi, al fine di garantire a Gulino la tenuta di un’alleanza patchwork, per perdere pure questo treno. “Traditori”, li ha definiti in aula Milena Contento, che del loro movimento era stata una delle colonne. L’ex dirigente provinciale Pd vi aveva comunque tenuto un piede dentro, nonostante si fosse candidata nella lista del sindaco sconfitto. Ma il giorno dopo essersi separati a San Biagio, le loro strade si sarebbero divise pure nelle chat di Augusta 2020. L’ingresso nella maggioranza ha fatto piombare il movimento civico in uno psicodramma, che ricorda quello dei demoprogressisti quando si apparentarono coi guliniani, appena pochi giorni prima imputati nei comizi di “opacità” per ogni genere e tipo. Fibrillazioni più emotive che politiche, segno che le passioni scatenate dalla campagna elettorale non si sono ancora sopite nonostante l’amministrazione Di Mare abbia iniziato a navigare all’insegna del “volemose bene”. Chi lo conosce dagli anni Novanta, quando guidava il Comune con una forte impronta personalistica, sa che Gulino poco sopporta l’emancipazione di creature politiche che ritiene “sue”. E c’è da scommetterci che magari stia covando l’idea di un personale adattamento del biblico “muoia Sansone con tutti i Filistei”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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