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Augusta, en plein Di Mare: maggioranza e Stella presidente del consiglio

AUGUSTAPeppe Di Mare ha una maggioranza e il consiglio comunale ha un presidente con lui legato a doppio filo. Si è concluso nel migliore dei modi l’esordio a Palazzo San Biagio del nuovo sindaco di Augusta. Il 23 novembre, infatti, 14 consiglieri su 24 hanno eletto alla presidenza proprio il capogruppo della coalizione vincente, Marco Stella. Quando aveva iniziato le trattative disponeva solo di 5 voti, compreso il suo. Ma a poche ore dalla seduta decisiva ha trovato quelli necessari per far decollare la nuova amministrazione. Il sostegno aggiuntivo è giunto da 5 dei 6 eletti con le liste collegate a Massimo Carrubba, nonché da altri 4 che si erano candidati con Pippo Gulino. E il colpo di scena è arrivato proprio dal fronte dello sconfitto al ballottaggio del 18 e 19 ottobre. Perché se i 2 rappresentanti di Noi per Augusta si erano già da tempo sganciati dall’alleanza perdente, i 2 di Augusta 2020 si sono invece aggregati al vincitore solo all’ultimo momento. Spiazzando i vecchi compagni di strada, che li consideravano come la guardia pretoriana dell’ex sindaco. Un errore di valutazione, che poi hanno bissato abbandonando i lavori senza partecipare alla votazione. A differenza dei 5 Stelle, che invece hanno mantenuto il loro annunciato ruolo di “opposizione senza ostruzionismi”, restando in aula e votando una candidatura di bandiera.

Stessa maggioranza di 14 per Tribulato a vicepresidenza.

Marco Stella, al centro, con Biagio Tribulato eletto vicepresidente.
copertina, il nuovo presidente del consiglio col sindaco Pappe Di Mare,.

Cosa siano “costati” politicamente alla coalizione Di Mare i nuovi arrivi, si vedrà solo nelle prossime settimane. La prima cambiale però è già stata pagata ai carrubbiani la sera stessa, con Biagio Tribulato alla vicepresidenza del consiglio eletto con una votazione fotocopia della prima. E cioè con i 14 voti di quella che oramai è la nuova maggioranza, cui hanno fatto da contrappeso simbolico le 3 preferenze alla grillina Roberta Suppo. L’ex vicesindaca dell’amministrazione precedente sarebbe comunque in predicato di guidare il gruppo dei 5S, di cui fanno parte il rieletto Marco Patti e l’esordiente Chiara Tringali. Per tutti gli altri le caselle sono ancora da riempire. Specialmente per i guliniani, che in poche ore si sono trovati senza Marco Niciforo e Salvatore Errante. Su Salvo Serra e Maria Grazia Patti avevano già perso le speranze da un po’, quando il loro riferimento politico Saro Salmeri ne aveva annunciato il passaggio di campo. Sui carrubbiani Roberto Conti, Margaret Amara, Manuel Mangano e Giuseppe Tedesco – oltre allo stesso Tribulato – non avevano mai fatto veramente conto. Sperando solo che veti incrociati e gioco al rialzo avrebbe fatto naufragare l’accordo, alla fine comunque trovato su Stella.

I 7 di Gulino disertano il voto, con loro Fi e Art1.

Milena Contento e Giancarlo Triberio

Gulino ha cercato fino all’ultimo di tenere in gioco il pallino. Per qualche giorno si era persino proposto alla presidenza, proprio per tenere serrate le fila. Alla fine ha mollato, lasciando via libera alle aspirazioni di Milena Contento per la poltrona. L’ex vicepresidente provinciale del Pd, nonché ex assessora di Carrubba, però non ha trovato l’intesa con la maggioranza nemmeno sul filo di lana. Così al microfono ha poi avuto parole di fuoco verso i “traditori”, prendendosela anche con la distribuzione dei posti a sedere “che non fa vedere visivamente l’entità dell’opposizione“. La quale, al netto del terzetto grillino che fa gioco a sé, al momento si sostanzia nei 7 che hanno lasciato l’aula. Oltre alla ex dirigente dem e all’ex sindaco degli anni Novanta – rimasto silente nonostante fosse tornato a sedere su un banco consiliare dopo 27 anni – hanno disertato la votazione gli altri 3 consiglieri del Nuovo patto per Augusta (Giuseppe Assenza, Mariangela Birritteri, Giuseppe Montalto). A loro si è aggiunto Corrado Amato, in procinto di diventare coordinatore di Forza italia. E Giancarlo Triberio, riferimento di Articolouno che al primo turno era nella coalizione Carrubba, e si era apparentato “tecnicamente” coi guliniani in occasione del ballottaggio.

Decisivi Carrubba, Salmeri e il dietrofront di Niciforo.

Marco Niciforo.

A parte la reazione stizzita di Contento, che ha persino invitato le colleghe consigliere “a non fare le alzatrici di mano”, il dibattito consiliare non ha offerto spunti particolari. Se non qualche pacata risposta agli aventiniani, per aver iniziato il loro mandato con una fuga inusitata dal voto per la presidenza. “Un incomprensibile sgarbo istituzionale”, l’ha definito Andrea Lombardo. Che insieme a Ciccio La Ferla, Rosario Sicari e Paolo Trigilio è arrivato nella sala intitolata a Giacinto Franco con la coalizione Di Mare. Anche il discorso presidenziale di Stella – più emozionato di quanto volesse dare a vedere – è stato un classico per chi ha quella carica istituzionale:“Ogni campagna elettorale inizia e finisce; ora rappresento l’intero consiglio, organo distinto e distante dall’amministrazione”. Semmai questa prima seduta ha messo subito in luce come Palazzo San Biagio sia tornato a essere un luogo di confronto, e non di contrapposizione. Dove persino i grillini sembrano essersi “normalizzati” nel ruolo di oppositori, pur sempre tenaci ma senza quelle inquietanti derive populistiche degli esordi. “Questa città fa pace con la politica”, ha sintetizzato Niciforo. Ora bisogna vedere cosa produrranno i politici pacificati.

I nuovi arrivi in maggioranza, al microfono Margaret Amara.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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