SIRACUSA - Prima il pasticcio delle Zone economiche speciali nate per stare intorno ai grandi porti, come da direttive europee, ma allargate dalla Regione anche alle zone dell'interno lontane dal mare. E adesso il "giallo" sui miliardi che dovranno finanziare gli investimenti esentasse, nonché "franchi di legge" su vincoli ambientali

AUGUSTA - Prima concede il via libera a una Zona economica speciale che deroga tutte le norme urbanistiche, senza nemmeno consultare preventivamente Google map e accorgersi che sono state infilate pure le ex saline. Poi, un mese e un giorno dopo, fa marcia indietro "chiedendo una parziale rettifica" visto che

AUGUSTA - Aree militari e oasi naturalistiche che non ci dovrebbero essere, eppure ci stanno. Complessi industrializzati che sarebbe stato apparentemente ragionevole inserire, e invece non figurano. Terreni promossi e altri confinanti bocciati, distribuiti sulla cartografia come coriandoli senza un intellegibile criterio di contiguità. Sulla Zona economica speciale "a macchia di

AUGUSTA - Errore marchiano, come sospetta Legambiente, o in silenzio si sta "ridisegnando" lo sbocco di Augusta sul Golfo megarese a scapito delle vecchie vasche per il sale, come teme Italia Nostra? L'unica cosa certa è che, stando alla cartografia allegata al Piano di sviluppo strategico per la Zes, il

AUGUSTA - Nel trionfalistico tripudio bi-partisan sulle nuove Zone economiche speciali, si alza la voce dissonante di Diem25. Che in un comunicato del 17 agosto avverte:"Le Zes dimenticano bonifiche e vincoli ambientali". A firmare il documento è uno dei coordinatori regionali, Giuseppe Schermi, consigliere d'opposizione ad Augusta ed ex assessore