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Augusta, la Zes d’agosto non incanta Diem25: cancella i vincoli ambientali

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   22:44

AUGUSTA – Nel trionfalistico tripudio bi-partisan sulle nuove Zone economiche speciali, si alza la voce dissonante di Diem25. Che in un comunicato del 17 agosto avverte:“Le Zes dimenticano bonifiche e vincoli ambientali”. A firmare il documento è uno dei coordinatori regionali, Giuseppe Schermi, consigliere d’opposizione ad Augusta ed ex assessore al Porto nell’attuale amministrazione 5 Stelle. Il quale, “nonostante dal 7 agosto attende ancora copia della corrispondenza intrattenuta tra Comune e Regione, da una sommaria ricognizione delle aree individuate” si è accorto che “emergerebbe la sottrazione alle attuali norme di tutela “di oltre 500 ettari su un totale di 700″.

Schermi: nuovi insediamenti in Zone di conservazione.

La sforbiciata alle “pastoie” burocratiche per chi vuole insediare nuove attività, riguarderebbe aree soggette a vincoli ambientali” e altre “già caratterizzate per le bonifiche in area Sin. In sostanza, denuncia Schermi“in queste aree destinate a nuovi insediamenti industriali rientrerebbero Zone speciali di conservazione quali vasta parte delle saline di Augusta”. Insieme alle aree umide,“apparentemente in palese contrasto con le stesse linee guida regionali“, nella Zes taglia-vincoli ci sono anche “l’idroscalo e il terreno agricolo retrostante”. Mentre a Siracusa il provvedimento per “industria facile” riguarderebbe “vaste aree agrumetate”.

Contestato l’inserimento del deposito costiero Maxcom.

Diem25 contesta la prosecuzione della vocazione industriale per l’ex centrale Enel Tifeo. “Insistendo a fianco di Megara Hiblaea andrebbe piuttosto integrata col Parco” che tutela le rovine di una delle più antiche colonie greche in Italia,“in un percorso integrato di archeologia industriale“. Ma l’obiezione più forte di Schermi è soprattutto sulle scorciatoie Zes estese anche alla Maxcom, il deposito di carburante che si trova nel cuore del quartiere Borgata. Un sito che andrebbe delocalizzato, perché “incompatibile con la vasta area residenziale circostante”. La cui riconversione produttiva invece viene “agevolata”.

Torna il progetto di spostare i serbatoi e fare grattacieli?

Per l’area Maxcom c’era un vecchio progetto di incentivare la società a delocalizzare i serbatoi a ridosso della stazione, per spostarli in un terreno dato dalla Marina nei pressi dell’idroscalo. La base militare, in cambio, avrebbe avuto la fascia costiera di collegamento fra il comprensorio di Campo Palma e la stazione di bunkeraggio vicina lo scalo ferroviaria. La società petrolifera veniva incentivata alla “permuta” con la possibilità di edificare due torri residenziali di 9 piani, nel terreno liberato dai serbatoi. L’operazione era “sponsorizzata” da forze politiche locali che sostenevano il primo governo Berlusconi. E incontrò ostacolo proprio nell’amministrazione comunale di segno politico opposto, sensibile alle istanze delle forze sociali e ambientaliste dell’epoca post-terremoto. Un vecchio progetto che la Zes potrebbe adesso riportare in vita.

“Incomprensibile data 5 agosto e senza concertazione”.

Le campagne dell’ex Idroscalo a ridosso di Punta Cugno.
Copertina, il deposito costiero Maxcom

Schermi oggi definisce “incomprensibile la scelta di andare il 5 Agosto a difendere la scelta di queste aree, senza alcuna preliminare condivisione delle scelte con i rappresentanti cittadini e le associazioni presenti sul territorio”. Il riferimento è alla spedizione palermitana che Cettina Di Pietro ha fatto insieme al deputato grillino Filippo Scerra, opportunamente propagandata come un grande risultato per aver ottenuto l’inserimento di aree oggi contestate.“Il porto sarà il vero cuore dell’area Zes della Autorità di Sistema Portuale del mar di Sicilia Orientale: un risultato ottenuto sul filo di lana”, ha scritto la pentastellata sulla pagina social “sindaco di Augusta“.

Di Pietro però esulta: nuove aree sono grande risultato.

Di Pietro conclude il suo post affermando che “il risultato raggiunto è un esempio di politica a favore del territorio, perché con l’istituzione delle Zone Economiche Speciali si consentirà alle aziende di poter lavorare, produrre e creare utili di cui beneficerà tutto l’hinterland”. Considerazioni che il suo ex vicesindaco non condivide affatto. E non solo per l’assenza di concertazione, su una decisione così cruciale per il territorio. “Chiedo un profondo ripensamento delle Zes in area Sin, che ricordo inizialmente erano state escluse per i rischi ambientali di nuovi insediamenti industriali”, replica Schermi. Concludendo che “occorre piuttosto vincolare i benefici delle Zes ai nuovi investimenti per le bonifiche“.

I vecchi dubbi di Zappulla sulla Zes “cavallo di Troia”.

Per il coordinatore regionale di Diem25, oggi “appare incomprensibile mettere ancora una volta lo sviluppo industriale antagonista dello sviluppo culturale ed ambientale del territorio”. Invece quanto accaduto era perfettamente comprensibile già nel momento in cui, grazie al precedente governo Pd, veniva varata una Zes “congegnata come un cavallo di Troia“, come ebbe a definirla già 2 anni fa l’allora deputato Pippo Zappulla. Una Zona economica speciale dentro la quale mettere nelle mani di pochi soggetti istituzionali, la possibilità di approvare nuovi insediamenti produttivi scavalcando altri organi e derogando a qualsiasi strumento vigente. Relegando la famosa “democrazia partecipata” a un giochino per pc con cui imbambolare gli elettori.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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