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La Regione pubblica il Piano, Zes taglia-vincoli alle saline di Punta Cugno

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   22:47

AUGUSTA – Nella Zona economica speciale non c’è il deposito costiero Maxcom alla Borgata di Augusta, come aveva garantito la sindaca Cettina Di Pietro fugando i timori del suo ex vicesindaco Giuseppe Schermi. Ma ci sono invece le saline di Punta Cugno, come avevano anticipato Diem25 e Legambiente, nonostante la cartografia dell‘Autorità portuale sembrasse averle escluse in un primo momento. E ci sono pure le pendici del parco dell’hangar. Oltre alle aree agricole retrostanti le banchine commerciali, alcune delle quali si erano trovate al centro di una spinosa disputa legale intentata dal potenziale erede ai nuovi compratori. Con la pubblicazione del “Piano strategico Zes Sicilia orientalesul sito ufficiale della Regione, il 22 agosto, le vicende del “porto franco” escono dalle ambiguità dei “si dice” per cristallizzarsi nella certezza delle polemiche.

Maxcom fuori da Zes, c’è invece la Tifeo vicino Megara.

Documenti, quelli contenuti nelle 388 pagine del Piano regionale, destinati a mettere sul piede di guerra gli ecologisti. Almeno quelli – per dirla come la loro bandiera storica Enzo Parisi – che hanno un“approccio olistico” alla questione ambientale. Perché, oltre alle vasche sopravvissute a ridosso dei piazzali portuali, nelle aree Zes di Augusta ce n’è anche una adiacente all’ex centrale Enel Tifeo. Collocata proprio a un tiro di fionda dagli scavi di Megara Hiblaea, e inserita fra quelle tutelate come “beni paesaggistici”. Insomma, se la nuova Zona economica viene presentata come un futuro prossimo venturo di benessere economico, intanto deve fare i conti con un presente che desta molte perplessità.

L’area Enel Tifeo, planimetrie tratte dal Piano strategico Zes della Regione

Comitato di indirizzo con “poteri assai significativi”.

La diffidenza più forte sul nuovo strumento per attrarre investimenti, riguarda proprio la gestione della Zes. Affidata a un Comitato di indirizzo dalla composizione ristretta, ma dalla grande capacità decisionale. Forse pure troppa, da come la descrive lo stesso Piano. “Si tratta di poteri assai significativi, che vanno dalle attività amministrative necessarie a consentire l‘insediamento delle imprese, ad attività di verifica e controllo in caso di eventuale cambio di destinazione urbanistica di aree private interne alla Zes, richiedendo all’uopo un parere alla competente Prefettura”. Ma c’è dell’altro.

Possibile approvare i progetti derogando a Via e Vas.

“Al Comitato è attribuito il compito più stringente: esso promuove protocolli e convenzioni tra le amministrazioni locali e statali interessate, volti a disciplinare procedure semplificate e regimi procedimentali speciali sulla base dei criteri derogatori“,specifica il documento della Regione. La parola “deroga”, che già la comune esperienza carica di molti significati, assume una sfumatura particolare considerando un altro passaggio del Piano Zes. Laddove puntualizza che “la nuova normativa viene a incidere, riducendoli, su molteplici termini procedurali; ivi inclusi quelli destinati a procedure di Valutazione di impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Autorizzazione ambientale integrale, Autorizzazione unica ambientale”.

“Criteri derogatori” sulle autorizzazioni paesaggistiche.

Inoltre, fra le “rilevanti modalità di snellimento procedurale, per accelerare l’insediamento, la realizzazione e lo svolgimento dell’attività economica nelle Zes” la legge del 2017 “prevede l’applicazione di criteri derogatori alla normativa vigente” anche “in materia di autorizzazione paesaggistica, in materia edilizia e in materia di concessioni demaniali portuali”. Per usufruire di questa corsia privilegiata, che aggira in slalom montagne di autorizzazioni, non è nemmeno necessario pagare le tasse in Sicilia. “Dai termini utilizzati, si evince che per beneficiare del credito di imposta le imprese non saranno tenute a spostare la loro sede legale all‘interno della Zes; basterà solo una unità operativa”. 

Possibili ampliamenti, diversificazioni e nuovi impianti.

Il documento pubblicato dalla Regione spiega che “risultano agevolabili gli investimenti – in macchinari, impianti e attrezzature varie – relativi alla creazione di un nuovo stabilimento; all’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente; alla diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente, e a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente”. Per una Zes nata allo scopo di agevolare il traffico portuale, stranamente, nel “elenco dei settori esclusi” ci mette quelli “della costruzione navale, dei trasporti e delle relative infrastrutture”.

Schermi sfida Di Pietro a un confronto pubblico.

C’è poi tutto il capitolo delle linee guida che chiedono di “privilegiare le aree a titolarità pubblica, infrastrutturate e prive di vincoli ambientali o di altra natura”. E qui rischia di aprirsi un altro fronte di polemica più strettamente locale: quali proposte ha portato la sindaca grillina nei tavoli di concertazione alla Regione? E su quali criteri si è basata per avanzarle, visto ad Augusta nemmeno il consiglio comunale è stato consultato su un argomento così delicato? Schermi, che è consigliere d’opposizione oltre che coordinatore regionale Diem25, glielo vuole chiedere in “un urgente confronto pubblico”.Di Pietro raccoglierà questo guanto di sfida?

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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