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Cavagrande Cassibile, Riserva in fumo. Acquanuvena: ora il catasto incendi

Ultimo aggiornamento domenica, 27 Marzo, 2022   20:44

Trenta ettari in fumo, e in pieno inverno. La Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile, ricade nei comuni di Noto, Avola e Siracusa. E’ un luogo dove la natura regala uno spettacolo unico di ciò che è la Sicilia sud orientale più nascosta, fatta di canyon incredibili, determinati da secoli di erosione di corsi d’acqua, e da una vegetazione che regala scenari diversi in ogni periodo dell’anno. Un tesoro naturalistico protetto ma non troppo, se anche in questi periodi dell’anno, il fuoco divora essenze, piante secolari. 

In seguito a questi ultimi incendi – scrive Baldassare Cuda, presidente dell’associazione Acquanuvena che ha sede ad Avola – abbiamo inviato una lettera al Prefetto ed ai sindaci dei comuni su cui si trova detta riserva e agli Enti preposti alla salvaguardia di essa. Nella speranza che il nostro impegno, unito a quello delle altre associazioni e ai singoli cittadini, possa far cambiare certe brutte abitudini che stanno distruggendo il nostro ambiente naturale ibleo”. Un invito ad agire subito, prima che inizi un’altra calda estate.

Saro Cuda, l’attivissimo presidente dell’associazione Acquanuvena che ha sede ad Avola (Siracusa)

L’associazione Acquanuvena, attiva dal 1989 sui temi dell’educazione ambientale e dei diritti civili e umani, è stata già dalla sua nascita, una fucina di attività promuovendo appelli e denunce contro scempi ambientali. Una voce che si è fatta sentire più volte, con forum, dibattiti, petizioni. E la fondazione, insieme ad altre associazioni, del “Movimento Antincendio Ibleo”, offrendo soluzioni insieme all’attivismo dei suoi tanti soci. L’ultima lettera-appello (del 9 gennaio 2022) ne è un esempio: chiede di avviare tutte le procedure in materia di prevenzione degli incendi, con la creazione del catasto incendi e di attivare il “codice pascolo”, dove si proibisce per 10 anni il pascolo e la caccia nei terreni percorsi dagli incendi. Soluzioni che potrebbero aiutare nel porre un freno ad un dilagare incontrollato di attività criminali che danneggiano intere aree naturalistiche, mete di escursioni e di un turismo che ama questi luoghi incontaminati e dagli scenari primordiali. La Cavagrande del Cassibile, oltre ad essere una grande riserva idrica naturale, rappresenta anche un luogo “santuario” per tante specie vegetali e animali. E non può essere continuamente violentata.

LA LETTERA di AQUANUVENA A PREFETTO E SINDACI SIRACUSA, NOTO E AVOLA

Incendi anche in inverno nella Riserva Naturale Orientata Cavagrande del Cassibile

La stagione estiva 2021 ha visto un aumento delle aree bruciate in tutto il territorio siciliano, che vien calcolato in 78.000 ettari di superficie, contro le 35.900 dell’anno precedente. Nell’attesa che dagli Enti preposti ci arrivino i dati relativi al territorio di Siracusa, Avola e Noto, con qualche indizio delle cause, desideriamo fare alcune considerazioni. Anche se le condizioni climatiche di questa estate hanno determinato temperature talmente alte da rendere gli incendi di particolare intensità, noi siamo convinti, per una serie di evidenze, che questi siano stati causati dalla mano dell’uomo. Non ci si spiegherebbe infatti, che continuino anche in inverno, come quello del 19 dicembre 2021 che ha interessato circa 15 ettari del territorio della Riserva N.O. di Cavagrande del Cassibile, all’interno dell’ex feudo di Cassibile e i due incendi di giorno 1 e 2 gennaio 2022, che hanno interessato circa 1 ettaro il primo e circa 4 ettari il secondo, in contrada Cansiria, e circa 8 ettari in contrada Carrubbella, tutti in territorio di Noto, sempre all’interno della Riserva. Proprio per questo è importante che fin da ora siano avviate tutte le procedure in materia di prevenzione degli incendi, a partire dall’applicazione delle legge quadro 353 del 21/11/ del 2000 e quella regionale del 11/06/ 2020. Sappiamo che i comuni di Avola e Noto si sono adeguati lo scorso anno a tale norme con l’approvazione del “catasto incendi”, che noi crediamo indispensabile se si voglia intervenire già da ora nella prevenzione degli incendi estivi.

Alberi secolari in fumo

Tra le norme inserite in tale legge viene proibito per 10 anni il pascolo e la caccia nei terreni che sono stati percorsi dagli incendi. Crediamo importante che questa norma venga rispettata soprattutto nel periodo autunnale e invernale, quando avviene la transumanza di bestiame da altre aree della Sicilia. A tal proposito è bene richiamare il Regolamento di Polizia Veterinaria contenuto nell’art. 41 del Decreto del Presidente della Repubblica del 8 febbraio 1954, n. 320, con il quale si fa obbligo a tutti i proprietari di bestiame che intendono portare al pascolo le proprie mandrie fuori dalle proprie proprietà, di richiedere il “codice pascolo” ai comuni dove si trova il territorio interessato. Questo significa che i comuni non potranno concederlo nelle aeree che sono state percorse dagli incendi nei 10 anni precedenti. Questo significa che gli Enti preposti devono controllare che tale normativa sia rispettata. Questo significa che gli Enti preposti devono indicare in tempo quali sono i terreni compresi nel “catasto incendi”, poiché, se manca questo, ogni politica di prevenzione è inutile. Chiediamo quindi che venga reso pubblico nelle aree montane dei detti comuni tale divieto, che serva non solo da informazione ma anche come deterrente di azioni illecite”. 

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