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Biodiversità a rischio, quattro piante in pericolo sono in Sicilia

Ultimo aggiornamento venerdì, 26 Novembre, 2021   11:30

Su oltre 150 specie di piante presenti in Italia, 20 sono endemiche ed è la Sicilia ad averne di più rare e di più a rischio. Tredici famiglie di piante hanno poi una sola specie. Un patrimonio incredibile e vulnerabile e che rischia di scomparire. 

A sostenerlo è Alessandro Chiarucci, presidente della società Botanica italiana. Sullo speciale “Green&Blue” (anno 2, n.11) il docente dell’Università di Bologna, ha evidenziato le specie minacciate e lancia un allarme. 

Di quelle in pericolo c’è “una forte concentrazione in Sicilia, sulle montagne della Calabria o delle Alpi e in Sardegna per via dell’isolamento biogeografico dal resto del continente. La separazione fisica come avvenuto in altri ambienti ha favorito nel tempo l’evoluzione di piante comuni in forme diversificate”.

Le piante più minacciate

Il presidente della Società Botanica Italiana fa rilevare come ce ce ne siano quattro in pericolo critico in Italia e sono tutte endemiche della Sicilia, come l’abete delle Madonie (o dei Nebrodi) su cui è ancora in corso un progetto di conservazione; il Rhamnus lojaconoi, il Sorbus busambarensis e la Zelkova sicula, genere che fino agli anni Novanta si conosceva in Italia solo come fossile e di cui è stata scoperta una piccola popolazione sui monti Iblei in provincia di Siracusa. 

Abies Nebrodensis 

L’abete conosciuto come dei Nebrodi è una specie presente in Sicilia fin dal terziario. I pochi esemplari rimasti crescono nelle Madonie e sono unici al mondo. Questo albero ha un colore verde scuro e può raggiungere anche i 15 metri di altezza. La corteccia del tronco è di colore bianco-grigiastro, mentre i rami sono bruni o rossastri. Il nome dialettale della pianta è “arvulu cruci cruci”: ciascuno dei principali rametti ne partono due laterali, così sempre di seguito a formare tante piccole croci. 

Abies Nebrodensis che cresce nelle Madonie

Rhamnus lojaconoi

E’ endemica della Sicilia, presente nella foresta mediterraneo-temperata delle Madonie (Sicilia settentrionale) e molto probabilmente un elemento relitto connesso con R. glandulosa Ait., endemico delle Isole Atlantiche e che vive in ambienti simili.

Rhamnus Lojaconoi fotografata per la catologazione

Sorbus busambarensis

Sorbus busambarensis, immagine tratta da Wikipedia

E’ un piccolo arbusto che fiorisce tra maggio e giugno di 3,5-7 di altezza, è presente nella Sicilia occidentale sulle pendici nord-orientali di Rocca Busambra, la vetta più alta dei Monti Sicani. La specie è molto rara e localizzata.

Zelkova sicula

La pianta si presenta come un alberello che non supera i 2-3 metri di altezza, con foglie molto piccole, coriacee e pelose che perde durante il periodo invernale. 

La Zelkova sicula è considerata dalla IUCN una specie in pericolo critico di estinzione ed è stata inserita nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell’area del Mediterraneo. 

La Zelkova Sicula, particolare

Esiste un progetto di recupero della popolazione relitta di Zelkova sicula, finanziato dall’Assessorato al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana e realizzato dal Dipartimento regionale Foreste demaniali, da Legambiente e dall’Istituto di Genetica Vegetale del Cnr di Palermo. Il progetto si inserisce nel contesto di Countdown 2010, la campagna di iniziative lanciata dalla IUCN per contrastare la perdita di biodiversità. Si deve la sua conoscenza a due botanici siciliani, Garfi e Di Pasquale. Questa pianta rara era diffusa in tutto il Mediterraneo fino a quando i diversi periodi di siccità e le continue glaciazioni che si sono alternate nei secoli, non ne determinarono l’estinzione. Erano stati trovati come fossili, datati a circa 31.000 anni fa. Ma pochi esemplari sono sopravvissuti nel bosco Pisano, vicino al centro abitato di Buccheri in provincia di Siracusa. La bella scoperta è avvenuta nel 1991 e da allora si sta cercando di proteggerla. 

Di queste specie ne rimangono un numero esiguo di esemplari e circoscritti in poche località. Una condizione che aumenta il rischio di erosione genetica e il conseguente declino della specie. 

Su Encyclopedia of Life (Global access to knowledge about life on Earth) basta fare una ricerca per rendersi conto di tutte le specie a rischio e di come vengono monitorati. 

Gli incendi dell’estate 2021 hanno messo poi in pericolo questo enorme patrimonio come l’unica stazione in natura della Zelkova che si trova in Sicilia. Se dovesse accadere proprio in questi territori dove è il suo habitat naturale, si perderebbero anche i semi. 

Cosa fare allora? Innanzitutto cercare di preservarli dagli incendi, dai tagli indiscriminati e favore progetti che salvaguardino questa biodiversità che è la vera ricchezza dei territori. 

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Redazione
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