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Un anno dopo l’alluvione di Ischia: ancora ritardi e persone sfollate 

L’alluvione di Ischia del 26 novembre 2022 che ha distrutto parte di Casamicciola alta e provocato la morte di 12 persone è ancora “materia viva” con tutto il suo dramma. Dopo un anno sono stati avviati solo i lavori che sono stati considerati urgenti. Intanto però sono ancora un centinaio le persone sfollate che non sono ancora potute tornare nelle proprie abitazioni.

Secondo il rapporto annuale sulla ricostruzione dell’isola di Ischia, presentato dall’ufficio della presidenza del Consiglio a fine agosto, l’alluvione ha danneggiato 241 edifici,  55 in modo grave, quasi tutti a Casamicciola Terme. Considerando anche quelli danneggiati dal sisma del 2017, al momento sull’isola ci sono 1.015 edifici da ricostruire.

La Società Italiana di Geologia Ambientale per non dimenticare questa ennesima tragedia, ha pubblicato una pagina online con le analisi dei dati climatici di quel giorno, e del dissesto idrogeologico che ha interessato l’area. In quella alluvione persero la vita ben 12 persone, 462 furono gli sfollati e 40 le abitazioni colpite. In questa pagina sono contenuti i contributi di importanti esperti, geologi, perché non dobbiamo dimenticare”. Lo ha affermato,  Antonello Fiore, geologo e Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – SIGEA, ad un anno dagli eventi di Ischia.

La pagina web dedicata all’evento alluvionale di Ischia

Ricordo – ha raccontato Ida Trofa al collega giornalista Gennaro Savo, che vive e racconta quotidianamente le problematiche dell’isola – il rumore assordante della montagna che ci cadeva addosso e poi fango, fango ovunque. Quando si è fatto giorno abbiamo visto tutti intorno a noi i corpi delle persone che non ce l’avevano fatta”. “Mio cognato – ha ricordato Nicola Di Iorio – mi venne a chiamare perché in piazza era successo il finimondo. Poi è sopraggiunta la seconda frana che era più violenta della prima e che ha portato giù di tutto: automobili, massi, alberi ed ha travolto muretti e pali della luce. Sono rabbrividito solo a guardarle quelle scene”.

Giovanni Monti, abitante di Casamicciola, ancora sfollato, intervistato da Gennaro Savio

In questo scenario di morte e distruzione – come racconta Savio attraverso un comunicato stampa- c’è chi per forza di cose come Giovanni Monti deve recarsi tutti i giorni nella parte alta del Celario per dare da bere e da mangiare agli animaliA due passi dal Celario, dove con estrema riservatezza una delegazione di volontari della Forio GB si è recata a deporre un fascio di fiori, in una deserta piazza Maio, un albero di Natale è stato sistemato accanto alla baracca realizzata nel 2017 e all’interno della quale sono conservati dei cimeli appartenuti ai soccorritori giunti qui in quella maledetta mattinata del 26 novembre 2022. Ci sono le magliette utilizzate dai Vigili del Fuoco, dai Volontari della Protezione Civile e dagli Uomini delle Forze dell’Ordine sistemate accanto alla zappa con cui fu ritrovata l’ultima vittima. Accanto questa baracca del popolo, le luci del Bar Monte. “Il Bar Monte – ha spiegato Ida Trofa – è l’unica attività aperta in questo paese fantasma dove ormai non vive più nessun. Per noi rappresenta un punto di riferimento e una speranza”.

Il dopo alluvione ha evidenziato anche in questo caso la necessità di avere un approccio integrato per affrontare le sfide legate agli eventi meteorologici estremi e garantire una maggiore resilienza degli abitanti. I danni causati sono ingenti, e sottolineano l’importanza di misure preventive e di interventi post-disastro. Sarebbe importante concentrarsi su diverse aree chiave. Innanzitutto, l’implementazione di sistemi di monitoraggio avanzati – lo scorso dicembre è stato predisposto un sistema che monitora costantemente i movimenti del terreno attraverso un radar interferometrico, che invia microonde ad alcuni sensori posizionati nelle zone più critiche e ne rileva eventuali spostamenti e sono stati installati anche quattro pluviometri. L’adozione di tecnologie innovative per la gestione delle acque possono contribuire a prevenire situazioni di emergenza e permettere una risposta più tempestiva in caso di calamità. Inoltre, investimenti nella manutenzione e nella riqualificazione delle infrastrutture idrauliche e fognarie sono essenziali per ridurre il rischio di alluvioni e garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche.  La sensibilizzazione della comunità sull’importanza di mantenere integro il territorio è vitale più che mai.

Redazione
Articoli redatti dalla redazione di e'Costiera
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