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Augusta, Mangano è Mpa: con Carta giochiamo colpi da fuoriclasse

AUGUSTA – “Avere a fianco l’esperienza e la visione politica dell’onorevole Giuseppe Carta, ci permetterà di giocare colpi di fuoriclasse“. Da supporter dell’ex premier fiorentino Matteo Renzi, a ultras nella curva Sud del deputato regionale melillese, il passo è stato veloce per Manuel Mangano. Durato esattamente 17 giorni, per lasciare nell’indifferenziata la maglia di Italia viva e il suo riferimento Davide Faraone, e indossare la scintillante casacca del Movimento per l’autonomia. Il consigliere augustano arriva in forza alla squadra locale dell’ex governatore Raffaele Lombardo, “dopo giorni di discussione e di lavoro serrato, al fine di tracciare un nuovo percorso politico”. Coordinatore provinciale dei renziani fino allo scorso 19 novembre, ha dato notizia della sua nuova collocazione il 6 dicembre. Spiegando di aver “scelto di accogliere l’appello a me più naturale, quello moderato e riformista“. Ma a differenza di chi aveva già aderito al bando autonomista emesso lo scorso mese, l’adesione stavolta non è stata proclamata a mezzo ufficio stampa dell’onorevole-sindaco di Melilli. Ci ha pensato lo stesso neo-acquisto ad annunciare che “partiremo con un grande lavoro dalla città di Augusta, per lanciare il nostro modello in tutte le comunità in cui Mpa continua a crescere e raccogliere adesioni”.

La mossa del deputato regionale per contenere l’ascesa del sindaco dopo l’ingresso in Fdi.

Peppe Carta.
copertina, Manuel Mangano.

Quale sia lo scopo ultimo di questa espansione Mpa, resta ancora da comprendere. Ad alimentare interrogativi è proprio l’ultimo arrivato, che dall’opposizione consiliare approda in un partito di maggioranza. Il quale esprime tre assessori nell’amministrazione Giuseppe Di Mare, fresco di tessera Fratelli d’italia e già protagonista al congresso provinciale del meloniani. Mangano scrive che “rispetto al gruppo in consiglio comunale sarà nostra cura comunicare nelle prossime ore quanto necessario, per essere chiari sin da subito nei confronti dei cittadini”. Richiesto di fornire invece chiarezza immediata, il consigliere folgorato da Carta spiega che a Palazzo San Biagio “non mancherà il valore della critica“. Aggiungendo che “non è cambiata la mia opinione sull’amministrazione, e sottolineando che “un partito con 6 consiglieri” su 18 diventa “determinante per dettare una sua linea politica“. Poiché “il sindaco non ha centrato i temi”, fa capire che ci penseranno gli autonomisti a rimetterlo in carreggiata. O ad affossarlo in vista delle comunali 2025, dove il primo cittadino vuole tentare il bis ma l’onorevole di Melilli non vuole fargliela facile. Visto anche che Biagio Tribulato, assessore alle Politiche sociali e vicepresidente del consiglio, ormai non fa mistero che le sue terze amministrative vuole correrle per la sindacatura. Contando nella base di partenza dei suoi 800 voti del 2020, che lo hanno laureato come il più votato di sempre con la preferenza unica di genere. E confidando nell’ambizione del primo cittadino per una poltrona all’Assemblea siciliana, che favorirebbe un possibile appoggio elettorale reciproco.

I no a Tribulato sulla corsa per la sindacatura e il mani libere a Di Mare di riprovarci col civismo.

Giuseppe Di Mare alla convention nazionale Fdi.

Solo che Tribulato avrebbe ricevuto già diversi no – nonostante si sia smarcato quando Carta lo ha forzosamente arruolato nel Mpa a mezzo comunicato stampa – proprio perché Di Mare non ha dato segnali di rinunciare alla fascia sindacale. Anzi, dal suo ambiente sarebbe stata fatta circolare la voce che il tesseramento Fdi sia stato subordinato a libertà di simbolo per le prossime comunali. Nelle quali Fratelli d’italia rinuncerebbe addirittura a esporre il suo logo nella scheda, pur di favorire la riproposizione di un civismo più digeribile all’elettorato moderato. Autonomisti permettendo, ovviamente. Perché Mangano si fa sfuggire che “gli assessori potrebbero essere più di tre”, mentre l’ipertrofia del gruppo consiliare fa capire che gli autonomisti vogliono monopolizzare il campo moderato. L’attuale suffisso “destra” che accompagna la loro attuale collocazione di “centro“, sembra piuttosto un’appendice temporanea. “Non posso più accettare che la Sicilia sia relegata a tema di quarto ordine dai governi nazionali, mentre le nostre città scivolano in basso nelle classifiche della vivibilità e i miei coetanei continuano a scappare”. Parole sorprendenti da un consigliere che ha lasciato Iv, per entrare in un partito di governo. E’ significativo che Mangano scarichi tutto su Roma, dimenticandosi di Palermo dove originano molti dei problemi lamentati nel comunicato.

Il caso “cerchio magico” Fdi: Tringali dall’assessorato augustano al parco Unesco di Siracusa.

Ombretta Tringali.

Eppure è cronaca recente la polemica che ha investito la Regione, per la nomina dell’ex assessora augustana Ombretta Tringali nel Comitato tecnico scientifico del parco archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro. Una carica conferita il 29 novembre dall’assessorato regionale ai Beni culturali, retto dal meloniano Francesco Scarpinato, e subito contestata di assegnazione più per meriti di appartenenza politica che curriculum professionale. Un comunicato di Natura sicula parla senza mezzi termini di “anomalia per l’esperto da selezionare tra i componenti di fondazioni o associazioni culturali o ambientali di rilevanza nazionale. In questo caso l’assessore ha nominato un membro della Proloco di Augusta, cioè di un’associazione che opera in un Comune che col parco non ha niente a che fare perché esterno. Ci chiediamo: come mai l’assessore è andato a pescare così lontano, se nel territorio del parco operano esperti assai noti per competenza e impegno?”. La onlus ambientalista critica pure la presidenza del Cts alla “archeologa Rosalba Panvini, ex soprintendente di Siracusa con due procedimenti penali in corso. Ricordata per aver assunto, prima che andasse in pensione, provvedimenti molto contestati sotto il profilo della tutela: l’ascensore al monte San Paolino di Sutera, il parco eolico sulla rupe di Marianopoli, il bar alla piazza d’armi del Castello Maniace, le trivellazioni nella valle dell’Irminio, lo stabilimento balneare in area inedificabile a Donnafugata“.

Il consigliere neo Mpa fa saltare il gruppo con Fi: se si entra in un partito meglio stare insieme.

Mangano con Corrado Amato e Mariangela Birritteri.

Insomma, nei Palazzi palermitani si intravede un andazzo poco dissimile da quelli romani. Però nella capitale sui sette colli Lombardo non pesa come all’Assemblea siciliana. Così Mangano assolve chi sostiene la giunta del presidente Renato Schifani, dicendo che “oggi c’è un tema Sud su cui il governo regionale ha un’importanza relativa”. Aggiungendo che, riguardo a quest’ultimo, “in linea di massima non ho mai riscontrato le criticità sulla questione meridionale, rispetto il governo nazionale”. D’altronde all’Ars c’è l’onorevole-sindaco Carta e, secondo l’autonomista di nuovo conio, con lui “i fatti parlano chiaro”. Il consigliere intanto si prepara a tirare un siluro agli alleati di Forza italia a San Biagio. Coi forzisti Corrado Amato e Mariangela Birritteri aveva costituito il Centro democratico popolare, diventandone capogruppo. Ora, considerato che “se si aderisce a un partito la strada migliore è fare un gruppo tutti insieme”, quell’aggregazione centrista è arrivata al capolinea. E per i berlusconiani non sembra esserci nessun soccorso esterno per evitargli di finire nel calderone del Misto. D’altronde, sottolinea l’ex renziano, “ho sempre portato rispetto per le gerarchie di partito”. Quindi, fine corsa per tutti i centristi fuori dall’ombrello Mpa e “buon cammino a noi, un lungo percorso ci aspetta!”. L’esclamativo è nel testo, ma il senso ultimo è alla libera interpretazione di chi legge.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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