Statale Amalfitana, “strada della morte” per immobilismo GLOBAL LOCAL PRIMO PIANO di Maria Rosaria Sannino Scritto mercoledì, 20 Marzo, 2019 13:55 Come un percorso da sogno diventa una “strada della morte” lungo la Costiera amalfitana. Già più di 8000 firmatari dicono stop ai pullman Gran Turismo. Quanti gravi incidenti racconta la storia della Statale 163 amalfitana negli annali delle cronache, e tutti dovuti ai grossi autobus che proprio per la loro mole sono costretti a invadere la carreggiata o ad avvicinarsi troppo, in fase di manovra, ai pedoni lungo la strada? Quante volte l’asfalto della Costiera amalfitana si è colorato di rosso, trasformando questo tratto che da Vietri sul Mare arriva fino a Positano, da un posto da sogno a un luogo di dolore? E perché oggi è stato necessario lanciare una petizione per dire “Stop all’invasione dei pullman Granturismo” nonostante sia sotto gli occhi di tutti, non solo il caos quotidiano delle lunghe code, ma anche evidenti problemi di ordine pubblico? Riavvolgiamo il nastro del “racconto” con tutti i suoi validi motivi elencati nella petizione e facciamo un passo indietro nella cronaca. Il grave incidente ad Amalfi: un ragazzo viene schiacciato da un autobus turistico L’ultimo grave incidente è avvenuto ad Amalfi: a luglio del 2018 un autobus turistico pressa contro la ringhiera (all’altezza dell’hotel Luna) un ragazzo di Ravello di 17 anni. Solo dopo lunghi mesi di degenza e in seguito a delicati interventi chirurgici, Vincenzo Serretiello è tornato a casa, ma ancora oggi è costretto a cure di riabilitazione. Per fortuna la sua vita è salva, ma porterà sul suo corpo gli effetti di una “manovra” di un autobus. Un ragazzo nel pieno della sua giovinezza, si è trovato così dalla spensieratezza dei suoi anni, a convivere con problemi di salute. La sua “colpa” è stata quella di camminare a piedi lungo l’unica strada che collega i borghi costieri. Eppure sarebbe bastato dire “Stop” a questi autobus già nel lontano 2000 quando in un pomeriggio di sole – era il 4 maggio – Giuseppina Elefante, proprio nello stesso punto, ad Amalfi, venne schiacciata contro la ringhiera da un autobus tedesco in transito. La donna di 46 anni, perse la vita. Era in compagnia della figlia, che da allora è rimasta senza mamma e insieme ai suoi familiari, con un grande trauma oltre ad un grande vuoto. Maria Laura Maresca, la vittima della strada di Positano Ma già quattro anni prima, il 23 aprile del 1994, avvenne un’altra tragedia: Maria Laura Maresca in Porzio, in località Chiesa Nuova di Positano, rimase incastrata tra la fiancata di un bus e il muretto della carreggiata. Morì all’istante. I positanesi ricordano questa disgrazia come un punto di non ritorno, e da allora hanno sempre osteggiato – purtroppo senza risultati – questi torpedoni che con il loro ingombro mastodontico lambiscono pericolosamente cose e vite. Dopo quattro anni, nel 1998, si ripete un caso simile ad Amalfi, nei pressi dell’Hotel Saraceno. Questa volta rimase coinvolta una turista argentina, Cyntia Ramos Salcines. Per liberarla dalla morsa dovettero intervenire i Vigili del Fuoco. Anche su di lei, un trauma che l’ha segnata per sempre. Una vacanza trasformatasi in un ricordo da cancellare. E non parliamo dei tanti incidenti di minori entità che avvengono tra auto, moto e autobus. Molti episodi sfiorano altre tragedie. Qualcuna trova spazio nelle cronache frettolose dei giornali, altre vengono archiviate come ormai “routine”. Intanto è da più di 25 anni che si chiede invano di risolvere la questione viabilità in uno dei più importanti luoghi turistici d’Italia. Qualsiasi argomentazione sembra non essere sufficiente dinanzi all’immobilismo della politica, forse troppo attenta al business dei trasporti privati a scapito della sicurezza nella Statale 163. Neanche la morte, fino ad ora, ha potuto fare qualcosa. PER FIRMARE LA PETIZIONE STOP ALL’INVASIONE DEI PULLMAN GRAN TURISMO LUNGO LA STATALE 163 AMALFITANA Parte la petizione internazionale per dire stop ai pullman Gran Turismo lungo la Statale Amalfitana 163 Il Tar contro i limiti ai bus in Costiera Amalfitana? No, la sentenza dice l’opposto