Tu sei qui
Home > GLOBAL LOCAL > De Luca ad Amalfi apre la strada e pretende mani libere sugli appalti

De Luca ad Amalfi apre la strada e pretende mani libere sugli appalti

Ultimo aggiornamento giovedì, 1 Luglio, 2021   13:44

Ottantuno giorni e finalmente Amalfi si ricollega con Positano. Per l’intervento “epocale” il 24 aprile è calato in Costiera amalfitana Vincenzo De Luca con il vice ministro Giancarlo Cancelleri. Ad accoglierli in pompa magna il sindaco Daniele Milano, con tanto di palco celebrativo. Non erano invece sicuramente previste le decine di ristoratori e stagionali turistici inferociti che hanno salutato l’esponente grillino di governo bersagliandolo con la nemesi di una mezza dozzina di uova. Una protesta che il campano Luigi Di Maio deve aver subdorato perché all’ultimo momento ha rinunciato all’annunciata presenza, facendo esporre il grillino siciliano. Due mondi paralleli, quello della politica autocelebrativa e quello dei lavoratori alla canna del gas, che sono entrati in contatto durante una cerimonia che ha riservato più di una sorpresa. Perché il presidente della Regione Campania ha tirato fuori nuovamente il suo ultimo cavallo di battaglia: mani libere per gli appalti. Ad applaudirlo c’erano i vertici dell’Anas, che ha realizzato i lavori costati 1 milione e 100 mila euro, e alcuni sindaci della Costiera amalfitana (tra cui l’immancabile primo cittadino di Minori, Andrea Reale).

Inaugurazione della strada segnata dai “vergogna” degli stagionali, lancio di uova sul viceministro grillino.

Nonostante la distanza fisica imposta un po’ dalle norme anti Covid, un po’ dall’esigenza scenica che ha previsto un podio e relative sedie con invitati, le urla a suon di “vergogna e ladri” hanno punteggiato l’intera cerimonia. Eppure il ritorno alla normalità per la Statale 163 doveva essere un grande segnale di speranza dopo la frana del 2 febbraio che solo per un caso fortuito non aveva provocato vittime. Il “rifacimento del corpo stradale ha coinvolto anche la galleria adiacente il tratto della ‘Amalfitana’ crollato, con un’attività di ripristino della volta del tunnel con malta cementizia e dei piedritti della galleria con rifacimento dell’intonaco; realizzato, inoltre, anche il rifacimento dell’impianto d’illuminazione all’interno del tunnel” come recita il puntuale comunicato stampa dell’Anas, doveva costituire un viatico per l’imminente stagione turistica. A guastare la festa, le notizie dell’ultimo Dpcm che lascia alle 22 il coprifuoco. “Può un turista avere voglia di venire a cenare in piena estate e poi rientrare subito in albergo a quell’ora? Siamo stanchi, l’economia è morta, abbiamo perso tutto” hanno gridato i contestatori. L’istrionico governatore salernitano ha cercato furbescamente di placarli invitando a stare tranquilli e ad alzare i cartelli solo quando sarebbe arrivato il rappresentate del governo. Niente da fare. Coi bizantinismi gli amalfitani della Repubblica marinara hanno a che fare da mille anni, e non è stato possibile convincerli ai sottili sofismi del napoletano palazzo Santa Lucia. Capita quando si interpreta il ruolo come un tribuno della plebe sempre pronto ad arringare la folla social, evitando opportunamente le conferenze stampa con quei fastidiosi giornalisti dalle domande seccanti. Ma tant’è.

Il presidente della Regione ne approfitta per sponsorizzare la sua legge “mani libere” sugli  appalti.

La cronaca tuttavia, pur tra fischi e urla, ha riservato uno spunto meritevole di un’attenta riflessione. “Ieri abbiamo approvato in Consiglio regionale una modifica legislativa che invieremo al Parlamento nazionale – ha annunciato De Luca – e che riguarda i Lavori Pubblici con la modifica del codice degli appalti che prevede che una volta appaltato non si possa più chiudere. Cioè la nostra proposta – ha spiegato nei dettagli – prevede che in caso di contenzioso ci sia il risarcimento economico per chi fa il ricorso, ma non si blocchi. Ogni volta che abbiamo ricorsi al Tar o al Consiglio di Stato, perdiamo anni e le opere non vanno avanti. La seconda modifica è una definizione puntuale del reato di abuso in atto d’ufficio legandolo al dolo specifico e quindi mettendo in condizione gli operatori pubblici, gli enti locali, di poter lavorare in condizioni di tranquillità, garanzia assoluta e trasparenza, ma anche con uno stato d’animo corretto per chi deve assumersi responsabilità, altrimenti nessuno firma sotto un atto o una variante urbanistica”. Con il plauso del sindaco di Amalfi, che poco prima aveva ribadito più o meno gli stessi concetti: “Servono tempi straordinari e sburocratizzazione in vista delle sfide future, abbiamo bisogno di semplificare in merito anche ai lavori di dissesto idrogeologico altrimenti piangeremo altre sciagure”.

Lo scudo penale per le opere finanziate dalla Ue è un cavallo di Troia per un “liberi tutti”?

De Luca in sostanza ha lanciato un sasso che gli amministratori locali hanno prontamente raccolto ma le cui dimensioni lasciano molti punti interrogativi. Perché nel sintetico “comizio” non affronta quei distinguo che invece un articolo de Il Mattino del 20 aprile, dal titolo “Scudo penale, sprint di De Luca: in aula la rivolta dei grillini” (a firma di Adolfo Pappalardo) esplicita con molti dubbi. Gli appalti da liberare dai lacci della burocrazia, che riporta il quotidiano che tratta della discussione in consiglio regionale sulla “proposta di legge voluta direttamente da De Luca per chiedere al Parlamento una norma per modificare i reati di abuso d’ufficio e stoppare i ricorsi al Tar” sarebbero quelli che godono dei finanziamenti europei per le opere del Recovery. Con tanto di scudo penale, come dice De Luca ad Amalfi. Ma sarebbe mai possibile avere un doppio binario normativo sulle opere pubbliche in base a chi ci mette i soldi?

Il bivio oscuro fra velocità nei lavori pubblici e abbassamento delle tutele ambientali in Costiera. 

Cioè per costruire una galleria in Costiera amalfitana si eviterebbero tutti i pareri e le autorizzazioni legate ai lavori in aree soggette a vincoli idrogeologici e ambientali solo perché gli euro arrivano da Bruxelles? O ad esempio, il mega depuratore consortile di Maiori, cofinanziato dall’Unione Europea, con bando di gara d’appalto e progetto esecutivo e realizzazione (scaduto il 16 aprile), non potrebbe mai essere più fermato? Qualche malizioso potrebbe pensare che la corsia privilegiata per il Recovery Plan (PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ndr) sarebbe un cavallo di Troia per tutto il resto. Sarà il gioco di maggioranza e opposizione nell’aula parlamentare a chiarire i termini della questione. Certo è che ascoltare De Luca puntualizzarlo con enfasi, sotto una frana appena riparata, mette più di un brivido a quegli ambientalisti che da anni denunciano un abbassamento dell’attenzione verso la tutela del territorio in favore di una politica del fare qualsiasi cosa purché si spenda. 

APPROFONDIMENTI:
Amalfi tre volte in sicurezza ma crolla lo stesso: il costone ora è un caso

Maiori, nessun passo indietro sul depuratore voluto da De Luca

Maiori, sul depuratore ora pesa il giallo della montagna già bucata a Conca dei Marini

Maiori, Strianese difende il mega depuratore ma le carte dicono altro

Il video realizzato dall’Anas sulle varie fasi di lavoro che ha interessato il tratto della strada chiusa per frana ad Amalfi
Maria Rosaria Sannino
Giornalista professionista, cronista, reporter di viaggi, appassionata di fotografia e reportage.
http://www.twitter.com/mrsannino

Lascia un commento:

Top