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Adsp Augusta, la rivolta dei sindaci sulla “presidenza part-time”

AUGUSTA – La rivolta dei sindaci dell‘hinterland industriale, contro l’ennesima nomina calata dall’alto per l’Autorità portuale di Punta Cugno, ora atterra sul tavolo del presidente della Regione Siciliana. A scrivere a Nello Musumeci per bloccare la promozione al vertice della Port authority dell’attuale commissario Alberto Chiovelli, sono state le amministrazioni comunali di Augusta, Priolo e Melilli. La pec a Palazzo D’Orleans con oggetto “richiesta urgente incontro per parere sulla nomina a presidente Adsp“, è partita il 22 aprile. Cioè due giorni dopo l’annuncio del ministero sulla designazione presidenziale per il Mare di Sicilia orientale. La lettera firmata dall’augustano Peppe Di Mare, dal priolese Pippo Gianni e dal melillese Peppe Carta, chiede al governatore di dare parere negativo alla proposta del ministro alle Infrastrutture, Enrico Giovannini. Infatti lo stesso comunicato ministeriale sottolineava che, “come prevede la legge, il riscontro delle Regioni dovrà avvenire entro 30 giorni, trascorsi i quali l’intesa si riterrà acquisita”. I Comuni del Petrolchimico bocciano senza appello la decisone presa a Roma, e sollecitano Palermo a usare le proprie prerogative per fermare l’insediamento di chi non ritengono “conoscitore della portualità siciliana, con la disponibilità a dedicarsi solamente e completamente all’ufficio di presidente”.

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Di Mare, Gianni e Carta appellano Musumeci per bocciare Chiovelli: troppo assente.

Peppe Di Mare

Il documento dei tre sindaci fa notare che il commissario promosso alla presidenza “svolge anche diverse altre funzioni ministeriali, dedicandosi alla Adsp solo pochi giorni a settimana”. E giudicano la sua nomina “rispondere più a esigenze di riorganizzazione delle funzioni apicali del Ministero, che ad una maggiore attenzione alle reali esigenze della Autorità portuale“. A quel governatore che ha istituito l’inedito assessorato all’Identità siciliana, ricordano inoltre che “sono moltissime le candidature di siciliani di comprovata esperienza professionale, che potrebbero rivestire con abnegazione e impegno costante il ruolo di presidente”. I loro curriculum sono depositati al ministero, sin dalla manifestazione d’interesse pubblicata a fine estate. Di Mare, Gianni e Carta rimarcano a Musumeci che “l’indicazione del ministro Giovannini è avvenuta senza alcuna considerazione alle rimostranze della classe politica locale, degli operatori portuali e dei dipendenti sulla scelta di una nuova governance”. Augusta, Priolo e Melilli chiedono perciò alla Regione “di negare l’intesa sul nominativo dell’ingegner Chiovelli“, che non ritengono “in discontinuità con logiche del passato”.

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Autorità portuale accusata di coloritura Pd-5S, Ficara difende la governance.

A distribuire il documento alla stampa è stato il Palazzo augustano, nel quale si annida l’ostilità più forte verso l’attuale assetto dirigenziale dell’Autorità portuale. Poche ore prima che da Roma arrivasse la doccia fredda, i sei partiti della trasversale maggioranza consiliare avevano diramato un duro comunicato contro il commissario, e il suo segretario generale Attilio Montalto. Una polemica dove ragioni squisitamente politiche facevano da sfondo alle contestazioni sulla programmazione. La governance Adsp già era ritenuta espressione di un’intesa romana fra Pd e 5 Stelle, e la promozione di Chiovelli a presidente sembra poi aver dato corpo a quel sospetto. Anche se la prova del 9 sull’interesse grillino nelle vicende della Port authority, è arrivato da un post del deputato pentastellato Paolo Ficara“Chi ha nostalgia del passato?”, ha domandato l’onorevole siracusano nel suo profilo Facebook. Rilanciando un intervento postato sulla pagina social di parlamentare, apparso come una difesa d’ufficio alle contestazioni dei consiglieri sulla gestione della Port authority. Commentando la nomina di Chiovelli, il vicepresidente della commissione Trasporti ha scritto che “chi oggi abbaia alla luna è forse orfano di un periodo buio e di una gestione fallimentare, che nel passato ha relegato l’Autorità ai margini del sistema portuale italiano“. Un’affermazione supportata dall’elencazione di progetti in cantiere, o già pronti a entrare in porto, giudicati come “un segno di vivacità che marca il cambio di passo rispetto al passato”.

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Il deputato grillino plaude ai criticati concorsi della gestione Annunziata-Montalto.

Paolo Ficara (foto Fb).

Ma a gettare una luce particolare su questa insolita arringa difensiva, è il passaggio di Ficara quando scrive che “per portare avanti progetti ambiziosi serve personale all’altezza. Anche in quest’ottica si inserisce il bando per l’assunzione di figure professionali, che da troppo tempo mancano all’Autorità portuale e che spero possa concludersi entro l’anno”. Il fatto è che i concorsi c’entrano poco con la gestione Chiovelli, perché risalgono alla presidenza di Andrea Annunziata. L’avvocato salernitano di estrazione Pd, nei mesi scorsi passato a dirigere la Adsp di Napoli col plauso dei parlamentari grillini campani, spesso è incappato in inchieste giudiziarie che i vecchi 5 Stelle avrebbero giudicato come ostative al ruolo. Fra l’altro quei bandi per decine di assunzioni, emessi proprio a ridosso delle elezioni comunali ad Augusta, avevano scatenato un vespaio già dopo la pubblicazione. Il deputato regionale di Italia viva, Giovanni Cafeo, li aveva aspramente criticati durante una seduta di consiglio comunale aperto, parlando di “ricorso ai legali”. Mentre l’onorevole forzista Stefania Prestigiacomo pare abbia inviato alla Port authority pure una nota, con pesanti rilievi sulle procedure concorsuali.

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I 5 Stelle hanno preso il posto del tonno e si sono pure chiusi dentro scatoletta”.

Considerato che l’unico trait d’union fra la governance del Pd Annunziata e quella del presunto dem Chiovelli è il segretario generale in carica con entrambi, lo scudo che il pentastellato Ficara erge a difesa dei concorsi attira di fatto Montalto in un’orbita politica che non ha mai dichiarato. “I 5 Stelle non solo hanno preso il posto del tonno ma si sono pure chiusi dentro la scatoletta”, commenta tagliente Di Mare, parodiando la famosa similitudine grillina ai tempi del “Vaffa”. Il sindaco accusa il “moVimento” esplicitamente di “utilizzare vecchi metodi per appropriarsi della governance Adsp, e sostiene che “da mesi provano in tutti i modi di mettere le mani sulla presidenza“. Insieme agli altri sindaci dell’hinterland industriale ha il sospetto, neanche tanto larvato, che l’ingegnere ministeriale sia stato designato per svolgere un ruolo di presidente pro-forma“Non è persona che si può dedicare 24 ore su 24 al porto, né si può accettare che possa delegare la gestione dell’Autorità a qualcuno il cui fatturato gestionale non è stato all’altezza delle necessità”, spiega il primo cittadino di Augusta

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Le “sinergie” fra Augusta-Priolo-Melilli e la cambiale elettorale del governatore.

L’opinione espressa da Di Mare evidentemente è condivisa dai colleghi di Priolo e Melilli, se hanno siglato a tamburo battente un documento congiunto definito come “la dimostrazione delle sinergie fra Comuni che non intendono più restare inerti davanti alle spartizioni politiche, prese sulla testa del territorio”. Sono punti di vista che Musumeci dovrebbe teoricamente condividere, considerato che “chi ha fatto queste nomine ha pensato agli equilibri dentro il governo nazionale“. E non certamente alle necessità di un presidente della Regione, che il prossimo anno dovrà venire a cercare voti per la rielezione nella zona industriale siracusana. Il governatore se ne ricorderà, prima che scadano i 30 giorni necessari a far diventare “acquisita” l’intesa sul porto di Augusta?

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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