Costiera amalfitana, il sentiero dei limoni che attraversa borghi, case e storie TERRITORI UNESCO HERITAGE di Antonella Dell'Orto Scritto venerdì, 10 Maggio, 2019 19:58 Ultimo aggiornamento sabato, 9 Novembre, 2019 00:32 Approfittiamo della splendida giornata di questo maggio capriccioso e scendiamo giù verso quel triangolo di mare blu che è il nostro spicchio di mare che vediamo dal Convento di Tramonti in cui si è svolto il progetto BREADeducation. Il programma Erasmus+ prevede la passeggiata sul Sentiero dei Limoni nel tratto che da Maiori porta a Minori. Il sentiero attraversa borghi e terrazzamenti. Un sentiero in cui ti senti sospeso tra cielo e mare inebriati da un profumo di limoni. Sarà stato così il Giardino dell’Eden? Una serie infinita di scalinatelle collega i borghi. Un modo unico di entrare fisicamente nel paesaggio e di sentirtene parte. L’inizio del percorso è da Maiori, dalla Collegiata di Santa Maria a Mare. Ci accoglie Tonino, il custode della chiesa che volontariamente diventa la nostra guida e ci spalanca le porte più segrete. Ci spiega che anticamente questo era un castello di difesa contro gli attacchi saraceni. La leggenda narra che una nave nemica si inabissa nel mare di Maiori e il suo carico viene recuperato dagli abitanti. Tra le casse, in una balla di cotone, viene ritrovata la statua di una Madonna. Da quel giorno il castello diventa una chiesa e ogni anno, il 15 Agosto, la Madonna viene portata in processione sul mare. Lungo le scalinatele che conducono da Maiori al sentiero dei limoni Proseguiamo lungo le viuzze e ogni tanto sbuchiamo su terrazzini panoramici e i nostri occhi si riempiono di paesaggio. A metà percorso troviamo ad attenderci Michele. Michele Ruocco (a sinistra della foto) con i partecipanti di BREADeducation Michele Ruocco è un rappresentante della Pro loco di Minori. Dopo essere stato impiegato di banca, una volta in pensione si è ritirato nella casa dei suoi genitori a prendersi cura del giardino di limoni. Diciamo che è da lui che parte l’idea di promuovere il sentiero. Certo la Costiera è piena di sentieri, è tutta un sentiero da esplorare, ma questo è particolare perché attraversa i borghi e le case. “Giardino – ci spiega Michele – significa luogo chiuso, cinto. Ognuno qui ha il suo piccolo appezzamento di terra cinto, chiuso”. Lungo il sentiero però i cancelli si stanno cominciando ad aprire all’accoglienza ed è possibile sorseggiare una limonata o del limoncello ghiacciato, all’ombra dei limoneti. Lungo il Sentiero dei Limoni offerta di limonate, visite guidate Signore intraprendenti si siedono davanti casa e propongono le proprie creazioni artigianali ispirate ai limoni. Una piccola economia che diventa importante per questi territori. Ad una ragazza del gruppo necessitava la toilette. Niente paura, abbiamo citofonato ad una casa ed ecco fin dove arriva la proverbiale ospitalità di queste genti. Lungo il Sentiero dei Limoni l'”ospitalità” degli abitanti Qui in costiera ogni appezzamento di terreno è stato sottratto alla roccia. La chiamano “agricoltura eroica”, ed è proprio così. Strappare questi piccoli fazzoletti di terra fino a formare i terrazzamenti sostenuti dai muretti a secco è un vero atto eroico. Ci vuole conoscenza, tecnica, passione e amore. Oggi tutto questo è stato giustamente riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Michele ci racconta. E’ un fiume in piena Michele. Lui è abituato a raccontare. Lo fa spesso anche con gli studenti Universitari che qui si recano per scoprire quali sono le tecniche e quali i segreti per rendere questi giardini così particolari, così unici. Le spiegazioni di Michele spaziano dalla storia alle tecniche agronomiche. Ci riporta ai tempi dell’antica Repubblica di Amalfi, di quando i nostri marinai affrontavano per mesi il mare aperto portando con sé i limoni e scoprendo che a differenza degli altri marinai, loro non si ammalavano di “scorbuto”. Da qui il valore del limone come medicamento riconosciuto poi dalla Scuola Medica Salernitana, la prima scuola di Medicina d’Europa. Michele Ruocco con Antonio Di Martino “facilitator”del progetto BREADeducation Gli aspetti tecnico-agronomici sono poi il vissuto delle esperienze tramandate dai vecchi contadini, come “l’innesto multiplo” che loro facevano perché è solo “mischiando” le varietà che ci si rafforza e si resiste per secoli. Cortili che si aprono lungo il Sentiero dei Limoni Ci sono alberi di limone che hanno più di 150 anni. La sapienza e la conoscenza del territorio portava poi a fare gli innesti a diverse altezze del tronco, proprio perché è l’albero che deve adattarsi al terreno scosceso dove cresce, e non viceversa. Per cui l’innesto più in basso per gli alberi posti sul limite esterno che devono fronteggiare il vento proveniente dal mare; l’innesto più in alto per gli alberi più interni che devono crescere in altezza per avere la luce. L’arte di sapersi adattare alle esigenze del luogo in cui siamo e non costringerlo ed assoggettare la Natura alle proprie esigenze. Terreno che nella composizione non è omogeneo ma un misto con la roccia calcare in modo da essere ben drenato e non consentire ristagni idrici. Ancora una volta a sottolineare come la non omologazione e uniformità è un vantaggio per la terra come per gli uomini che la abitano. E anche qui l’importante ruolo svolto per il mantenimento dei luoghi senza provocare disastrosi eventi provocati dal dissesto idrogeologico. Insomma nel racconto non ci è mancato niente: dalla storia, alla tecnica e anche alla filosofia. Grazie Michele! La passeggiata è poi proseguita praticamente tutta in discesa verso Minori dove ad accoglierci c’era la spiaggia e il tepore del sole. Non è mancato il tuffo dell’amica che arriva dall’Estonia. Per lei era estate piena. Antonella Dell’Orto* *Biologa/contadina/escursionista