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M5s non si ambienta più, “discontinuità zero” con le industrie e s’accoda al Pd

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   00:27

AUGUSTA – C’era una volta l’ambientalismo massimalista a 5 Stelle sul Polo petrolchimico. Poi sono arrivate le responsabilità di governo, tanto a Roma quanto ad Augusta, e il radicalismo ecologista ha fatto i conti con la dura realtà dell’indipendenza energetica nazionale. Ma il Movimento non ha rinunciato ad affidare ai social le sue storielle di raffinerie che, quanto prima, inquineranno alla stregua di un pacchetto di sigarette. E di energie alternative così abbondanti ed economicamente accessibili, che renderanno il petrolio un ricordo vago quanto le locomotive a vapore. Solo che nemmeno la Rete, di favole vuole sentirsene raccontare più. E così il verde Giuseppe Patti ha impugnato la tastiera per replicare al ministro grillino dell’Ambiente e dirgli: e no, non siamo affatto soddisfatti.

“Costa, Milazzo non è la risposta voluta”.

Il 7 maggio Sergio Costa aveva risposto a una petizione online dove 170 mila firme chiedevano:“Che cosa respiriamo nel quadrilatero industriale Augusta-Priolo-Melilli-Siracusa?”. Una domanda rivolta anche a Regione e Asp. Però il governante M5s è stato l’unico che ai firmatari ha dato conto. Ma non soddisfazione. Perché, gli replica Patti il giorno dopo, “le risposte non possono essere paragoni con Porto Marghera, o con Milazzo, o col rispetto delle regole al 2050. Abbiamo bisogno di vedere e sentire lo Stato al nostro fianco contro i tanti complici dei signori delle industrie”. Invece, “in quasi un anno di governo non si sono registrati segni di discontinuità con il passato”.

“Bastava un segnale che non tutto è fermo”.

Il dirigente nazionale dei Verdi dice al ministro 5 Stelle che “delle azioni a breve scadenza potevate attuarle, per dare un segnale che non tutto è fermo”. Magari mettendo delle centraline di rilevamento più adeguate, al posto di quelle obsolete. O avviare una indagine epidemiologica sulla mortalità per tumore decisamente più scientificamente esauriente, rispetto le attuali registrazioni che fanno acqua da tutte le parti. Patti spiega inoltre a Costa che “per la maggioranza dei sottoscrittori la criticità ambientale a Siracusa deve avere una risoluzione ‘politica’ e, ad oggi, non riscontrano un interesse della politica ad affrontare l’argomento”.

il ministro Sergio Costa (in copertina Giuseppe Patti)
foto tratte da Change.org

Nasce il “contratto” di sottogoverno?

In realtà, la “politica” le questioni ambientali le “attenziona” eccome. Anche se in forme e modi alla “vecchia maniera”, lontane dall’esibizione mediatica e più attenta alla tradizionale ”concretezza”. Fatta soprattutto di finanziamenti intercettati che un domani, forse, creeranno posti di lavoro. Ma intanto producono stipendi e diarie, nonché molto speranze e altrettanto consenso elettorale. Una posta in gioco dove nuovi amici e vecchi nemici accantonano insormontabili steccati, sotto l’ombrello di un contratto di governo che in periferia sdogana l’inossidabile sottogoverno.

Il Ciapi e i fondi Ue targati Cafeo.

È un Ente strumentale della Regione, sta a Priolo, e il suo nome per esteso è “Centro interaziendale addestramento professionale integrato”. Tutti però lo chiamano “Ciapi”, è starebbe per ricevere una barca di soldi europei. Pare possano essere i 30 milioni di un progetto riguardante la creazione nei paesi membri di un polo di studio e formazione sulle energie rinnovabili. A fiutare l’opportunità è stato il Pd. Per l’esattezza la componente che fa riferimento al deputato regionale Giovanni Cafeo, segretario della commissione Attività produttive all’Assemblea siciliana. Il quale ha sguinzagliato i suoi uomini più fidati per la provincia, allo scopo di convincere i Comuni a votare una mozione di indirizzo al Presidente della Regione.

I grillini aprono le porte ai renziani.

Sono arrivati anche ad Augusta, unica città amministrata dai 5 Stelle. E qui la “favola” ambientalista dei grillini assume coloriture politiche singolari. I tanto social-derisi “pidioti” non vengono messi a bagno maria, come tutte le iniziative che non arrivano dalla Piattaforma. Per spalancargli le porte del Palazzo pentastellato basta riciclarli pudicamente come “cittadini”. Così, a termini di regolamento, è la stessa presidente del consiglio Sarah Marturana a riesumare dal letargo la Commissione consiliare Sviluppo economico. Riunita il 9 maggio, a due mesi dalla mail di richiesta, insieme a tre proponenti un “centro di ricerca e applicazione delle nuove tecnologie, in particolar modo nel campo delle energie rinnovabili”, da fare al Ciapi.

il Ciapi di Priolo

M5s camuffa dirigenti Pd come “cittadini”.

Peccato che i “cittadini” siano Marco Monterosso, che nel 2015 la corrente renziana ha eletto segretario cittadino del Partito democratico siracusano. E Sebastiano Campisi, membro dell’esecutivo Pd di Siracusa. Oltre ad Angelo Biamonte, consigliere comunale dem a Priolo. Tutti esponenti dell’area Cafeo, con un robusto curriculum politico fra i renziani. Quando l’ex grillino Giuseppe Schermi si trova in commissione questi sconosciuti “cittadini” così tanto attenzionati dalla presidenza, vuole vederci chiaro. Ne nasce uno scontro fra il consigliere d’opposizione e Marturana circa le mail preliminari, ritenendole esplicative delle ragioni per quella anomala disponibilità verso tre forestieri, presentati come un anonimo gruppetto di cittadinanza attiva.

Marturana svicola con Schermi, è scontro.

La mail in questione, oltre a essere personale, contiene solamente il medesimo testo presentato”, spiega la presidente del consiglio. Aggiungendo di aver “trovato fuori luogo che chieda, senza un senso logico, la genesi di una proposta che proviene da chi ha tutto il diritto di presentare proposte di delibera, come qualsiasi altro consigliere”. Un po’ di logica comunque quella richiesta dell’oppositore doveva averla, visto che i tre ospiti non meglio presentati, da una rapida ricerca in rete, sono risultati esponenti Pd. Ed è certamente fuori dal comune che una pasionaria grillina come Marturana abbia corrispondenza “personale” con dirigenti di quel partito, i cui contenuti sposa al punto da portare – e far votare – il “medesimo testo presentato”.

Chi garantisce l’accordo col deputato Ars?

Schermi ora è nel coordinamento regionale di Diem25, dopo aver rotto traumaticamente col M5s. Crede molto poco a ex compagni di gazebo che si caricano pari pari una mozione avanzata da forestieri renziani. Perciò ora si chiede se “siano prove tecniche di intesa di governo col Pd”. Magari sopravvaluta un po’ una vicenda che di manovre romane sembra avere molto poco. Ma di un accordo sottobanco appare averne invece tutte le caratteristiche. Solo che resta da chiedersi “chi” fra i grillini ha un’autorevolezza tale da far abbassare il ponte levatoio del Palazzo 5 Stelle, sia pure in nome dell’Ambiente, agli avversari politicamente più detestati. E, soprattutto, in cambio di cosa?

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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