Campagna, Museo della Memoria nel ricordo delle vite salvate da Palatucci GLOBAL LOCAL PRIMO PIANO di Antonella Dell'Orto Scritto venerdì, 28 Gennaio, 2022 20:42 Ultimo aggiornamento domenica, 27 Marzo, 2022 20:44 A Campagna, il Museo regionale della memoria e della pace “Giovanni Palatucci”, è l’unico museo della memoria in Campania, istituito nel 2008, che ricorda i due centri di internamento per prigionieri politici ed ebrei. Gli edifici requisiti come luoghi per l’internamento sono due ex conventi collocati alle estremità della città: il convento Francescano di Concezione e quello Domenicano di San Bartolomeo, oggi sede del Museo. La stella a cinque punte che si trova a Campagna (provincia di Salerno) Per arrivare in questo luogo, che apre cuore e mente, occorre proseguire lungo la strada esterna al centro storico. Si arriva fino al parcheggio dove una costruzione in legno di una stella a cinque punte, è il segnale che sei giunto a destinazione. Si prosegue fino al centro storico di Campagna, completamente circondato dai monti e con un’unica via d’accesso. Il rumore dell’acqua fa da sottofondo. Campagna é la città della pace, della memoria del fuoco e anche dell’acqua. Un contesto ambientale e storico di grande pregio, incastonato nel parco dei monti Picentini. Qui si racconta “una storia diversa”, caratterizzata dalla figura e dall’operato di Giovanni Palatucci, funzionario dell’ufficio stranieri della Questura di Fiume e dello zio, Mons. Giuseppe Maria Palatucci, Vescovo della Città di Campagna. GIOVANNI PALATUCCI Giovanni Palatucci Giovanni Palatucci, questore reggente di Fiume, si prodigò in difesa degli ebrei salvando tanti di loro dalla deportazione. Accusato di cospirazione con il nemico, fu arrestato dai nazisti, recluso a Trieste e deportato a Dachau, dove morì a soli 36 anni il 10 febbraio 1945. Dichiarato Giusto tra le nazioni, insignito nel 1995 della medaglia d’oro al merito civile, ha in atto il processo canonico di beatificazione. UNA STORIA DIVERSA “Una storia diversa” è stato anche il titolo della performance teatrale andata in scena questo 27 gennaio 2022, a cura de Il teatro dei Dioscuri. In questa data si celebra il Giorno della Memoria quando nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. E ogni anno, in questa giornata, cerco di partecipare a degli eventi per rinnovare la memoria, per non dimenticare. E così siamo arrivati spettatori e siamo diventati protagonisti. I nostri nomi chiamati all’appello ci hanno reso uno di quei tanti gruppi di ebrei che arrivavano a bussare alla porta del convento provenienti da Fiume e accolti dal vescovo Palatucci. Accompagnati in un percorso che ci ha fatto attraversare l’intero complesso museale intervallato da momenti di grande impatto emotivo. Un plauso agli attori e al regista Antonio Caponigro che da anni ci ha abituato ad un teatro di grande spessore culturale ed emozionale. La serata è proseguita con un concerto di musica classica che si è tenuto nella Chiesa Monte dei Morti della Beata Vergine del Carmelo. Il concerto è stato a cura dei docenti e dei giovani musicisti del Conservatorio Statale Francesco Venezze di Rovigo e del Conservatorio di Musica Statale Benedetto Marcello di Venezia. “Senza guardare dalla finestra”: prospettive di musiche d’insieme e di musicisti perseguitati. Si sono esibiti giovani artisti di diverse nazionalità: un tenore in cinese e giovani soprano in tedesco. Il frutto di una ricerca musicale durata un anno, quella scritta da musicisti internati. Il sindaco di Campagna, Roberto Monaco e il direttore del Museo della Memoria e della Pace, Marcello Naimoli hanno fatto gli onori di casa accogliendo le delegazioni provenienti dalla Romania, dalla Lituania e dalla Lettonia, del Progetto Europeo Transnazionale MEMO-HISTORY. Tra il Museo della Memoria di Campagna e il Museo di Kèdainiai (Lituania). Già in mattinata era stato sottoscritto un importante protocollo europeo di collaborazione. Pensi di andare a Campagna e ti ritrovi nel cuore dell’Europa. LEGGI ANCHE: Moa, quando il museo diventa centro della vita culturale di Eboli