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Valencia, sintesi spagnola della buena vida

Valencia, Spagna

Ci risiamo, anche se la visita dura solo un weekend la smania del “souvenir” ti assale. Ed eccoci in Spagna, a Valencia, ora che dopo quasi due anni di lockdown, si spera di iniziare a riprendere la nostra vita e a fare anche qualche viaggio.

Era nel febbraio del 2019 quando sono arrivata per la prima volta in questa città spagnola (ne ho parlato qui) e come  dice una mia amica, in un posto ci devi tornare più volte. Ogni volta sarà diverso perché tu sarai diversa e anche le persone che conoscerai o ti accompagneranno saranno diverse e tutto questo renderà il luogo diverso. In effetti, è proprio così. 

Quattro donne in viaggio  

Questa volta in viaggio ero con le mie sorelle e mia cognata, che è per noi come una sorella. Ogni tanto ci ricaviamo un piccolo spazio solo per noi e lasciamo a casa mariti, figli, genitori anziani, nipotini e tutto ciò che solo una donna può lasciare indietro: un mare di cose da fare. È salutare e terapeutico, ogni tanto lasciare tutto e partire. E così eccoci tutte a Valencia che ha riconfermato le impressioni che ho sempre avuto, anche negli altri viaggi: una città che ti accoglie, con semplicità, garbo e soprattutto fruibilità.

Antonella Dell’Orto in viaggio a Valencia con le tre sorelle e la cognata

Valencia, dove tutto è a portata di mano

Anche per una breve permanenza – come è stata la nostra di tre giorni – riesci a respirare le atmosfere di questa città. L’appartamentino prenotato, situato nel centro storico, ci ha subito fatte immergere nel ritmo lento delle passeggiate tra i viali di jacaranda, le visite guidate ai più importanti monumenti storici, con le audio guide, è tutto più facile e fluido. 

Immancabile la sosta per le tapas e paella

Con le tapas Valencia ti comincia a dire che qui devi rallentare, ti devi accomodare, mangiucchiare e chiacchierare.

L’autobus dal centro ti porta al mare. La spiaggia immensa e pulitissima – per noi che veniamo dalla litoranea di Campolongo a Eboli – arrivarci con l’autobus ci sembra un miraggio e vedere tanta pulizia e tanto godimento, per noi è un sogno.

La famosa paella di Valencia

È vero che ogni volta siamo diverse. Io per esempio, ma anche le mie sorelle, siamo nell’età in cui le cose non le vuoi più rimandare, ma le vuoi fare e così già prima di partire, ci eravamo garantite la prenotazione al ristorante Casa Carmela. La volta precedente non ci ero riuscita perché tutto pieno. Dicono le recensioni che sia la miglior paella di Valencia. E noi non possiamo che confermare. Qui poi abbiamo avuto proprio la certezza che gli spagnoli la vita se la sanno godere. Quando ti siedi ti dicono che devi aspettare almeno 45 minuti perché chi ti dice che per la paella ci vuole meno, vuol dire che non è vera paella. Nessun problema, tra un tinto di Verano e bocconcini deliziosi di minuscoli moscardini e la dolcezza di un succoso pomodoro, il tempo trascorre piacevolmente tra una chiacchiera e l’altra. Hai anche il tempo di immortalare i “cucineros” alle prese con le paelle di diverse misure su queste fiamme ardenti. Penso che la temperatura in cucina sia vicina alla temperature del Sole. E l’attesa ne è valsa completamente la pena. Dopo pranzo ci vuole una bella passeggiatina, un po’ di lungomare e poi via verso il parco del Turia. 

I cucineros alle prese con la paella cotta sul fuoco a legna (Valencia, Spagna)

Il parco del Turia

L’atmosfera cambia. Qui nel Turia la gente fa sport o si rilassa all’ombra dei maestosi alberi. Quando poi arriviamo alla Cittadella della Scienza ti sembra di essere sbarcato su un altro pianeta. Queste costruzioni sono davvero avveniristiche e sembrano astronavi provenienti da un altro mondo. Abbiamo poco tempo e ci accontentiamo della vista esterna, ma ci ritorneremo. A Valencia ci si ritorna, con amici, figli (o se volete, anche con amanti).

I souvenir

I “ricordi” da portare li abbiamo presi in po’ in giro al Museo de la Seda. Valencia è famosa per le sue sete, e il museo a essa dedicato è da visitare. Mia sorella, nonna da poco più di un anno ci ha fatto fare il giro di tutti i negozi per abbigliamento baby. Qui a Valencia hanno un gusto unico nel vestire i bambini. E così eccoci con un cappottino rosso, con annessa cuffietta. Per Natale sarà delizioso vederlo indossato. 

I souvenir portati da Valencia

Al Mercado Central

E infine, come dalle migliori tradizioni, eccoci al Mercado Central.

La chufa di Valencia Dop, con tanto di ricetta per fare la horchata come quella bevuta alla storica Horchateria di Santa Catalina; i fartons appena sfornati caldi alla panetteria Granier; il riso di Albufera e l’aglio nero (da ripiantate in Italia).

E una piccola zucca, di cui non conosco il nome della varietà. Cotta al forno é dolcissima, il sapore somiglia alla patata dolce americana, e io ne sono ghiotta. 

Questa volta me la sono presa intera, così recupero i semi e questa primavera la pianterò nel mio orto. Valencia for ever!

 

Valencia in 3 giorni: programma

Arrivati all’aeroporto con la metropolitana linea 3 o 5 si arriva in centro stazione Xàtiva.

Dieci minuti a piedi per raggiungere l’appartamento “Valencia total vintage”  in Carrer  Dels Drets 3. Arredato con gusto, con la sua aria un po’ retrò ma molto accogliente e funzionale. La ragazza che ci ha accolto era napoletana e svolgeva un tirocinio Erasmus post diploma. Posizione eccellente per visitare Valencia in pochi giorni. 

Da visitare: Llotja de la Seda, con 2,50 euro l’audio guida è un modo molto bello per fare la visita. 

Il museo de la Seda (sempre prendendo un audio guida), con un unico biglietto permette di visitare anche altri due munumenti della città vecchia: la cattedrale e San Nicola (10 euro in totale) 

Per l’almuerzo (lo spuntino di mezza mattinata), sedete ad un qualsiasi locale, tutti propongono il loro ad un costo fisso di 4/5 euro. 

Per un bocadillos (panino, chiamato anche Pata Negra) andate al Mercado Central, ci aggiungete anche una cerveza e magari anche un bicchierone di frutta fresca tagliata a pezzi. Il tutto al costo di 6/7 euro.

Per pranzo prendere l’autobus 32 e raggiungete il mare.

Capolinea: Malvarosa, accanto c’è un palazzetto dello sport. Vi consiglio di arrivare in po’ prima così da poter fare una passeggiata sulla bella spiaggia, e visitare la casa museo di Vincente Blasco Ibanez, scrittore, regista e sceneggiatore di Valencia 

Ristorante Casa Carmela: ambiente accogliente e caratteristico. Professionalità e possibilità di osservare come cucinano la vera paella con la cucina a vista. Ottimo rapporto qualità prezzo (35/40 euro).

Al ritorno prendete l’autobus 95 per Ciutat de les Arts i les Ciències  

La Città delle Arti e delle Scienze a Valencia

Avevamo poco tempo e ci siamo accontentate di una visita esterna e di scattare un po’ di foto, ma ci sono dei biglietti che ti permettono di visitare l’Oceanografico e il Museo delle scienze con delle tariffe scontate. 

E poi rientrare verso il centro percorrendo il Parco del Turia: è una bella passeggiata, il parco è lungo 9 km, ma si può decidere quanti km percorrere e non ci si annoia. 

E poi passeggiare nelle strade che circondano Plaza de l’Ayuntamiento con vetrine colorate per lo shopping. 

Non può mancare una merenda pomeridiana alla Horchateria di Santa Catilina: horchata con fartons oppure cioccolata con churros (4, 50 euro).

La sera consiglio un giro in Plaza de la Virgin e tapas con cerveza. Noi li abbiamo mangiati da Sagardi (un po’ caro, ma deliziose). Qui si paga contando gli stuzzicadenti, una media di 2 euro a tapas. In Italia non penso si possa fare, per pagare di meno qualcuno potrebbe pensare di ingerire magari anche gli stuzzicadenti. 

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