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Amalfi history, foto della guerra nel tesoro bibliotecario canadese 

Ultimo aggiornamento venerdì, 2 Giugno, 2023   21:07

In redazione arriva una mail firmata da Pete Hindy. Chiede se eravamo a conoscenza di alcune foto scattate ad Amalfi durante la II guerra mondiale e conservate in un archivio canadese (nell’isola di Terranova sull’Oceano Atlantico). E se conoscevamo alcuni dei personaggi (“local People and musical groups from 1943-1945…there are also many children and villagers”). 

Rita Di Lieto, già professoressa di lingue straniere in pensione, e collaboratrice dai tempi del cartaceo di E’Costiera, ha una grande passione per tutto ciò che è la ricerca storica della Costiera amalfitana. Si è messa a lavoro sulle tracce di quei volti che arrivavano da un passato che meriterebbe ancora di essere raccontato. E proprio come fa una brava storica, per ogni foto è riuscita a rintracciare alcuni personaggi e a ricostruire il momento di quelle istantanee arrivate miracolosamente “intatte” fino a noi.

SULL’ISOLA DI TERRANOVA C’E’ UN PO’ DI STORIA DI AMALFI : “personal photo album of a Newfoundland Soldier in Amalfi”. 

All’Archivio di Stato dell’isola di Terranova, Newfoundland (Canada), nella Edwin Neyle Murray Collection, c’è una raccolta di foto scattate ad Amalfi, durante la Campagna d’Italia degli Alleati, nel periodo di licenza dei militari nel rest camp dell’Albergo Santa Caterina. Il Canada era allora un dominion britannico, una colonia dell’Impero britannico.

Sono istantanee eloquenti, chiare ed espressive. A guardarle ti pare di respirare il relax dei militari in terrazza distesi al sole sulle sedie a sdraio o intorno a un tavolino a bere un drink, dimentichi dell’inferno di Cassino.

Più che il panorama, catturano i particolari: il cancello di un uliveto accanto all’albergo, chiuso, un altro aperto per entrare a sedersi sull’erba e guardare i dintorni.

Molto bella l’inquadratura di un soldato seduto sul davanzale e appoggiato al muro del vano di un finestrone dinanzi al panorama della Costiera, incorniciato da una fila di cime di cipressi in basso, fronde di alberi ai lati, uno in fiore. A destra un’anfora antica incrostata di valve di molluschi impreziosisce l’immagine. 

Duomo di Amalfi, Settimana Santa, anno 1944

Molto suggestive le foto poi che ritraggono i riti della Settimana Santa: le due file dei Battenti di Atrani sulle scale del Duomo il Giovedì Santo e la processione del Venerdì Santo, il 7 aprile 1944; la piazza gremita dalla folla dei fedeli e la bara di Gesù Morto sul ricco catafalco dorato, seguita dalla statua dell’Addolorata.

Dopo il Concilio Vaticano II, la liturgia della Settimana Santa è cambiata. La processione del Venerdì Santo si fa a tarda sera. Lungo il percorso le luci di strade e piazze vengono spente ed illuminate da torce e bracieri. Nel silenzio assoluto della folla, un lungo corteo di ‘battenti’, bianchi confratelli, precede la processione cantando ‘a cappella’ lo straziante lamento dell’Addolorata che segue la bara di Gesù Morto. Parole e musica del compositore amalfitano Antonio Tirabassi (1882 – 1947). (Video on line I riti e le suggestioni del Venerdì Santo – Città di Amalfi )

Non potevano mancare, tra le immagini canadesi, i pescatori e le onde spumeggianti che s’infrangono sulla strada. 

L’ORCHESTRINA AMALFITANA

Quando Maria Lucibello, 93 anni, ha visto la foto dell’orchestrina, ha riconosciuto subito tutti i suonatori, ma ricordava solo il nome del suo direttore, Domenico Lagrotta (1900 – 1975), che suona il banjo. Era un muratore, ma nel tempo libero un cabarettista. I suoi spettacoli, in dialetto napoletano, riscuotevano un gran successo. Per aver notizie sugli altri ho telefonato a un suo nipote, che mi ha indirizzata a Franco D’Amato, un mandolinista  più giovane che aveva suonato con alcuni del gruppo. 

Alla nostra destra, accanto a Lagrotta, Mario Criscuolo (1912 – 1988), professore di musica, suona il flauto; Antonio Mansi (1909), un barbiere di Atrani, suona il mandolino; nella fila centrale tre chitarristi: da sinistra Alfonso Mansi (1914), barbiere di Atrani, come suo fratello Antonio, Andrea Iovine (1905 – 1999), falegname, Gioacchino Serretiello (1904 – 1989) barbiere. 

Fra le due cantanti, Lina Cavaliere (1928 – ed Adele Pace (1924 – 2013),  Biagio Fronda, commesso, suona la ‘rancella’, un’anfora di terracotta dall’imboccatura piccola che serviva per mantener fresca l’acqua. Usata come strumento, ha la funzione di basso. Risuona, se vi ci soffia dentro aria, facendo vibrare la lingua. Era decorata con immagini di Amalfi o con il nome dell’orchestra, sovente sul lato opposto con la scritta PITCHER, che in inglese è sia ‘anfora a due manici’ che ‘posteggiatore’, cioè suonatore ambulante. La posteggia era infatti un’orchestrina che si esibiva ora in un posto ora in un altro. Ad Amalfi andava di albergo in albergo o nei vari ristoranti per allietare i turisti. Le canzoni più in voga in quegli anni erano Addò sta zazà, Munasterio e Santa Chiara, Lili Marleen e tutte le canzoni classiche napoletane.

LA GITA A RAVELLO

Segue il racconto per immagini di una gita a Ravello in tassì di un piccolo gruppo insieme a Biagio Milone, portiere prima dell’Albergo Cappuccini e poi dell’Albergo Luna. All’epoca i portieri stavano in strada per accogliere i turisti che arrivavano in vaporetto oppure in autobus o carrozze e li indirizzavano all’albergo per cui lavoravano, ma si proponevano anche come guida. Prima tappa d’obbligo dell’escursione un topos dell’epoca: sosta nella curva in cima alla salita di Civita, davanti al cancello. Seduti sul parapetto della strada a picco su Atrani, nel punto in cui, come alla sommità di un anfiteatro, si gode la vista della cittadina, senza ancora il tunnel Atrani-Amalfi, costruito dopo proprio per la difficoltà dei Dodge alleati nello stretto tornante.

La guida dà spiegazioni in inglese al centro del piccolo gruppo di giovani che lo ascoltano con interesse. Uno di loro indica poi in alto il belvedere di Cimbrone. Un altro si ferma ad osservare a destra Pontone e, più in su, lo scheletro della basilica di Sant’Eustachio; in lontananza s’intravede Scala. Una curiosità: da quello stesso luogo risuona l’eco da Atrani e le guide cantavano “’E signurine vanne a Ravielle,/ Quante so’ belle ‘e signorinelle,/Belle, belle, belle! E da giù si sentiva ripetere “Belle! Belle! Belle!”, al che i turisti: “Again! Again!” 

Arrivati a Ravello, i sette vanno a Villa Rufolo e li troviamo in un’altra foto, in posa con lo sfondo della cresta delle montagne di Tramonti che termina a destra con la sagoma tonda dell’Avvocata, il Monte Falerzio.

La meta finale è Villa Cimbrone; c’è la foto del Tempietto di Bacco, dove è sepolto Lord Grinthorpe; poi, in uno scatto, sono seduti sulla panchina con la scritta in inglese dei versi di Catullo:”Perduto al mondo nel quale agogno parte alcuna, siedo e parlo con il mio cuore, soddisfatto del mio piccolo angolo di terra, contento di non sentir  tristezza per la dipartita” e in seguito affacciati al Belvedere, la terrazza dell’infinito. 

JEEP AMERICANA IN PIAZZA DUOMO

L’immagine della jeep americana in Piazza Duomo ci ricorda che anche gli altri alberghi di Amalfi come l’Hotel Luna e l’Hotel Riviera erano adibiti a rest camp

Edwin Neyle Murray ha documentato fotograficamente tutta la sua esperienza fatta durante il periodo di guerra trascorso anche in Costiera amalfitana

Edwin Neyle Murray aveva la passione per la fotografia; non era un professionista, ma era un artista. Ha documentato tutta la sua esperienza di soldato sin dalla partenza da Terranova nel 1939 sulla HMT Duchess of Richmond per l’addestramento in varie parti della Gran Bretagna del 166th (Newfoundland) Field Regiment, Royal Artillery.

Finché ha potuto, ha nascosto la sua macchina pieghevole nella tasca interna della giacca. A Glasgow l’ha venduta, poiché era vietato portarla in Nord Africa. Qui ha cercato di trovarne un’altra. Ha saputo che un carrista appena tornato dal fronte ne vendeva una sequestrata a un tedesco. Si è fatto prestare il danaro per comprarla, ma le immagini si sovrapponevano. Per fortuna un amico, esperto riparatore di orologi, l’ha completamente smontata con un coltellino tascabile ed ha eliminato tutta la sabbia che c’era dentro. Mentre era in Italia, ha chiesto un passaggio per Livorno, città distrutta dal nemico in ritirata e vietata a tutte le truppe per la presenza di bombe trappola. È andato alla ricerca di negozi di fotografi, scavando tra le macerie. Dopo due tentativi andati a vuoto, nel terzo negozio in un angolo buio ha trovato uno scatolo di vecchi caricatori abbastanza  integri da poter essere riutilizzati. Per procurarsi le pellicole si è rivolto a un amico americano della Photo Unit ed è riuscito a farsi vendere una pizza di film di 35 mm. Con una delicata e complicata operazione ne ha ricavato parecchi rulli ed ha fatto circa 500 foto che ha venduto ai soldati del Reggimento. 

Edwin Neyle Murray ha mandato dall’Inghilterra i negativi a Newfoundland molti anni dopo la guerra, nei primi anni 1970. Per la loro importanza di documento sono state affidati all’Archivio di Stato che li ha accuratamente catalogati e Murray ha disposto che fossero out of loan, accessibili a tutti.

L’ AMORE TRA IL CANADA E AMALFI



Scogli della Marinella ad Amalfi: due ausiliarie (A.T.S. Auxiliary Territorial Sevice) in divisa, con un soldato in costume da bagno.

Nell’Amalfi History tra Canada e Amalfi c’è un’altra storia, la storia d’amore tra un soldato canadese, Jovic Liube e una ragazza di Vettica, Maria Cavaliere di Andrea e Teresa Bottone. Jovic è tornato ad Amalfi nel ‘47e si sono sposati. “Io ero piccola– ci ha raccontato sua nipote Caterinasiamo andati a Napoli. Quando sono saliti con la nave, che in dieci giorni doveva portarli in Canada, io  piangevo. La nonna aveva avuto tredici figli. Qua c’era la fame! Maria ha trovato lavoro in Canada per i suoi fratelli, Mario, Guglielmo e Alfonso, i quali hanno scelto di vivere in Nord America”. In genere, poi, gli uomini mandavano a chiamare le ragazze con una formale promessa di matrimonio; queste partivano, affidate al consolato, e dovevano sposarsi entro 28 giorni.  

Ragazze affacciate al balcone con soldati americani, 1944-45

La prima a partire è stata Maria Laudano figlia di Antonio Laudano, detto il Kaiser, un pescatore di Conca dei Marini, fidanzata con Alfonso Cavaliere che l’ha sposata in Canada, in Ontario. Guglielmo, che si era fidanzato con una siciliana, Giovanna Corradoni, è partito dopo il matrimonio. Mario, invece,  ha sposato una canadese. Ed è iniziato un tale concatenarsi di fratelli e sorelle ad andarsene che ben presto i giovani di due intere famiglie sono espatriate in Canada

Oggi l’aereo ha accorciato le distanze e favorisce le storie d’amore con le oriunde amalfitane. Idarella Aceto, che ha un nipote sposato lì, Tonino Iridio, figlio di Giovanna sua figlia, è andata in Canada ben sette volte. Lì ci sono le sue pronipoti, Isabella di 8 anni e Jessica di 3. La nonna di Tonino era, infatti, Maria Laudano, di Conca dei Marini, la prima ad essere partita. 

DA LEGGERE:

II Guerra Mondiale, i ricordi della Costiera amalfitana nel libro di Rita Di Lieto

“Il lavoro delle donne”: nel libro di Rita Di Lieto una Costiera che non c’è più

“Mio caro amore”, storie di cartoline inviate da Ravello nel luglio del 1944

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