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Amalfi History: i giorni degli Alleati nel rest camp del Santa Caterina

I Newfoundlers furono mandati in congedo ad Amalfi nel rest camp dall’Albergo Santa Caterina durante la Settimana Santa. Quell’anno del 1944 la domenica di Pasqua fu il 9 aprile. Le prime foto scattate sono quelle dei riti del Giovedì e del Venerdì Santo. Altre immagini inedite (dopo quelle già pubblicate) ci arrivano dall’Archivio di Stato dell’isola di Terranova, Newfoundland (Canada). Nella Edwin Neyle Murray Collection, c’è una raccolta di foto scattate ad Amalfi, durante la Campagna d’Italia degli Alleati.

La Costiera amalfitana presenta ai giovani venuti da una gelida regione del Nord America, stressati da alcuni mesi di combattimenti, il suo volto sorridente: il sole, il mare, la spiaggia

Soldati americani che ammirano il Golfo di Napoli

Quando scoppiò la Seconda Guerra mondiale, Newfoundland (Terranova) era un Dominion governato direttamente dal Regno Unito, in seno alla Commission of Governement. Perché, già  Dominion britannico autogovernantesi, a causa delle difficoltà derivanti dalla Grande Depressione del 1929, la sua House Assembly nel 1930 si era sciolta e il Dominion, che non aveva più un proprio parlamento, era passato all’amministrazione di tale Commissione. Quindi, il 3 sett. 1939, con la dichiarazione di guerra della Gran Bretagna alla Germania, i Newflanders andarono a combattere nelle fila dell’esercito britannico, la British Army .

Il 10 giugno 1940, l’Italia, entrò in guerra accanto alla Germania contro la Gran Bretagna e la Francia, con esito a dir poco disastroso su tutti i fronti: Balcani, Nord Africa, Africa Orientale Italiana. 

Il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del fascismo decise la deposizione di Benito Mussolini. Il Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, lo fece arrestare e nominò come nuovo Capo del Governo il maresciallo Pietro Badoglio. Allora, per uscire dal conflitto, l’Italia firmò con gli Alleati un armistizio, che fu reso noto l’8 settembre 1943. 

L’11 ottobre 1943 il governo Badoglio dichiarò guerra alla Germania, che aveva molte sue truppe su tutto il nostro territorio nazionale.

Il Newfoundland 166th Regiment fu schierato prima in Nord Africa come parte della British First Army (1ª Armata Britannica) e vi rimase anche durante l’invasione della Sicilia. Sbarcò a Napoli nell’ottobre 1943, dopo che militari e popolo napoletani ebbero cacciato i Tedeschi dalla città, grazie alla dura lotta nelle “quattro giornate di Napoli” (28 sett. – 1° ott. 1943).

Insolite ed interessanti sono le molte immagini dello sbarco

Lo Sbarco a Napoli

Il Newfoundland 166th Regiment in Italia fu inserito nella British Eight Army (8ª Armata Britannica), in cui rimase fino alla fine delle ostilità nel 1945, ma fu spostato in varie Divisioni, come la 8th Indian Division e la 2nd New Zealand Division.

Da Napoli i Newfoundlers si diressero verso il fronte, verso Benevento, come si evince dal titolo di alcune foto.

Gli Alleati dinanzi a Palazzo Reale a Napoli

Perché Benevento?

I Tedeschi, per contrastare l’avanzata degli Alleati lungo la penisola, avevano iniziato a costruire una serie di fortificazioni dal Tirreno all’Adriatico seguendo le valli dei fiumi e scavando nei punti strategici degli Appennini ampie grotte nella roccia. Tali opere venivano eseguite dagli italiani rastrellati e costretti al lavoro coatto nell’Organizzazione Todt.  La più importante di queste difese tedesche era la linea Gustav, che seguiva il corso dei fiumi Garigliano, Rapido e Sangro, da Minturno sul Tirreno ad Ortona sulla costa Adriatica. Il suo punto chiave era  Montecassino, che dominava le valli del Rapido e del Liri sulla via per Roma. Ma per completare la linea Gustav occorreva tempo, perciò Kesserling e Vietinghoff decisero di costruire a sud di Cassino la linea del Volturno (Viktor-Line) che facesse da baluardo lungo il fiume Volturno, da Castel Volturno sul Tirreno, a Termoli sul fiume Biferno che sfocia in Adriatico. 

Il Volturno nasce in Molise, nei pressi di Rocchetta al Volturno (IS), riceve le acque di numerosi affluenti, per cui ha velocità e portata notevoli, attraversa le province di Caserta e Benevento, riceve il Calore, passa nella stretta di Triflisco, nei pressi di Capua e si spande nella fascia costiera campana fino al mare.  In questa zona i Tedeschi, per indugiare, facevano azioni di sabotaggio con poche unità: distruggevano i ponti, tagliavano le linee di comunicazione, sbarravano i fiumi con filo spinato… E frattanto occupavano posizioni strategiche sulle alture. La lotta lungo il Volturno fu cruenta; i reparti corazzati americani penarono a sfondare la linea, anche a causa delle proibitive condizioni del tempo. Le truppe tedesche per ordine di Kesserling resistettero fino al 16 ottobre. Le retrovie, comunque, ritirandosi, lasciarono campi minati e devastazioni.

Ora gli Alleati dovevano affrontare la Linea Gustav ed avanzare verso Cassino, di fronte a Montecassino, in cima al quale si ergeva l’abbazia fondata da S. Benedetto nel X secolo. 

Al disotto dell’abbazia di Montecassino i Tedeschi avevano scavato nella roccia una formidabile fortezza:  piazzole, rinforzate con acciaio e cemento in grado di resistere ad attacchi aerei, ed ampie grotte che, collegate tra loro da gallerie, nascondevano cannoni e mitragliatrici. 

La battaglia di Cassino tenne occupati gli eserciti da gennaio a maggio. 

Le difese dei Tedeschi erano così ben occultate da far sorgere il dubbio che essi sparassero anche dall’abbazia. Il generale neozelandese Bernard Freyberg era del parere che questa fosse un ostacolo da eliminare; mentre tutti gli altri comandanti avrebbero voluto risparmiarla. Alla fine prevalse la sua opinione. E, il 15 febbraio 1944, 239 bombardieri alleati sganciarono 453 tonnellate e mezza sull’Abbazia radendola al suolo. Ci furono molte vittime civili, gli sfollati di Cassino che erano stati accolti dall’abate Gregorio Diamare, ma nessun tedesco.  Il 15 marzo 1944 un altro massiccio bombardamento fece piazza pulita anche dei ruderi del monastero, che furono conquistati infine dai soldati polacchi il 18 maggio 1944.

I Newfoundlers furono mandati in congedo ad Amalfi nel rest camp dall’Albergo Santa Caterina durante la Settimana Santa. Quell’anno la Pasqua fu il 9 aprile. Le prime foto scattate da loro sono quelle dei riti del Giovedì e del Venerdì Santo. 

Amalfi presenta ai giovani venuti da una gelida regione del Nord America, stressati da alcuni mesi di combattimenti, il suo volto sorridente: il sole, il mare, la spiaggia. 

I Newfoundlers si godono la spiaggia ad Amalfi

Il rest camp è il tempo del riposo, il riposo della mente, per dimenticare il fragore della battaglia nel silenzio di una cittadina dove s’incontrano solo bambini e donne. La maggior parte degli adulti sono impegnati su fronti stranieri, in Africa o nei Balcani o nelle acque di mari ed oceani. E molti già prigionieri. Il rest camp è il tempo di fare le cose con calma, magari scrivere a casa lettere più lunghe e serene, dare spazio ai sentimenti, agli affetti. Finanche tornare in albergo in carrozzella per evitare la salita fino al Santa Caterina.

In carrozzella fino all’albergo

La pesca miracolosa

Qualcuno, forse, sale le scale del Duomo per un ringraziamento al Signore e a Sant’Andrea. E si ferma ad ascoltare con attenzione una giovane guida autorizzata – ha la fascia al braccio – che illustra gli affreschi di Paolo Vietri nell’atrio della Cattedrale. Una foto li riprende dinanzi alla “Pesca Miracolosa”. Non nei rumori della piazza e nella calca delle folle di turisti sbarcati dai torpedoni.

Dinanzi alla Pesca Miracolosa, duomo di Amalfi

I Corned beef

Altri comprano le arance dalla fruttivendola che espone la frutta in ‘spaselle’,  ceste basse rettangolari di fasce di castagno, poggiate su cassette di legno capovolte. Su una di queste la scritta “CORNED BEEF”  ci riporta alla mente la carne in scatola degli Alleati che ci ha sfamati dalla crisi alimentare del lungo periodo dell’autarchia, con l’ammasso e il dazio per qualsiasi cosa. La giovane sorridente reclamizza i suoi prodotti con un cartello in inglese, vantando la sua frutta fresca “la più pulita –la migliore – la più a buon mercato” e quell’English Spoken Family fa pensare quasi a un invito in famiglia per un pasto casalingo. Cartello ed esposizione della merce denotano un certo gusto estetico. In primo piano nocciole e noci, poi limoni, mele, pomodori disposti con cura in più file a forma di piramide.

 Le donne addette all’Auxiliary Territorial Sevice.

Avremmo voluto sapere di più sulle donne, le A. T. S., le donne addette all’Auxiliary Territorial Sevice. Che ruolo avevano? E Connie Peckam? Era la loro capo? Aveva una croce sul risvolto del cappotto e una fascia al braccio. Era una crocerossina? Dalle foto appare una persona autorevole, dolce e benvoluta.

Trascorsi i giorni del rest camp del dopo Cassino, i Newfoundlers dovettero superare altri più duri ostacoli. Ma c’erano ancora altre linee difensive tedesche: la linea Hitler o, dal nome del suo ideatore, Linea Senger, oppure catenaccio di Senger, una sorta di porte girevoli con il cardine al monte di Cassino, posta ad una decina di chilometri dalla linea Gustav, lungo la valle del Liri e la Casilina – il percorso più breve per raggiungere Roma – nell’intento di frenare gli Alleati nel caso avessero sfondato la Gustav. Infatti li bloccò, perché essi si imbatterono in vasti campi minati, buche anticarro e catene di bunker, per una profondità di un chilometro circa. Oltre tutto, la valle dell’Iri aveva strade strette, numerosi corsi d’acqua e vi incombevano i monti Aurunci, sul cui fianco in due vaste grotte naturali, rinforzate con cemento armato, avevano sistemato le loro mitragliatrici. In caso di crollo della Gustav, la Senger sarebbe stata spostata su un altro cardine, su Piedimonte, antica città fortezza. E così fu, dopo che le truppe polacche il 18 maggio ebbero conquistato i ruderi dell’abbazia di Montecassino. Per gli abitanti di quel territorio fu una settimana d’inferno.  

Un soldato in compagnia di due bambini lungo le strade di Amalfi (Via Matteo Camera)

Tutte queste difese richiedevano enormi lavori. L’organizzazione Todt disponeva di una grande abbondanza di mezzi, di “contingenti slovacchi” e dei giovani italiani nati il 1923, 1924 e 1925 arruolati dal “bando Graziani” per essere aggregati alla Todt (Battaglione Pionieri), “obbligati, come riferisce Otello Giannini, a servire la patria facendo fortificazioni insieme all’alleato comune contro il comune nemico” (da Studi Cassinati).  Da tener presente che l’Italia era divisa in due: Il Regno del Sud, che comprendeva ‘tutti i territori della penisola a Sud dei confini settentrionali delle province di Salerno, Potenza e Bari’ e La Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.), di Mussolini, occupata dai Tedeschi. 

Le truppe britanniche ed americane, che erano sbarcate ad Anzio e Nettuno sin dal 22 gennaio 1944, non potevano inoltrarsi nell’entroterra, impediti dai Tedeschi che occupavano le colline circostanti.

Sono ben 68 le tombe di Newfoundlers nel Cimitero del Commonwealth Britannico.

Riuscirono a rompere le difese tedesche solo il 18 maggio 1944. Quindi, con un attacco in forze tra il 23 e il 24 maggio, i Tedeschi furono aggirati e dovettero ripiegare verso la Gustav. 

Era stata poi approntata un’ulteriore linea chiamata Dora che ‘dal fiume Liri, lambendo le pendici orientali del monte d’Oro, attraverso Badia di Esperia, avrebbe dovuto scavalcare i monti Aurunci, passare per Ausonia e concludersi quindi a Formia’.  Ma furono le truppe di colore del Corpo di spedizione francese del gen. De Gaulle, i goumier  che scavalcarono per prime gli Aurunci ed aprirono un pericoloso varco nelle difese tedesche. 

Altri protagonisti dell’avanzata degli Alleati verso Roma furono i ‘Lancieri di Carpazia’ e ‘il Reggimento Carpatico’, i polacchi al comando del gen. Wladyslaw Anders che avanzarono sotto il fuoco nemico bonificando il terreno dalle mine e conquistando d’assalto la quota 893.  

Il 4 giugno 1944 gli Alleati entrarono in Roma. 

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