“Sua Altezza” la Costiera: quando tra i sentieri si incontravano le regine E'COSTIERA IERI PRIMO PIANO TERRITORI di Rita Di Lieto Scritto mercoledì, 22 Gennaio, 2025 20:07 Dalla principessa del Bahrein a Dora Winstedt, il fascino senza tempo dei cammini che portano lontano dalla movida e dai centri storici Era il 2003 quando l’attuale principessa del Bahrein, Sabika al Khalifa, confessava sulle pagine del supplemento “Sette” del Corriere della Sera il suo amore per la Costiera amalfitana, descrivendola come un luogo “meraviglioso” dove scoprire la natura con scarponi ai piedi. Nell’articolo di Rita Di Lieto, che ora riproponiamo anche online, si racconta di come già negli anni ’40 e ’50, la rete sentieristica dei Monti Lattari incantava i viaggiatori dell’epoca, quando ancora non esistevano mappe aggiornate e tracciati del Cai. Oggi, questi percorsi sono più conosciuti che mai, grazie anche a tour operator (come Genius Loci) e guide specializzate che promuovono gli itinerari naturalistici. Eppure, la sfida di valorizzare e tutelare questa ricchezza resta aperta: tra abbandono dei terrazzamenti e spopolamento dei borghi e frammentazione delle proprietà, il rischio di perdere un legame vitale con il territorio è concreto ancora oggi, e più di ieri. Però la crescente attenzione verso il turismo lento e sostenibile offre nuove speranze, dimostrando che questi sentieri possono continuare a essere un ponte tra passato e futuro…(di seguito l’articolo pubblicato sul numero 1 – maggio 2003). Siamo ai primi anni ’40 quando si iniziano a percorrere i primi sentieri che degradano a mare Sul supplemento del Corriere della Sera, Sette (aprile 2003) in un’intervista alla “regina” (attuale principessa, ndr) del Bahrein, Sabika al Khalifa, leggiamo: “Lei, prima moglie dell’emiro Hamad Bin Isa al Khalifa, è una che quando va in Costiera amalfitana (“Un posto meraviglioso, mio figlio, il principe erede al trono, l’ha scelto per la luna di miele”) si toglie il velo, s’infila gli scarponi da trekking e scala le montagne”. Quanti di noi, sedentari incalliti, dedicano il loro tempo libero alle passeggiate sui nostri monti? Siamo consapevoli di quale enorme attrattiva essi esercitino? Gli interessi più disparati, da quelli naturalistici a quelli puramente estetici, hanno sempre portato gli stranieri a percorrerli in lungo e in largo. A Scala, negli anni quaranta e cinquanta, era la signorina Dora Winstedt a guidare per colline e montagne gli artisti e scienziati danesi ospiti di San Cataldo (l’Istituzione danese ove soggiornano artisti e scienziati), insieme a qualche amico del posto. Un giorno, in un’ escursione a Punt’Aglio, a picco sulla Valle delle Ferriere, un entomologo fece accorrere tutti intorno a sé con grida eccitatissime: aveva scoperto una nidiata di insetti ritenuti estinti. La marcia riprese solo quando egli ne ebbe catturato e debitamente rinchiuso uno in una scatolina. L’articolo pubblicato nel 2003 Il più grande conoscitore dei Monti Lattari è stato senza alcun dubbio il Signor Steli, un ingegnere svizzero che passava le sue vacanze a Ravello. Partiva ogni giorno con una meta diversa per maratone di un’intera giornata su ambedue i versanti. E non disdegnava che altri si unissero a lui. Così la comitiva di forestieri e ravellesi al suo seguito diventava ogni anno più nutrita. Amico di boscaioli e pastori, era cordiale, paterno, ma severissimo nel far rispettare la disciplina della montagna. La gita più memorabile era quella alla Tenda (Monte Cerreto). Si partiva la sera, con la luna piena che illuminava a chiazze i bui sentieri delle selve, e si arrivava nelle prime ore del mattino. Poi, nel freddo pungente degli oltre 1.300 metri e con l’inebriante sensazione che dà la conquista di una vetta, ci si godeva il fantasmagorico spettacolo del sorgere del sole sui golfi di Napoli e di Salerno. Quindi, seguendo la cresta dei Monti Lattari, si scendeva via Agerola ad Amalfi, sempre a piedi, da dove in autobus, stanchi morti ma felici si ritornava a Ravello; tutti tranne il Signor Steli che invece, a torso nudo, se ne risaliva, via Atrani, per la “scorciatoia”. Oggi la sentieristica, almeno quella di mezza costa, è abbastanza pubblicizzata. Mappe e guide proliferano. Le agenzie di viaggi presenti sul territorio propongono alcuni itinerari storico- naturalistici con guide specializzate. Per scongiurare il definitivo abbandono di questa enorme risorsa che sono i Monti Lattari si cerca di valorizzare i paesi dell’entroterra, dove si registra ancora un qualche attaccamento alla terra, con iniziative di vario genere, che tuttavia stentano a diffondersi, soprattutto a causa dell’eccessivo frazionamento delle proprietà. Queste, spesso sono passate in mano di non residenti, i quali hanno costruito seconde case, abitate solo uno o due mesi d’estate, e hanno lasciato incolto il resto del terreno. Inoltre negli ultimi decenni la società contadina si è evoluta e si è preferito l’impiego nel terziario. Infine la scarsa redditività dell’agricoltura ha orientato la residua manodopera verso l’edilizia. Anche il calo delle nascite ha avuto la sua influenza negativa… L’antico Conservatorio di Tramonti, tra ricerche storiche e urgenze di restauro A Geo Rai 3, la Costiera amalfitana dei sentieri della biodiversità rurale Autore Rita Di Lieto Visualizza tutti gli articoli