Palermo Liberty: come i chioschi sono un museo a cielo aperto COPERTINA STORIE di Maria Rosaria Sannino Scritto giovedì, 23 Gennaio, 2025 19:45 Ancora oggi sono una testimonianza visiva di un’epoca in cui estetica e funzionalità si fondevano in modo armonioso: i chioschi in stile Liberty di Palermo rappresentano un capitolo importante della storia urbana e architettonica della città siciliana che in ogni periodo dell’anno è invasa da turisti di tutto il mondo, meta prediletta già dai tempi del Grand Tour. Al di là della grande mole di monumenti di varie epoche e stile, che sono sparsi praticamente in ogni angolo, formando una mappa anche storica, questi chioschi Liberty qui sono molto più che semplici strutture funzionali. In un periodo in cui Palermo era una città in crescita, desiderosa di competere con le grandi capitali europee in termini di arte e cultura, l’integrazione dello stile Liberty con il tessuto cittadino ha dato a Palermo un carattere distintivo, che ancora oggi attrae. E questi chioschi dimostrano come sia possibile combinare le esigenze pratiche con una visione estetica elegante. Immaginare di realizzare oggi simili strutture significherebbe non solo recuperare un linguaggio architettonico capace di armonizzare l’ambiente urbano ma anche creare spazi che uniscono funzionalità e bellezza. Ma tant’è oggi di fatto nulla è come prima. Il più antico chiosco Liberty Il Chiosco Ribaudo, di fronte al Teatro Massimo E’ il Chiosco Ribaudo, anno di costruzione 1894. Si trova in Piazza Verdi, di fronte al Teatro Massimo. Le sue decorazioni floreali in ferro battuto, la sua struttura slanciata e armoniosa, quasi catalizzano lo sguardo più dello stesso Teatro. C’è “movimento”, vita quotidiana che si focalizza in questo punto e che attrae. E’ grazie all’architetto Ernesto Basile che pensò di utilizzare lo stile Liberty per i chioschi, che ancora oggi possiamo godere di questi piccoli capolavori. L’architetto, figura di spicco non solo in Italia, fu profondamente influenzato dall’Art Nouveau europea, e pensò così di adattare questo stile alle esigenze e alle caratteristiche di Palermo, creando opere che si armonizzavano con l’ambiente urbano. Il suo intento era trasformare semplici strutture in veri e propri gioielli architettonici. Un altro esempio importante è il Chiosco Vicari, costruito nel 1897 nella stessa piazza, che segue i principi del Liberty ma con una propria identità stilistica. Anche il Chiosco Ribaudo di Piazza Castelnuovo, risalente al 1916, è sempre stato un punto di riferimento: la sua cupola e i dettagli decorativi riflettono il genio di Basile. “Una pietra miliare il piccolo chiosco di proprietà comunale – come scrive Balarm – inutilizzato da oltre un quindicennio e letteralmente “impacchettato” dall’autunno del 2018”. Ora finalmente libero. Come nascono questi Chioschi? I chioschi Liberty nascono tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in un periodo di grande fermento artistico e culturale in tutta Europa. Lo stile Liberty, noto anche come Art Nouveau, si diffonde rapidamente per il suo linguaggio decorativo fluido, ispirato alla natura, e per la sua capacità di integrare l’arte negli oggetti di uso quotidiano e negli edifici funzionali. A Palermo, questi chioschi furono concepiti come elementi di arredo urbano per abbellire le piazze principali e offrire servizi ai cittadini, come la vendita di bibite, giornali e biglietti per il teatro. Il futuro dei chioschi Liberty Oggi molti di questi chioschi continuano a svolgere una “funzione sociale”, anche se con destinazioni d’uso diverse, come tabaccherie o edicole. Alcuni necessiterebbero di interventi di restauro per preservare il loro valore storico e architettonico. Non solo arricchiscono il patrimonio culturale della città, ma rappresentano anche un’opportunità per rafforzare il turismo e l’identità di Palermo come città d’arte. Nel corso degli anni sono stati organizzati diversi eventi dedicati alla valorizzazione dello stile Liberty a Palermo, inclusi i suoi caratteristici chioschi. Nel 2009 si è tenuto un convegno internazionale intitolato “Il Liberty a Palermo e le esperienze nazionali ed internazionali. Un confronto sugli studi, le ricerche e la tutela”, svoltosi presso la Galleria d’Arte Moderna. La Fondazione Sant’Elia ha ospitato in passato la mostra “Palermo Liberty – The Golden Age“, curata da Cristina Costanzo, Massimiliano Marafon Pecoraro ed Ettore Sessa, focalizzata sul periodo d’oro del Liberty palermitano. Chiosco Vicari a Palermo Palermo è stata inserita anche negli itinerari storico-artistici riconosciuti dal Consiglio d’Europa per il suo patrimonio Liberty, sottolineando l’importanza di questo stile nella storia e nell’architettura della città. Guardandole vengono in mente le famose entrate delle stazioni della metropolitana parigina, progettate da Hector Guimard, un’iconica rappresentazione dello stile Art Nouveau, simile al Liberty italiano. Parigi ha restaurato molte di queste edicole, integrandole nel paesaggio urbano moderno e promuovendole come simboli della città. Anche a Palermo questi chioschi non sono solo frammenti del passato, ma anche simboli di bellezza e creatività, capaci di ispirare ancora oggi chiunque li osservi. Enzo Sellerio, lo sguardo di un fotografo su una Sicilia in trasformazione Marina Di Guida, una “Mareggiata” di poesie che “spazza” Napoli Autore Maria Rosaria Sannino Giornalista professionista, cronista, reporter di viaggi, appassionata di fotografia e reportage. Visualizza tutti gli articoli