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Rosh Hashanah, il capodanno ebraico con chicchi di melagrana

Buon Rosh Hashanah! “Che l’anno prossimo possa essere buono e dolce. E che i nostri meriti siano numerosi, come i chicchi della melagrana”. E’ uno dei tanti auguri che su twitter ci si scambia per il Capodanno Ebraico. Quest’anno si festeggia il 20 settembre (è basato sul calendario lunisolare) e cade nel mese di Tishrei, tra il tardo settembre e il primo ottobre. Il Rosh HaShanah è solo il primo dei tre capodanni previsti dal calendario ebraico e introduce ai dieci giorni penitenziali che precedono lo Yom Kippur (giorno dell’espiazione) durante i quali il popolo ebraico prende coscienza del proprio comportamento nell’anno precedente invocando la grazia al Signore.

Gli altri due capodanni sono quello di Tu BiShvat, i capodanno degli alberi che ha un richiamo prevalente all’anno agricolo; il terzo è quello di Pesach, considerato come il capodanno religioso: è con l’uscita degli ebrei dall’Egitto che il popolo ha preso coscienza della vera e propria religione.

Rosh Hashanah, il capodanno ebraico

Quello di oggi (20 settembre 2017) sarà l’inizio dell’anno 5778 poiché il calendario ebraico conta gli anni a partire dalla presunta data della creazione, che in base alle indicazioni della Bibbia è stata calcolata dalla tradizione rabbinica al 3760 a.C. (tenendo conto che non esiste l’anno zero). SIGNIFICATO: Secondo la tradizione ebraica, Rosh HaShana (che letteralmente significa “capo dell’anno“) celebra il momento culminante della creazione del mondo.

Questa celebrazione è ricca di significati e non manca anche l’aspetto culinario come la cena di Rosh Hashanh: assieme alla recitazione di piccole formule di preghiera, si usa consumare sia qualcosa di dolce (tipica la mela intinta nel miele), sia cibi che diano l’idea di molteplicità, come il melograno, per augurarsi un anno dolce e prospero, ma anche ricco di buone azioni.

Tra i vari piatti che si servono durante questa cena, differenti nelle varie tradizioni, è una costante la presenza di qualche parte di animale che faccia parte della testa, a simboleggiare il capo dell’anno. Solitamente viene portata in tavola anche una forma di pane (challa) tondo, a simboleggiare la circolarità dell’anno. Un’altra caratteristica è poi il suono dello shofar, un corno di montone a significare che è giunto il momento di risvegliarsi dal torpore.

Il melograno di Paestum

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