Radicepura Garden Festival, ridisegnare il paesaggio con il “giardino delle piante” LE DUE SICILIE PRIMO PIANO TERRITORI di Maria Rosaria Sannino Scritto lunedì, 15 Maggio, 2023 19:47 Ultimo aggiornamento martedì, 27 Giugno, 2023 16:28 Il Parco Botanico Radicepura che sorge a Giarre, ai piedi dell’Etna, è tra le “architetture green” che ha un piede nel futuro ma ancorato bene al passato del territorio. Qui, forse anche grazie alla natura fertile donata dal vulcano più attivo d’Europa, si possono trovare specie incredibili come sono le Chimere. Oppure piante autoctone come carrubi e arance. La natura diventa qui cultura, luogo da abitare e vivere quotidianamente, biodiversità da preservare. La quarta edizione del Festival Radicepura con la Biennale del Paesaggio Mediterraneo (in programma fino al 3 dicembre 2023)che si svolge qui, in questo grande “contenitore”, coinvolge protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura, giovani designer, studiosi e imprese. Nel parco botanico Radicepura si potranno visitare 15 giardini e 4 installazioni, realizzati con le piante messe a disposizione da Piante Faro – il vivaio siciliano che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà – Radicepura Garden Festival (foto Alfio Garozzo) Il tema E’ il giardino delle piante. I progetti in mostra mettono infatti in evidenza l’elemento botanico, così da dimostrare i benefici di un giardino di qualità, moderno, funzionale, poetico e armonioso. Viene promosso così un diverso stile di giardino che afferma una appartenenza al mondo naturale. Paolo Pejrone, noto architetto esperto in progettazione paesaggistica, ha realizzato qui il giardino Vento e Acqua, tentativi di resilienza. E così i giardini si stratificano insieme a quelli già esistenti, e così anno per anno, grazie al lavoro di otto team di architetti under 36 provenienti dalla Francia, Croazia, Hong Kong, Italia Malesia e Stati Uniti, arrivati fin qui tramite un bando. “Questa edizione della Biennale è per noi molto importante, perché dopo circa 10 anni di lavoro da quando abbiamo iniziato a concepire il festival, abbiamo raggiunto dimensioni importanti anche a livello internazionale e i ragazzi che sono qui ne sono una bella testimonianza”. A dichiaralo è dichiarato Mario Faro, Direttore Generale del Radicepura Garden Festival. “Ringrazio prima di tutto il maestro Paolo Pejrone, che con generosità ha lavorato a questo progetto dimostrando come il giardino sia un vero luogo di relazioni e incontri; da oggi si aggiunge un nuovo elemento alla sua geografia botanica, e io e la mia famiglia siamo orgogliosi che questo luogo sia Radicepura”. Le urgenze ambientali All’interno degli spazi di Radicepura Il tema di questa edizione invita un po’ tutti a preoccuparci delle urgenze ambientali, dei cambiamenti climatici e della sempre più diffusa siccità che affligge l’area mediterranea. I giardini rappresentano luoghi salvifici per l’uomo, per la tutela della biodiversità e per le città che faticano a trovare un giusto equilibrio tra cemento e natura. Orto botanico di Palermo e Giardino della Kolymbethra Grazie a queste collaborazioni si sono ricreati piccoli frammenti di queste importanti realtà siciliane. E così ci sono spazi dedicati agli agrumi, fichidindia, limoni che vengono irrigati attraverso il sistema di coppi di terracotta (“u cunnuttu”). I giardini ben progettati riescono ad autoregolamentarsi, senza sprechi di risorse. E l’architettura del paesaggio, riesce a creare un equilibrio. Il giardino mediterraneo è un vero laboratorio di conoscenza ma anche di sperimentazione. Molte delle piante che coltiviamo oggi sono arrivati da luoghi lontani. “I giardinieri conoscono la preziosità del presente perché hanno costantemente le mani immerse tra la terra e le radici delle piante– a raccontarlo è proprio Paolo Pejrone – Ma la natura insegna anche che i frutti migliori si ottengono tenendo la testa costantemente proiettata verso il futuro: cure pazienti e costanti rendono fertili i progetti. È con questa visione che da tempo stiamo lavorando sodo per il Garden Festival, immerso in un territorio di rara fertilità, tra vulcano e mare, tra sogno e realtà”. La sostenibilità è alla base di tutti i giardini mediterranei I diversi Giardini Gli spazi all’interno di Radicepura a Giarre Il team Sylvestre (Louis Richard ed Etienne Lapleau) è autore del giardino Apiaceae, realizzato con piante dell’omonima famiglia, emblematica del Mediterraneo, notevole per la sua estrema diversificazione Di-scendere guardando il giardino anche attraverso le radici Di-scendere di Marta Prosello, Andrea D’Ascola e Sofia Ronchini è un invito a guardare il giardino “dal basso” per cogliere l’apparato meno evidente, ma anch’esso protagonista di un paesaggio a sé stante, ricco di disegni botanici inediti al fine di comprendere il ‘come funziona’ delle comunità vegetali e coglierne le loro segrete evoluzioni rivelando ciò che appare nascosto. Nicoletta Aveni, architetta specializzata in architettura per la sostenibilità, propone Inviolabile Amuranza: un sistema vegetale complesso, dove la presenza dell’uomo è superflua, facendolo diventare solo uno spettatore: illuso di avervi accesso, di comprenderlo, ne percorre perpetuamente il perimetro, senza mai poterlo raggiungere. Shadow and Stone, della paesaggista croata Sara Stojakovi?, presenta e fa esplorare la bellezza dei paesaggi naturali e degli habitat vegetali della regione del Quarnero, nella parte settentrionale della costa croata, un paesaggio in cui piante resistenti e amanti del sole si mescolano con un tipo di bosco mediterraneo caratteristico della zona. The Womb Garden presso Radice Pura Garden Festival The Womb Garden di Thomas Brown riflette sul nostro bisogno di natura: l’austera facciata del giardino è il simbolo della nostra vita moderna – sterile, aspra e spesso desolata – e tuttavia, scorci di verde che fanno capolino da sopra il velo esterno invitano i visitatori a cercare la pace all’interno. UFO, Una Foresta Occulta del collettivo BoHo? (Maria Laura Calogero, Matteo Pessini, Graziano Testa) porta avanti un’idea progettuale che vede nella tradizione la miglior forma di ecologia possibile. Il progetto consiste in un’operazione semplice: delimitare una porzione di natura per farne un interno elevandolo in poesia dal resto del mondo naturale. L’installazione Shy Pavilion del team Atelier NOT (Adrian Wen, Frank Wu, Freya Jiao) si basa invece su una delle piante più comuni al mondo – la Mimosa Pudica, notissima per la sua risposta unica al tatto: una volta sfiorate, le foglie della pianta si restringono verso l’interno e si riaprono qualche minuto dopo – con un padiglione la cui trasparenza viene influenzata dalla luce, dal vento e dal tocco dei visitatori. Il carrubo I carrubi, la pianta protagonista del Radicepura Garden Festival Quest’anno è stata introdotta la presenza di “una pianta protagonista” che, rinnovandosi, accompagnerà ogni edizione. Si è iniziato con il carrubo perché qui è di casa. Rappresenta una pianta davvero speciale che riesce a trovare il suo posto tra il paesaggio addomesticato e quello selvatico. Un albero longevo che ha radici antiche e che produce frutti preziosi che proiettano il giardino in un mondo gentile di nuove economie e nuove consapevolezze. Dentro queste diverse tipologie di giardini, c’è però un’unica visione che colpisce il visitatore più attento: l’armonia che c’è dietro ad ogni angolo, anche quello che sembra più impervio. Perché la natura, qualsiasi essa sia, riesce a far immergere l’uomo in una “capsula” sensoriale. Qui tra le cinquemila varietà botaniche, si respira il futuro, ma solo grazie al passato. DA LEGGERE: Fa scuola il giardino pensile di Gaetano Bruno a Torino ispirato alla Costiera amalfitana