Toninelli visita Augusta ma dimentica dossier e pedalini ERROR404.ONLINE PRIMO PIANO di Massimo Ciccarello Scritto martedì, 23 Aprile, 2019 17:22 Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021 00:20 AUGUSTA – Insieme ai pedalini, dimentica a Roma anche i fascicoli sul porto di Augusta. Così, quando Danilo Toninelli si presenta ai giornalisti che lo aspettano davanti la Capitaneria, nell’assolata mattinata del 23 aprile, l’unico elemento di novità è il look spensierato sfoggiato da un ministro in visita ufficiale. D’altronde non si possono aspettare grandi notizie, da un titolare alle Infrastrutture che passa in rassegna il picchetto d’onore coi mocassini scamosciati portati senza calze. Così, chi governa i Trasporti della nazione, per quanto riguarda le tematiche di Punta Cugno si limita a uno sbrigativo:“Devo analizzare nel dettaglio il dossier“. I problemi di Punta Cugno? “Devo capire la situazione”. Il grillino in tenuta da piazzista in gita turistica, questo refrain lo replica in copia-incolla ai cronisti che gli chiedono dei piazzali portuali, da costruire sulle saline abbondantemente tutelate dall’Unione europea. A quelli che gli domandano dei programmati depositi di Gnl per navi, potenzialmente in grado di diventare come bombole di gas accanto il cannello di un saldatore. A quanti gli pongono la questione del traffico di naviglio militare a propulsione atomica, dentro una rada dove rischi ce ne sono già un’antologia. Niente da fare. “Replico anche a lei che sto entrando per capire la situazione”, risponde ai corrispondenti. Lasciandoli col problema di tirare fuori un articolo in cui gli augustani possano trovare qualcosa d’interessante da leggere, e non una passerella in stile Minculpop. Porti chiusi, tanto “dalla Libia non parte nessuno”. In compenso, il ministro allergico alle calze scure d’ordinanza ministeriale, conosce bene le problematiche della Catania-Gela. E risponde a tono su cantieri e migranti. Ha perfettamente chiara la situazione geo-politica che sta facendo scervellare le diplomazie di mezzo mondo, affermando che “dalla Libia non stanno aumentando le partenze”. Quindi il problema non c’è, e se dovesse capitare “valuteremo”.Ovviamente senza irritare il vicepremier in coabitazione Matteo Salvini, perché “noi non cambiamo politica sull’immigrazione clandestina”. Con buona pace della “svolta a sinistra” che il suo capo politico, Gigino Di Maio, si affanna a esibire per strappare un po’ di voti europei al rinascente Pd. Deleghe tolte a Siri per “tutelarlo”: da tentazioni? Al giornalista che cerca il lancio di agenzia stuzzicandolo sul caso del leghista Armando Siri, ricorda di avergli revocato le deleghe. Però se lo tiene vicino d’ufficio come sottosegretario, anche se è indagato. “Sperando riesca velocemente a chiarire”, le presunte collusioni con ambienti vicini alla mafia. E ne ha ben donde, visto che il Mit “cuba (sic)il 40 per cento degli investimenti pubblici in Italia”. Il problema politico perciò non esiste, con buona pace degli integralisti 5 Stelle che ancora imperversano sui social col loro giustizialismo a senso unico. Sequestratagli la penna, caso risolto. “Tuteliamo Siri”, aggiunge enigmaticamente. Senza dare il tempo ai cronisti di farsi chiarire se quell’affermazione era da intendere: gli abbiamo tolto ogni tentazione. Riunione in Capitaneria, però a porte sbarrate. Poi il ministro abbigliato come la gente molto comune, ma arrivato con la regolamentare auto blu tenuta prudentemente lontano dall’occhio indiscreto delle telecamere, si va a rinchiudere in Capitaneria per farsi “illustrare” le problematiche del porto. Che è commerciale, militare e industriale allo stesso tempo, ma pure una bomba ecologica che i pentastellati cavalcavano ai tempi dei gazebo. Mentre adesso questo Toninelli di governo, “alla quarta visita in Sicilia in 10 mesi”, il suo ministro dell’Ambiente lo “incrocia” solo all’aeroporto di Catania. Il ministro dell’Ambiente incontrato solo in aeroporto. Sono davvero lontani i tempi quando Alessandro Di Battista andava in diretta dalla piazza Duomo, tenendosi vicino don Palmiro Prisutto con la maglietta-simbolo “se dovessi morire di cancro sarà un omicidio”. Ora Sergio Costa ufficialmente va solo a Milazzo. Se si farà vedere da queste parti lo farà sapere all’improvviso, o a cose fatte, come ha già sperimentato la collega della Difesa, Elisabetta Trenta. Toninelli opta invece per una riunione a porte chiuse, più digeribile nel primo e unico Comune siracusano amministrato dai 5 Stelle. Forse da questo incontro verranno fuori i soliti selfie, ultimo e irrinunciabile rito conservato dalle origini. Discorso ai marinai: massima legalità. Sulle spiagge. Ai bollettini di questa visita ministeriale sui generis, Toninelli consegna comunque un discorso ufficiale. Lo rivolge ai marinai della Guardia costiera, ai quali ricorda l’importante compito che è affidato loro. Soprattutto nel fare “rispettare la legalità sulle spiagge”.Specialmente ora che saranno prese d’assalto dai bagnanti. Proprio così. E’ sugli arenili invasi da ombrellone selvaggio e diportisti bucanieri, che l’Ammiraglio del Mit combatterà la battaglia finale in difesa della #legalitàpropagandata da un Movimento all’ultima spiaggia. Sperando che a quel“tutelato”di Siri non gli venga la brutta idea andare al mare in cattiva compagnia.