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Cilento, tartarughe in spiaggia: volontari mobilitati per vigilare sui nidi

Ultimo aggiornamento venerdì, 17 Luglio, 2020   22:49

La Caretta Caretta è la tartaruga marina più comune del Mediterraneo ma anche la più minacciata. Rischia l’estinzione. Tanti i volontari impegnati da Eboli ad Ascea, Pisciotta e Acciaroli, per proteggere i loro nidi che in questo periodo si possono trovare lungo le spiagge.  Il racconto di una sveglia all’alba per localizzare le tracce lasciate dalle tartarughe… 

Il mattino ha l’oro in bocca.

E’ importante arrivare la mattina presto perché le strutture balneari e gli operai del servizio comunale di nettezza urbana, con le operazioni di “pulizia” cancellano le tracce lasciate dalle tartarughe rendendo poi difficile la localizzazione. E’ importante la loro localizzazione perché a volte capita, come è successo, che nidificano troppo vicini al bagnasciuga e le mareggiate potrebbero distruggerli. Oppure se non viene recintato e segnalato, i mezzi meccanici che transitano anche sulla duna (!) e anche nel periodo di nidificazione, potrebbero provocare la loro distruzione.

La sveglia alle 5

La spiaggia di Eboli

Se ne accorge anche mia figlia che apprezza quest’aria fresca del mattino e la luce del sole che sorge dietro l’imponente sagoma dei monti Alburni che domina la nostra Piana del Sele: da domani mi sveglierò sempre presto, promette. (Siamo al giorno dopo e ancora dorme…).

L’associazione NaturArt 

Ci siamo iscritte all’elenco dei volontari che con  NaturArt, associazione culturale onlus di Salerno, in collaborazione con l’Ente Riserva Regionale Foce Sele Tanagro e supervisionati dal Centro Studi Tartarughe Marine di Portici, si è impegnati nel monitoraggio del litorale alla ricerca di tracce che indicano la nidificazione di Caretta Caretta: (Linnaeus, 1758), la tartaruga marina più comune del mar Mediterraneo. La specie è diffusa in molti mari del mondo ma è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo ed è ormai al limite dell’estinzione nelle acque territoriali italiane. La IUCN Red List la classifica come specie vulnerabile. E’ in pericolo per colpa dell’inquinamento marino, per la riduzione degli habitat di nidificazione, per le collisioni con le imbarcazioni, e per gli incidenti causati dalle reti a strascico e dagli altri sistemi di pesca. La specie è inserita anche nella Appendice I della “Convention on International Trade of Endangered Species CITES“.

Nidificano nel Cilento 

Tartarughe caretta caretta sulla spiaggia di Acciaroli

E’ ad Eboli il terzo nido di Caretta Caretta in Campania. Dopo la conferma del primo nido ad Ascea e del secondo a Caprioli di Pisciotta. E un quarto (in questi ultimi giorni) è stato identificato ad Acciaroli.

Io e mia figlia Masha non siamo nuove a questa esperienza. Qualche anno fa abbiamo fatto la guardia ad un nido ad Acciaroli: era uno dei primi che veniva identificato sul litorale salernitano. Recintato, fu monitorato per tutto il tempo. Passammo una notte in tenda a guardia del nido. E la notte della schiusa assistemmo al miracolo della nascita e della corsa delle piccole tartarughe: 98 piccole guerriere che nella notte, alla luce della luna affrontavano il mare aperto. Che temerarie! Un’emozione che penso resterà impressa nella nostra memoria per tutta la vita.

Questa mattina il tratto di litorale che ci è stato assegnato è quello che va dal Molo Sirena, nel comune di Capaccio alla Foce del fiume Sele che segna il confine con Eboli.

La coincidenza è stata ritrovare Gino, volontario di Pontecagnano con il quale ci eravamo dati il cambio di guardia ad Acciaroli. Gira e rigira ci si ritrova sempre.

Al mattino l’aria tersa rende il paesaggio nitido e splendente. Di fronte a noi la Costiera amalfitana e in lontananza la sagoma inconfondibile di Capri.

Antonella Dell’Orto e sua figlia Masha

Parlo a mia figlia di quanta ricchezza abbiamo al sud e di come è importante che lei guardi con occhi diversi ciò che ci circonda scoprendo la bellezza e l’importanza storico culturale che ha un territorio che, come il nostro, ma come l’Italia tutta, è stato da sempre punto di incrocio e incontro di popolazioni e tradizioni. Da questo si deve ripartire per riprogrammare uno sviluppo di sostenibilità ambientale ed economica che molti giovani attendono e i miei figli con loro.

Il pericolo durante la pulizia delle spiagge

La pulizia sulla spiaggia con un mezzo meccanico anche nel periodo di nidificazione

Non si capisce perché  in questo periodo di nidificazione non si cambia modo di operare lungo le spiagge. Non si può vedere un camion con rimorchio transitare lungo l’arenile per recuperare i rifiuti. Intanto sulla spiaggia abbiamo ritrovato una scia di microplastiche. Proprio queste sono quelle che sono state ritrovate nello stomaco di alcune Carette morte. Le tartarughe  possono confondere la plastica galleggiante nell’acqua con gli organismi di cui si nutrono, come ad esempio un sacchetto di plastica per una medusa. Una volta ingerita, la plastica non si degrada nell’organismo, ma può provocare nelle tartarughe diversi problemi. Può dare senso di sazietà e bloccare l’istinto di nutrirsi provocando denutrizione oppure blocchi intestinali o soffocamento. A volte, invece, l’ingestione di plastica può provocare problemi di galleggiamento, impedendo agli animali di immergersi per alimentarsi.

I rifiuti trovati lungo la spiaggia durante il monitoraggio dei nidi di caretta caretta

I nidi di Fratino

Il nostro compito era anche segnalare eventuali nidi di Fratino. Ma lo avete mai visto un nido di questo uccellino? Lui nidifica sulla sabbia, presso la duna e adorna il nido con conchiglie e rametti  rendendolo un’opera d’arte commovente. Le aree interessate dalla nidificazione vanno tutelate e conservate, ed è importante a tale scopo attivare la massima vigilanza affinché azioni sconsiderate, ma anche involontarie, non portino alla distruzione dei nidi e dei piccoli. La presenza di nidi di Fratino nelle nostre spiagge è una buona notizia perché è indice del buono stato di salute dell’ecosistema costiero.

I volontari di Legambiente Circolo Silaris di Eboli 

Come volontari di Legambiente Circolo Silaris di Eboli, da anni ripuliamo il pezzo di spiaggia che ci è stato assegnato, e lo facciamo a piedi nudi e armati di guanti e sacchi. Non è utopia, si può fare e per questo periodo di nidificazione, lasciare fermi i mezzi pesanti.

‘O mare la poesia di Eduardo De Filippo che si trova lungo l’arenile

Un appello ai sindaci dei Comuni che gestiscono la fascia costiera in modo che si faccia una modifica al regolamento, almeno per questo periodo di nidificazione così importante per la vita dell’ecosistema.

Di tracce della nostra amica Caretta questa volta non ne abbiamo rinvenute, ma la traccia di questa mattinata resterà per sempre dentro di noi.

Antonella Dell’Orto (*biologa/ambientalista/marinara)

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