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“Roy Paci, una tromba a Taranto ma muta su industrie di Augusta”

AUGUSTA – Ecologista duro e puro, ma solo lontano da casa. Augusta decisamente non porta fortuna a Roy Paci, grande suonatore di tromba e abile promoter di un’immagine da artista “sinistrorso” impegnato a tutto tondo. Il primo concerto da star internazionale nella sua città, organizzato il 13 agosto venticinque anni dopo averla lasciata facendo la sua fortuna musicale, si è trasformato in una sorta di processo al suo attivismo ambientalista. Che a Taranto da un decennio prende forma eclatante e iper-pubblicizzata, attraverso la direzione artistica dell'”Uno Maggio libero e pensante“, ideato dal Comitato cittadino che si batte contro i fumi dell’Ilva. Mentre sul palco augustano di piazza Castello, sponsorizzato con larghezza dalle multinazionali del “famigerato” Petrolchimico di Priolo, quel furore anti-industriale per una notte si è eclissato. Lasciando il posto alla musica e all’amarcord della giovinezza augustana, ma anche alla coda polemica di Stop veleni. Al quale non è sfuggita la metamorfosi opportunistica del celebrato musicista, e il giorno dopo ha diffuso un duro comunicato a mezzo social. Stigmatizzando che “non una parola è stata spesa dal palco per la nostra questione ambientale, legata all’inquinamento industriale“. E facendo sapere di aver “reso noto quanto è avvenuto in tutti i gruppi ambientalisti italiani, di cui facciamo parte con il Comitato”. Una denuncia inviata alle decine di sigle attive in tutta Italia, che la portavoce Cinzia Di Modica spiega nasce dal fatto che “non permetto strumentalizzazioni della causa, neanche se riguarda altri territori“.

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PIano Terra, Tringali: condividiamo Stop veleni, cita Impastato sul palco ma poi ci lascia soli.

Roy Paci con la banda cittadina (foto Fb).

“E’ inutile che durante i suoi concerti metta in mezzo Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e poi lascia soli quei pochi augustani che si battono per l’ambiente e la legalità“, commenta a sua volta Andrea Tringali. Dalla sua Piano terra non ci saranno altri documenti, rispetto quello sottoscritto collettivamente a suo tempo contro gli sponsor eco-insostenibili del cartellone eventi del Comune. Il portavoce della Onlus puntualizza comunque che “condividiamo a livello ideale l’iniziativa di Stop veleni”, ma che sulla vicenda non aggiungeranno altro perché “ci occupiamo di politica e non di musica”. Il recente campeggio di Ecologia politica con attivisti di tutta Italia e persino di oltre confine, aveva sorpreso i partecipanti per la concentrazione di problematiche presenti nel territorio di Augusta, quasi una capitale europea delle tematiche sul climate change. Sulla stessa linea di sostegno ideale, senza ulteriori clamori, sembrano pure le altre sigle ecologiste locali. Che ritengono sufficiente a chiudere il “caso Paci”, con la pubblica presa di posizione del Comitato vicino a don Palmiro Prisutto, ignorando il post del trombettista su Augusta come “l’isola più bella del mondo”.

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Il giallo della scritta anonima sotto il palco: telecamere di sorveglianza noleggiate ma spente?

Una scelta probabilmente dettata anche dalla necessità di non prestare il fianco a comode strumentalizzazioni, su alcune “provocazioni” dalla matrice oscura apparse alla vigilia, sotto forma di scritte pirata dalle quali hanno dovuto subito prendere le distanze. Una in particolare, che in stampatello sentenziava “è pagato dalla industrie, pare abbia molto turbato lo stesso artista. Vergata con spray rosso proprio sotto il palco del Monumento, sullo striscione dell’estate augustana poi girato al contrario per occultarla, sembra destinata a restare avvolta nel mistero. Perché, secondo alcune indiscrezioni filtrate da Palazzo di città, quelle telecamere di sorveglianza che aveva noleggiato per 11 mila euro pare non fossero attive 24 ore su 24. I fan dell’amministrazione avevano subito puntato il loro dito social, accusando gli ambienti vicino all’attivismo ambientalista. Che tuttavia aveva subito preso le distanze dalla protesta anonima a mezzo bomboletta. “Che le imprese industriali siano fra gli sponsor dell’Estate augustana, è palese. Che l’inquinamento industriale attanaglia il nostro territorio, con ripercussioni sulla salute dei cittadini, è palese. Che chi ha commesso questo gesto non fa parte dei pochissimi attivisti che lottano contro l’inquinamento industriale, è palesissimo. Noi ci mettiamo sempre la faccia e soprattutto il coraggio“, ha subito scritto Stop veleni.

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Spunta un altro graffito spray di fantomatici no vax: stavolta è “buonista” con le forze dell’ordine.

A rendere ancora più ambigue le finalità del – o dei – writer senza volto, è stata un’altra scritta apparsa la stessa mattina vicino al palco, stavolta su un muro del parcheggio a fianco dei bagni pubblici. “Le forze dell’ordine figli del popolo, uniamoci”, esortava il contestatore dello spray rosso. Stavolta però c’era la firma, sotto forma di un astruso logo attribuito a fantomatici gruppi no vax. Che prima di esprimersi come i rivoluzionari più soft del pianeta, avevano già colpito alla Matrice con un balordo “la chiesa serva di Satana”. Nonostante la poca credibilità sovversiva dell’imbrattatore, le discussioni Facebook che sollecitavano immediate condanne hanno inconsapevolmente creato un clima di tensione. Che si è sicuramente riverberato sul sensibile artista augustano, perché nonostante il ritmo degli Aretuska non ha poi mostrato la stessa verve trascinante di cui è famoso.

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Sottotono nonostante gli Aretuska: resistono i fans forestieri e niente selfie finale col sindaco.

La star è apparsa in imbarazzo, verso quell’amministrazione entusiasticamente e frettolosamente definita “giovane e illuminata”, l’indomani della sua scrittura artistica per oltre 22 mila euro. Aspettando quasi mezz’ora per iniziare a suonare, dopo che il sindaco Giuseppe Di Mare era appositamente salito sulla scena per annunciare l’inizio del concerto. L’organizzazione comunale nei giorni precedenti aveva già avuto difficoltà a trovare qualche professionista che presentasse l’evento, possibilmente gratis. Scovata alla fine la necessaria “signorina buonasera” che lo chiamasse al microfono, il primo cittadino ha subito fiutato l’aria fra il pubblico, molto freddo e con qualche fischiatore isolato. Così con poche parole di circostanza ha “lasciato spazio alla musica, e ai molti artisti augustani cui gli Aretuska hanno dato spazio nel loro concerto. Applauditissimi il gruppo folk e due giovani solisti, e molto toccante il momento con la banda musicale. Dove ha mosso i primi passi quando Rosario non era ancora diventato Roy, ricevendone in dono un componimento originale del vecchio maestro Peppino Passanisi, insieme alla nomina di socio onorario. Avendo precisato en passant di “non essere il paraculo di nessuno”, alla fine il trombettista si è limitato a un veloce ringraziamento per gli amministratori e i consiglieri, senza sottoporsi all’ormai rituale selfie finale con loro. Quando i bis dei vecchi successi hanno scandito l’avvicinarsi della conclusione, poco dopo mezzanotte, l’affollata piazza Castello si era in gran parte svuotata. L’artista a un certo punto ha avuto curiosità di sapere quanti dei fans rimasti non fossero di Augusta. E le mani alzate dai forestieri sono sembrate un folto tappeto, rispetto a quelle dei concittadini.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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