Cilento senza cilentani, piano salvi aree interne: petizione sul web LA CESTA DELLA BIODIVERSITA PRIMO PIANO TERRITORI di Redazione Scritto mercoledì, 14 Settembre, 2022 20:19 Ultimo aggiornamento lunedì, 28 Novembre, 2022 17:23 Cilento senza più cilentani? E aree interne senza più abitanti? Una petizione, che è anche tanto un “manifesto”, chiede che non ci sia un destino che sembri già segnato per questi territori. Il corposo testo che ne spiega le motivazioni, sta viaggiando in rete tramite il passaparola: “PSR e programmazione per il Cilento e le Aree Interne commisurate alle reali esigenze del territorio e dei suoi abitanti”. E sta crescendo giorno dopo giorno. A lanciarla a fine agosto è stata la “Cesta della biodiversità” che unisce decine di agricoltori custodi di prodotti di qualità tra il Cilento e la Costiera amalfitana. Rosa Pepe, agronoma e referente tecnica scientifica di questa rete, è l’anima anche del lancio di questa petizione su change.org: che tenta ancora una volta di smuovere le coscienze. “Il motivo è di dare un contributo reale per individuare realmente le priorità programmatiche che si andranno a concentrare nel Piano di Sviluppo Rurale, nei Gruppi di Azione Locale e nei futuri Distretti del Cibo” – spiega Rosa Pepe che conosce bene il settore, lavorando al Crea Of Pontecagnano. Rosa Pepe, agronoma, con alcuni prodotti della “Cesta della Biodiversità” Contro la perdita graduale dell’identità territoriale Contro un destino di spopolamento a cui sembrano essere condannate alcune aree interne del Cilento, e non solo (l’Italia è piena di zone simili) si può fare ancora qualcosa, come spiega l’agronoma che tocca ogni giorno con mano, questo dramma: “Chi decide di vivere in queste aree, in particolare nel Cilento, fa una scelta di vita ben precisa che deve rinnovare ogni giorno gettando il cuore oltre l’ostacolo. Tra questi, davvero pochi sono i giovani che restano. Molti, infatti, e a ragion veduta, emigrano per cercare miglior fortuna altrove. Da qui una serie di conseguenze come lo spopolamento e la perdita graduale dell’identità territoriale”. E allora, cosa si può fare per scongiurare questo fenomeno di abbandono dei propri luoghi? Il Manifesto del “pensiero comune cilentano e non solo” Questa petizione in realtà vuole essere il “Manifesto del pensiero comune cilentano e non solo”. Vuole poter immaginare – attraverso strumenti di programmazione come il Piano dei Sviluppo Rurale – ancora delle possibilità concrete contro lo spopolamento, in difesa della conservazione del territorio, per la valorizzazione della biodiversità, la lotta contro la riduzione del dissesto idrogeologico, la gestione e il contenimento della fauna selvatica, un miglioramento dei collegamenti dei tratti stradali. E infine, aiutare chi rimane, e ne ha effettivamente bisogno, con un “Reddito di permanenza”, affinché non abbandoni le sue radici, portando così ad un peggioramento generale della Comunità. Per chi decide di vivere in Cilento e nelle aree interne Felitto, comune dell’area interna del Cilento Ogni giorno chi abbandona l’idea di andare via (perché questo è un pensiero che ricorre nella maggioranza delle persone, soprattutto giovani) fa una scelta di vita e ogni giorno deve confermare questa decisione, come si sofferma a ragionare Rosa Pepe : “La scelta di andare via è una sconfitta amara, ma spesso necessaria. Iniziamo a vederne i motivi. Vai via dal Cilento o dalle aree interne soprattutto se sei un piccolo agricoltore. Perché ti sei stancato di lavorare da solo. E, se sei anche imprenditore, devi superare tanti vincoli burocratici, che richiedono lunghissimi tempi di attesa. Purtroppo, se sei piccolo, non hai assistenza neppure dal tuo CAF, perché gli impiegati hanno troppo carte da sbrigare, non hanno il tempo di parlare con te. Spesso ti fanno trovare i documenti già compilati e tu devi solo firmare e, se chiedi, ti dicono non preoccuparti. Se vai da un tecnico per una pratica del PSR o per altri finanziamenti, chiedono il valore del progetto, se troppo piccolo o al disotto dei 400/500 mila €, ti dicono che a loro non conviene, perché il lavoro è lo stesso e preferiscono fare progetti di almeno un milione di € per portare a casa, il 10 /12%. E anche in questo caso salti ad ostacoli per individuare il tecnico ancora disponibile a presentare un miglioramento per la tua azienda. Infatti, se si fa una ricognizione di chi accede ai bandi del PSR, sono già aziende ben strutturate. Per noi Cilentani, servirebbero bandi sull’idea progettuale dell’agricoltore, non solo sulle potenzialità reali e sulla fattibilità oggettive. Prestiti sull’idea progettuale e non sui titoli aziendali: In Africa concedono prestiti alle donne, sulla loro idea progettuale e la restituzione del prestito parte dal quinto anno. Perché non creare opportunità simili anche qui? Troppo spesso, prende lo sconforto perché ci si rende conto di non riuscire ad andare avanti nonostante la buona volontà, perché non è stata pensata una misura ad hoc per te del PSR o del GAL. E se non è stata pensata è perché chi programma e progetta non conosce la realtà delle cose”. “Qui non si fa credito”, cartelli che appaiono sempre più spesso Considerazioni amare, malinconiche, che in molti condividono. Basta leggere alcuni commenti pubblicati sotto il testo della petizione, come scrive Antonio Loffredo di Aquara: “Sto firmando con coscienza vitale che le politiche amministrative regionali, e ministeriali non conoscono il problema reale delle zone interne, si pensa solo alla modernizzazione delle città sopprimendo l’entroterra sempre più piccolo, e sempre con più problemi di imprenditoria locale, industriale, e tanto altro…”. E come fa Romina Caroccia: “Condivido perché queste sono le vere difficoltà sia di chi ha un terreno e vuole usarlo per la propria famiglia sia di chi vorrebbe fare azienda ma i limiti imposti non consentono l’inizio di un’attività”. Un problema reale, che si avverte visitando anche solo questi luoghi, dove negli ultimi anni si è vista registrare (a parte i due anni della pandemia), una crescita concreta del settore dell’enogastronomia. Ma che non coincide con un aumento di benessere economico generale, tale da far invertire la rotta dell’emigrazione. FIRMA LA PETIZIONE Leggi anche: Costiera amalfitana e Cilento: distretti rurali per rilancio post Covid Cilento, dal basso riprende il cammino verso il Distretto rurale