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Capri, isola più pulita senza la vecchia centrale elettrica

Era una “cartolina scheggiata” quella di Capri, con il porto di Marina Grande e la ciminiera della sua centrale elettrica che dal 1938 funzionava ancora con motori diesel. Per ora resta ancora lì, ma intanto (con l’inaugurazione del 14 ottobre), ci sarà un cavo sottomarino che porterà elettricità da Sorrento a Capri. Il cavidotto segnerà un importante passaggio, atteso da decenni, per il definitivo superamento del vecchio impianto della Sippic. Sono passate tante amministrazioni comunali, tante speranze e lotte da parte del comitato cittadino di vedere spenta quella “bomba ad orologeria”, posizionata a pochi metri dalle case, che ora questo risultato sembra per molti quasi un “sogno”.

Basta inquinamento sull’isola azzurra

Siamo a pochi metri dal traguardo – si legge in un comunicato stampa pubblicato sul sito del comune di Capri – dopo questo passo la centrale Sippic dovrà essere spenta e rimanere solo come sistema di riserva a freddo, in modo da evitare qualsiasi altra emissione inquinante. Su questo la volontà dell’Amministrazione di Capri è chiara: vogliamo che la centrale sia spenta perché, nel peggiore dei casi, preferiamo qualche ora di black out piuttosto che altri anni di inquinamento e di compromissione della salute dei capresi”. Il collegamento elettrico Terna con l’isola azzurra vede così il completamento dell’opera che ha visto anche il secondo cavo (dopo il primo del 2017) entrare in funzione, consentendo all’area Sorrento-Torre Annunziata-Capri di far parte di un unico sistema ad anelli.

La vecchia centrale elettrica della Sippic a Marina Grande, Capri

In un’ottica di Smart Island

Intanto anche la Sippic ha voluto far sentire la sua voce in occasione dell’inaugurazione (che porterà sull’isola anche il premier Giuseppe Conte): “La Sippic SpA – afferma nel comunicato stampa – considera questa inaugurazione la prosecuzione del percorso progettuale che vede nel secondo collegamento di Terna uno strumento importante ai fini dell’energizzazione dell’isola di Capri secondo un’ottica di “Smart Island”, e guarda al futuro, sia come supporto imprenditoriale per la realizzazione di strategie di sviluppo locale, sia come occasione di crescita ed evoluzione, impegnandosi ad offrire una gamma di soluzioni energetiche sostenibili, efficienti e tecnologicamente avanzate, nel rispetto dell’ambiente circostante”. Insomma, è un modo elegante per dire: noi non molliamo l’attività, che peraltro dà lavoro a molti cittadini di Capri che rischiano di vedersi senza più un lavoro.

Ed ora l’Area Marina Protetta di Capri

E non poteva mancare la voce anche di Alfonso Pecoraro Scanio, già Ministro dell’Ambiente, attuale presidente della Fondazione UniVerde che in una nota ricorda come “l’allora sindaco di Capri Ciro Lembo, oggi vicesindaco, mi scrisse nell’estate 2007. Dopo poche settimane inviai il dr Spitaleri della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente per riconoscere ufficialmente che quell’impianto era inquinante e per avviare un’azione che negli anni, superando tanti ostacoli, ha portato a liberare l’Isola Blu da quella struttura. Auspico che la prossima vittoria sia l’istituzione dell’Area Marina Protetta di Capri che sostengo da tanti anni insieme a Marevivo”.

“’Ora la lotta sarà dismettere l’ecomostro di Sippic e bonificare l’area. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti”, avverte il vicesindaco Ciro Lembo (primo cittadino dal 2004 al 2014) che ha dedicato oltre metà della trentennale vita politica in questa battaglia. Ed ora l’isola più glamour d’Italia attende davvero la sua “rivoluzione verde”, in nome di quell’azzurro tipico caprese.

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