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Augusta: apparentamenti chiusi, il nuovo sindaco è ostaggio del consiglio

AUGUSTA – Il sindaco che uscirà vincente dal ballottaggio del 18 e 19 ottobre, non avrà una sua maggioranza in consiglio comunale. E’ l’effetto più evidente dell’apparentamento di Democratici e progressisti, insieme ad Attivamente, con le 3 civiche che sostengono Pippo Gulino. Il matrimonio di convenienza si è celebrato il 12 mattina, quasi allo scadere del termine, non senza tentennamenti fino all’ultimo. Alla fine è prevalsa la brutale logica dei numeri, imposta dalla legge elettorale. Grazie alla quale, per il vincente adesso non ci sarà alcun super-premio a Palazzo San Biagio. Le 5 liste a sostegno dell’ex sindaco toccano insieme il 52 per cento, e pertanto la ripartizione dei seggi avverrà col metodo proporzionale. Sia che vinca il loro nuovo candidato, sia che prevalga il suo avversario Peppe Di Mare, i consiglieri della coalizione Massimo Carrubba diventano ago della bilancia per qualunque atto arriverà in aula. Viene così definitivamente scongiurato il pericolo di un altro monocolore-mostro come quello degli uscenti 5 Stelle, che hanno tenuto in un pugno di ferro tutte le istituzioni della città pur eletti solo da una minoranza di elettori.

Nuovi calcoli, 15 seggi a coalizione Gulino se vince.

L’apparentamento di Attivamente e Democratici progressisti con Gulino.
Copertina, Peppe Di Mare dopo la lista assessori: al ballottaggio solo con le sue liste.

Non è stato facile per lo stato maggiore di Gulino, uscito dal primo turno con 800 voti in più dello sfidante, trovare un’intesa con chi applaudiva quando gliene dicevano di tutti i colori nei comizi. Poi è arrivata la notizia che al seggio elettorale centrale si stavano rifacendo i calcoli per la ripartizione delle 24 poltrone. L’asticella della maggioranza, in caso di vittoria, era salita dagli immaginati 14 agli imprevisti 15. Ciò in virtù di una interpretazione estensiva verso l’alto, già adottata in altre parti dove era stato fatto ricorso, in caso di quozienti decimali nelle divisioni. Sulla base di questi nuovi dati, in caso di successo Nuovo patto per Augusta avrebbe preso 4 consiglieri, a Civica per Augusta e Augusta 2020 andrebbero 3 ciascuno, 2 li avrebbe presi Attivamente e sarebbero diventati 3 quelli di Democratici e progressisti. Alla coalizione sconfitta, oltre Di Mare che entra di diritto a San Biagio, 2 seggi andrebbero ai 100 per Augusta, e 1 ciascuno a Cambiaugusta e Destinazione futuro. Per chi è rimasto fuori da ogni nuova intesa, come Augusta coraggiosa e 5S, il calcolo considerato è di 2 seggi ognuno.

Per Di Mare sarebbe vittoria di Pirro: solo 5 consiglieri.

Se invece è Di Mare a spuntarla nel ballottaggio, otterrebbe una vittoria di Pirro. I consiglieri espressi dalla sua coalizione salirebbero solo a 5, e quello in più andrebbe a Destinazione futuro. La coalizione Gulino, oltre al candidato sindaco che diventerà consigliere di diritto, potrebbe contare su 8 seggi. Nuovo patto per Augusta ne avrebbe sempre 4, per Augusta 2020 e Civica per Augusta sarebbero 2 ciascuna. La coalizione Carrubba ne avrebbe 7 in totale, con Augusta coraggiosa che salirebbe a 3 mentre si fermerebbero a 2 ognuna sia Attivamente che Democratici e progressisti. In questo scenario ipotizzato, i 5 Stelle prenderebbero 3 consiglieri. Senza nessun apparentamento il vincente avrebbe sbancato prendendo tutto il piatto col premio di maggioranza e agli altri, grillini esclusi, sarebbe rimasto un consigliere ciascuno. In sintesi, una vittoria darebbe all’ex sindaco una maggioranza con 10 consiglieri della sua coalizione, insieme all’incognita dei 5 apparentati. Un’affermazione frutterebbe invece a Di Mare solo 5 seggi della sua coalizione, e il resto della maggioranza dovrà cercarselo in consiglio comunale fra i 7 di Carrubba e gli 8 con Gulino.

Attivamente: bloccato maggioranze bulgare alla 5 Stelle.

Biagio Tribulato, il più votato con Attivamente.

“Agli addetti ai lavori non servirà spiegare la differenza tra apparentamento tecnico e politico, ma ai nostri elettori potrebbe sfuggire”, riconosce Attivamente con un comunicato. Chiamare al voto su un programma demonizzando l’avversario, e poi sedercisi accanto per una questione di poltrone, in effetti non è semplice da far comprendere. “Quello che per noi è un sacrificio, di fatto evita il ripetersi del disastro a cui abbiamo assistito con la maggioranza bulgara grillina che ha potuto operare, o forse sarebbe meglio dire non operare, indisturbata. L’assenza di una maggioranza in consiglio ci imporrà come degli interlocutori di cui tener conto. Solo così possiamo dire di non aver perso”. E qualcosa hanno da dire sul fatto che abbiano scelto l’anziano e criticato ex sindaco degli anni Novanta, anziché il giovane capogruppo con cui hanno diviso 5 anni d’aula. “La nostra proposta è stata a dir poco ridicolizzata, la volontà di Di Mare era quella di accettare l’aiuto ma sottobanco, un appoggio non palesato che servisse a tenere calmi gli animi dei suoi consiglieri. Un ricatto meschino che abbiamo deciso di non sottoscrivere; non avevamo bisogno di assessorati né di promesse, volevamo solo una rappresentanza in consiglio più incisiva”.

Art1: scelta sofferta di maturità per peso centrosinistra.

Giancarlo Triberio, Art1: scelta di maturità per rafforzare il centrosinistra in aula.

Una spiegazione si è sentita in dovere di darla anche Democratici e progressisti. E’ la lista sponsorizzata da Articolouno. E ora sulla scheda elettorale starà al fianco di quella dove ci sono i colonnelli di Forza italia. Dove ci sono i fuorusciti dalla Lega, pronti a tornare in grande spolvero dopo il tremendo flop che l’aspirante sindaco Massimo Casertano ha rifilato a Matteo Salvini, facendogli mettere la faccia nel comizio finale. E dove c’è anche il numero uno dei Gilet arancioni in provincia. In un comunicato, Art1 ammette che “è una scelta sofferta di maturità, che alle nostre opinioni personali antepone la necessità di ricostruire un Centrosinistra di governo, a partire proprio dal senato della nostra città”. Anche loro parlano di apparentamento tecnico, nato dalla constatazione che il primo turno “ha aperto un nuovo scenario e messo tutti di fronte a una nuova sfida. I due candidati che vanno al ballottaggio, pur entrambi nel solco del civismo, hanno indubbiamente, più o meno velatamente, profili politici diversi“.In sostanza, riconoscono in Di Mare storia e frequentazioni politiche di Destra, incompatibili con l’elettorato di Sinistra cui fanno riferimento. Pur con tutti gli imbarazzi di stare insieme a forzisti, ex leghisti, e populisti no-covid, la possibilità di passare da 1 a 3 seggi era un’opportunità da non sprecare. Perché, alla fin fine, è in aula che si fa politica. E poi tutto è possibile, con l’ex democristiano Gulino.

Marino, un vecchio Dc per il si di Gulino all’unione civile.

Luigi Marino, delegato per la coalizione Gulino.

Perché nel candidato che esordì in consiglio con la Dc, e da questa venne nominato sindaco nel 1993 quando ancora non c’era l’elezione diretta, l’impronta democristiana è tuttora molto presente. A Palazzo di città, per controfirmare a nome di Gulino l’apparentamento con Attivamente e Democratici progressisti, si è presentato Luigi Marino“Nel 1986 ho presentato la lista della Democrazia cristiana per il collegio della Camera“, ricorda con orgogliosa nostalgia. In effetti, gli echi del consociativismo Prima repubblica sembrano riverberarsi nella alleanza-mosaico che oggi rappresenta. “Abbiamo deciso di ampliare la coalizione sotto il profilo numerico e politico, avere maggiori possibilità di inserire nel nostro progetto forze giovani e sindacali“, diceIn quel “contenitore politico da ampliare”, però, non c’è compresa la presidenza consiliare ai nuovi arrivati. Liquida la questione con l’eloquente “abbiamo pure altri candidati”.

Rossi coi Gilet arancioni, Bertoni: qui siamo arcobaleno.

Marco Bertoni, coordinatore provinciale dei Gilet arancioni.

Fra questi candidati a presidente del consiglio non ci sarà Marco Bertoni“Con l’apparentamento non sarò più consigliere in caso di vittoria”, dice il coordinatore provinciale dei Gilet arancioni, fuori dall’ufficio dove si consumava l’unione civile con gli ex di Carrubba. A nome del movimento guidato dal folkloristico generale Antonio Pappalardo, ha “sposato la coalizione del candidato di Fratelli d’italia a sindaco di Floridia, Cristian Fontana“. Ad Augusta però smette lo smanicato fosforescente, poiché “l’unico colore è quello neroverde della città”. Anche perché spera probabilmente nella vecchia promessa di fare l’assessore alla Protezione civile, al primo rimpasto utile. Al momento però si accontenta di far parte di “un’ampia coalizione arcobaleno, dove non chiediamo poltrone”. Nel frattempo, lavora per le regionali dove i no-covid saranno“presenti con un proprio candidato”. Avevano detto la stessa cosa prima delle amministrative, poi si sono infilati nel carrozzone neo-democristiano. Magari, per allora, si faranno convincere a sposare le aspirazioni di Assemblea siciliana che nascerebbero nella coalizione Di Mare. Sempre se prima diventa sindaco. E poi trova una maggioranza, ovviamente.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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