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Penna Maestra, premiato a Noto il giornalismo che resiste

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   21:15

NOTO – Bistrattata, nelle migliore delle ipotesi. Insultata e minacciata, in quelle peggiori. Talvolta asservita, perché non ammetterlo. Ma restando sempre elemento insostituibile di democrazia, nonché di crescita culturale e sviluppo economico. Perché la stampa locale, oramai quasi interamente online, sta giocando un ruolo decisivo nelle comunità dove pubblica. Nell’informare gli elettori sulle magagne nascoste dagli amministratori, innanzitutto; come si è resa conto la Bbc, che ha lanciato un innovativo programma di assunzioni per sostenere il giornalismo d’approfondimento nelle piccole realtà. Però capace pure di affiancare alla denuncia la promozione del territorio, come si sono accorti nel Sud-Est della Sicilia.

Stampa locale, Noto e la Bbc ne scoprono le potenzialità.

“Alle radici dell’effetto Noto– seminario di formazione dell’Ordine svolto il 29 giugno nella città barocca – e il progetto “Local democracy reporters dell’emittente britannica, hanno questo in comune: la straordinaria potenzialità dei giornali locali. Nella cornice prestigiosa del teatro comunale, introdotte dal sindaco Corrado Bonfanti, si è tenuto “l’approfondimento sul fenomeno socio-economico che, determinato soprattutto dalla comunicazione online sui social, ha consentito un boom senza precedenti dello sviluppo turistico”. Senza trascurare gli aspetti storico-sociali di una meta che oggi attrae visitatori, ma un secolo fa esportava manodopera negli Stati Uniti. Ne hanno parlato professori di comunicazione a Messina, come Francesco Pira. E docenti di flussi migratori nel polo universitario di Agrigento, come Marcello Saija e Federica Cordaro. Ma anche giornalisti esperti in informazione sociale, come Pippo Cascio.

Cronista di paese, un riferimento nella babele social.

Sono state relazioni che hanno focalizzato il ruolo svolto dal “piccolo” giornalismo radicato nel territorio. “Che ha la responsabilità di costruire gli anticorpi per una corretta comprensione della realtà sociale”, ha sottolineato Cascio, direttore di Canale 8 Tv. Nella babele dei flussi informativi alimentati dai social, il cronista di paese costituisce un faro di riferimento. Persino per gli storici. “Perché la storia arriva al presente attraverso gli articoli dell’epoca; raccontate sempre con attenzione le vicende di questi giorni, serviranno a comprendere nel futuro”, ha esortato Cordaro. Un compito messo in “pericolo” dalla necessità di sopravvivenza economica delle mini e micro aziende che editano le web testate. Dove direttore, redattore e editore spesso coincidono. Con risultati non sempre – per non dire raramente – all’altezza della vecchia carta stampata. Eppure “un buon giornalista oggi deve essere pure un esperto di social”, ha puntualizzato Pira. Invitando a “vedere nei nuovi strumenti una straordinaria opportunità, non un ostacolo al buon giornalismo”.

Marcello Saija e Federica Cordaro curatori della la mostra sull’emigrazione.

La Bbc assume 144 “reporter per la democrazia locale”.

In Inghilterra la questione stampa locale è presa molto sul serio. Quella nazione ha concepito la moderna libertà di stampa. Ha fatto scuola con Times e Reuters, e aperto la strada ai tabloid scandalistici. Lì si è inventata la “ragnatela globale” nota con l’acronimo “www“. E lì cercano oggi di porre rimedio allo scadimento dell’informazione in periferia. Matthew Barraclough, direttore della “Bbc local news partnership“, spiega che il governo sa che le notizie locali sono state importanti per la democrazia e la società. Il progetto è chiamato “Agenzia stampa per la democrazia locale”. Nel 2017, con un investimento vicino agli 8 milioni di sterline in 11 anni, la tivù di Stato ha assunto 144 giornalisti. E molti li ha dislocati nelle piccole testate sparse in tutto il Regno Unito.

Giornalisti nelle periferie per cercare notizie in strada.

I pezzi vengono “passati” a discrezione dei direttori cui sono stati assegnati quei reporter, quindi niente controllo governativo occulto sull’informazione. Inoltre per contratto è loro vietato il copia-incolla dei comunicati stampa. Li possono usare, ma solo arricchendoli con elementi nuovi e originali. In parole povere, sono pagati per cercare le notizie dove non si va più. Negli uffici comunali, nei pronto soccorso, nei commissariati, nelle assemblee sindacali. E poi pubblicarle, mettendosi a disposizione di quei colleghi che ne avessero bisogno per i propri articoli.

Articoli su 850 testate per “dare conto su politici locali”.

In Inghilterra però insinuano che sono sovvenzioni mascherate agli editori della “News media association“. Sarà. Ma di quel giornalismo doc ne hanno usufruito in 850, fra giornali, emittenti e siti d’informazione. E in tutto questo c’è un perché. Lo spiega James Harding, all’epoca ancora direttore della British broadcasting corporation. Poichè la maggior parte del potere è distribuito per tutto il Regno Unito, è più importante che mai che copriamo, approfondiamo e diamo conto sui politici locali e i pubblici servizi“. Infatti è proprio nelle piccole comunità senza “copertura” del giornalismo d’approfondimento, che si forma il consenso facilmente manipolabile. Soprattutto all’epoca dei social network.

Risposta alla “manipolazione” di Facebook pro Brexit.

Il report di Carole Cadwalladr al Ted di Vancouver

Carole Cadwalladr lavora all’Observer. Cioè si è potuta “permettere” di impiegare settimane, senza paura di ritorsioni legali economicamente insostenibili, per scovare e scoperchiare lo scandalo di Cambridge Analytica. Ha raccontato agli inglesi e al mondo intero come Facebook, attraverso quella società che raccoglieva dati sensibili all’insaputa degli utenti, avesse fortemente orientato la campagna per la Brexit. Ha dimostrato come Ebbw Vale, piccola città del Galles stroncata dalla chiusura delle miniere e delle acciaierie, avesse registrato una delle più alte percentuali di “leave”. Senza averne un motivo oggettivo.

Inchiesta Observer sulle newsfeed che diventano voti.

Il 62 per cento di quegli elettori gallesi ha votato per lasciare l’Unione, nonostante l’economia locale fosse sopravvissuta proprio grazie ai fondi europei. Non hanno tenuto in conto del college, del centro sportivo, delle strade, delle ferrovie e delle decine di altre opere che mostrano il cartello “Finanziato dall’Ue“. Intervistati, hanno elencato una serie di “problemi” causati da Bruxelles. I quali però, in quelle contrade dove “l’Europa non ha fatto nulla”, non si erano mai visti. Tranne nelle “newsfeed” di Facebook. Che li bombardava quotidianamente con post mirati in quella direzione

Ordine e Fnsi trovano invece “resistenze” nel governo.

La giornalista è stata bannata a vita dal social di Zuckerberg. Anche se chiunque presti attenzione a cosa trova nella sezione “notizie” di Fb, può rendersi conto di alcune “singolarità” nelle scelte dell’algoritmo. In Italia il dibattito sulla “qualità perduta” dell’informazione, che diminuisce man mano che cresce la Rete e si svuotano le edicole, è appena iniziato. Lo affrontano con grande difficoltà Ordine e Fnsi. Ma sono stretti fra la crisi irreversibile dell’editoria, falcidiata dal crollo della pubblicità, e la “insensibilità” chiaramente interessata dalla politica al governo.

Menzione per Mascia Quadarella (Ora News) in primo piano, Nello La Fata (La Notizia Tv) e Giuseppe Lorefice (ufficio stampa Comune Rosolini).

Difesa del giornalismo, la resistenza nelle periferie.

La Penisola non è le Isole Britanniche, e la Rai non è la Bbc. La stampa locale perciò, se vuole avere ancora la caratteristica di “giornalismo”, deve provare a fare da sè. Ci prova in Puglia, con l’Associazione pubblicisti liberi. E nelle Marche, con l’Associazione stampa online. In Sicilia, a Siracusa, c’è l’Associazione dei giornalisti radiotelevisivi e telematici. Proprio l’Agirt, lo scorso anno, ha istituito il premio “Penna Maestra“. L’ha dedicato a quei giornalisti dalla “schiena dritta che sono esempio di rigore professionale. Soprattutto per le nuove generazioni “autodidatte”, che consumano i giga e non le suole. La prima edizione è andata a Santo Gallo, pubblicista di Palazzolo Acreide. Quella 2019, a fine seminario netino, è stata più corposa. Perché le ragioni fondanti si sono acuite.

L’Agirt premia l’esempio di Laura Valvo e Franco Oddo.

Il sindaco Corrado Bonfanti premia Laura Valvo de La Sicilia.

Ne fanno testimonianza le motivazioni, più che le tre “firme” insignite. Due sono siracusane. Laura Valvo, “per l’instancabile attività nella redazione locale de La Sicilia, coordinamento di un complesso lavoro di raccordo tra giornalismo tradizionale e nuove istanze che vengono dal web, tenendo alti i valori del giornalismo di carta stampata in un momento di grande difficoltà editoriale“. E Franco Oddo, “per il lavoro svolto in anni d’attività giornalistica d’inchiesta alla direzione della Civetta di Minerva. Sempre in prima linea al servizio della società civile. Dimostrando grande coraggio nel tenere viva la tradizione del giornalista-editore, che nella nostra provincia è stato motore di crescita democratica”.

Pippo Cascio premia Franco Oddo, direttore di La Civetta di Minerva

Penna Maestra a Error404 per la “elaborazione critica”.

La terza “firma” del Penna Maestra è augustana. Quella del redattore di questo articolo, troppo lungo secondo gli standard al ribasso dei new media. Gli viene riconosciuta “la puntuale attività di cronaca politica, e di aver traghettato nel web tecniche e metodi redazionali della carta stampata. Privilegiando l’accuratezza alla frenesia della pubblicazione, senza rinunciare alla elaborazione critica che è elemento imprescindibile della professione giornalistica. Per essere un riferimento professionale nel giornalismo online, dove la capacità di ricerca e analisi della notizia sono elementi qualificanti nell’assicurare alla stampa locale l’autorevolezza necessaria a essere presidio democratico della collettività“.

Il professore Francesco Pira col giornalista politico Massimo Ciccarello.

Professore reporter, premio Solidarietà a Francesco Pira

C’è poi stato un inedito “Premio solidarietà” conferito “per l’attività di formazione e di ricerca, anche a livello internazionale, sulla percezione attraverso i media del fenomeno migratorio, e per i puntuali articoli come columnist del quotidiano americano La Voce di New York“. Assegnato al professore Pira, agrigentino, con docenze universitarie a Messina e Venezia. Nonché sociologo, saggista, ricercatore. Già inviato in Iraq, direttore responsabile, direttore editoriale, rubricista. Cioè, Giornalista.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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