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Augusta, l’opposizione fa muro: Tari più alta ma si spende e spande

AUGUSTA – “San Domenico patrono della città? Dei grandi festeggiamenti da 200 mila euro, meno del 10 per cento è andato a ditte di Augusta: persino i fiori sono arrivati da Comiso, per giunta con trattativa diretta”. Inizia con un affondo di Giancarlo Triberio agli “spettacoli spettacolari” dell’amministrazione Giuseppe Di Mare, l’esordio del neonato fronte d’opposizione. Nello studio di Milena Contento, il 3 giugno, i giornalisti sono stati chiamati per quella che è la prima conferenza stampa congiunta. Al coordinamento della minoranza irriducibile, almeno per il momento, partecipano pure la grillina Roberta Suppo e il “consigliere pentito” Ciccio La Ferla. Il quale, dopo aver sbattuto la porta alla sindacatura che ha contribuito a far eleggere fin dal primo turno, si è praticamente eclissato dal consiglio comunale. Riemergendo in occasione del faccia a faccia con i cronisti, convocati sul caro bollette notificato appena si sono zittiti i botti patronali. Quelle della Tari, in particolare, “in alcuni casi schizzata oltre 54 per cento”. Le più tartassate “sono le aziende e i commercianti, ma non tutti allo stesso modo: gli alberghi col ristorante pagano meno di quelli senza ristorazione”. Ma nemmeno le famiglie sfuggono alla spazzatura smaltita a peso d’oro, visto che “un nucleo familiare di 5 persone in una casa di 100 metri quadri, passerà da 305 a 454 euro”.

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“Di Mare definiva risibile la differenziata al 39 per cento ma con lui sindaco è scesa al 32”.

La Tari salata è un problema di costi schizzati alle stelle, e di leggi che ne impongono la totale copertura con le tariffe. “Ma anche di discrezionalità nella scelta dei coefficienti con cui ripartirle”, dice Suppo. “E di incapacità amministrativa”, aggiunge Contento. L’ex assessora di Massimo Carrubba ricorda che “l’attuale amministrazione ha ereditato dalla precedente una raccolta differenziata arrivata al 39 per cento, che fra l’altro Di Mare aveva espressamente definito risibile in campagna elettorale: adesso che è sindaco, la troviamo scesa al 32 per cento, e nelle relazioni allegate agli atti non si prevedono miglioramenti nemmeno negli anni a venire”. Nel mezzo c’è stata la pandemia, e un metodo di raccolta che sembra aver penalizzato Agnone e le contrade esterne. Col risultato che queste hanno fatto precipitare la media cittadina, nonostante i notevoli risultati nel centro storico e le buone percentuali alla Borgata e al Monte. Nessuno, né maggioranza né opposizione, é andato a fondo su come la ditta appaltatrice esegue il servizio in relazione al capitolato. Che fra l’altro scade fra un mese e sapendo in cosa si sorvola, nel nuovo contratto potrebbero metterci i correttivi necessari.

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“Prossima stangata col depuratore: non c’è l’essicazione per alleggerire i fanghi in discarica”.

Invece tutto resta avvolto in una nebbia opaca, dalla quale emergono nuove tariffe che sono una stangata. “Per forza, non essendo stata messa a punto la pesatura per far pagare di più chi maggiormente inquina, si è dovuto fare ricorso a una stima media orientativa”. Poi Contento affronta la questione del Centro comunale di raccolta, “che doveva essere realizzato 7 anni fa”, e sarebbe ancora impastoiato nelle autorizzazioni urbanistiche. La Ferla si chiede inoltre “cosa ha fatto l’amministrazione, per quel 30 per cento di utenti che non pagano la Tari, per non parlare poi di Agnone”. Comunque Imu e Irpef almeno non aumentano. “Ma solo perché sono già ai massimi consentiti”, sottolinea Triberio. La consigliera del suo gruppo, avverte che non è lo stesso per le bollette idriche. “Sono già state ritoccate del 9 per cento in tre anni, e schizzeranno appena ci sarà il depuratore“. Non solo perché “lo gestirà una Spa che dovrà farci profitti”, ma anche perché “il progetto non prevede l’essiccazione dei fanghi, che ne ridurrebbe notevolmente il peso e conseguente costo per lo smaltimento in discarica“. Magari per tutto c’è una necessità inderogabile, perché nessuna amministrazione affronta a cuor leggero l’impopolarità sul tema “tasse & bollette”. “In realtà sono personaggi che spendono e spandono soldi che non sono delle loro tasche”, sibila l’ex assessora di Carrubba.

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Triberio, Contento, Suppo e La Ferla si coordinano contro i colpi di mano della maggioranza.

sopra, la seduta consiliare sulla nuova Tari.
copertina: Ciccio La Ferla, Roberta Suppo, Milena Contento, Giancarlo Triberio.

Inoltre, a gettare un’ombra su quanto approvato in aula “a colpi di maggioranza, c’è il metodo discutibile “di portare le delibere in consiglio all’ultimo momento, nonostante fossero pronte da settimane”. Non è la prima volta, però adesso sta diventando una prassi che “preoccupa non poco, circa l’esercizio del controllo sugli atti”. Suppo lamenta che “non ci lasciano nemmeno l’opportunità di migliorarli, come la modifica che volevamo apportare per gli universitari fuori sede, che ora pagano la Tari sia qui che dove studiano”. All’ex vicesindaca grillina dà manforte Contento, parlando di “gravità inaudita che i membri di maggioranza fanno cadere il numero legale nelle commissioni, fra l’altro molte convocate la mattina stessa della seduta consiliare“. Il neonato fronte dell’opposizione minaccia di rivolgersi al prefetto, come già accaduto per i ritardi nelle risposte alle interrogazioni. Tuttavia dalla prefettura di Siracusa può arrivare solo una moral suasion, se statuto e regolamenti non vietano la pratica delle convocazioni lampo. Alla minoranza irriducibile nel frattempo restano le conferenze stampa, “perché questa è la prima ma non sarà affatto l’ultima”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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